Prevenzione tumori, De Filippo presenta esperienza lucana
Il valore della prevenzione sanitaria è oramai un dato riconosciuto da tutti, ma è importante alimentare un sistema di fiducia e partecipazione che porti i cittadini-pazienti ad avvicinarsi alle campagne di screening e vaccinazione ed in questo processo è innegabile il peso che una buona comunicazione esercita ai fini della riuscita dell’intero processo”. E’ quanto ha affermato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo al Convegno Nazionale “Comunicare per prevenire” che si tiene a Roma per iniziativa della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) e del Ministero della Salute, al quale ha illustrato l’esperienza della Regione Basilicata nei programmi di prevenzione contro i tumori già avviati.“Dalla qualità della comunicazione – ha osservato De Filippo – dipende l’accesso ai programmi di screening, ecco perché il sistema della Pubblica Amministrazione deve lavorare con tenacia per radicare nei cittadini la cultura della prevenzione. Ogni giorno centinaia di donne lucane sono invitate a sottoporsi ad una mammografia o ad un pap-test. Questo invito è arrivato dal Progetto Basilicata Donna, una iniziativa partita nel 1999 e veicolata attraverso una campagna di comunicazione molto diretta. Quel progetto è diventato oggi uno strumento consolidato per la prevenzione della salute delle donne lucane – ha aggiunto De Filippo - e sull’onda di quel successo la Regione ha avviato negli scorsi anni una campagna di vaccinazione contro l’HPV, il papilloma virus umano, principale responsabile del cancro al collo dell’utero. Proprio grazie alla fiducia e alla condivisione che siamo riusciti a raccogliere intorno al progetto abbiamo già alcune classi di età in cui è stata effettuata una vaccinazione a tappeto e ora il programma va avanti, grazie anche all’intervento delle associazioni di volontariato, per estendere la vaccinazione alle nuove generazioni e ampliarla anche ad altre fasce d’età. In questo, il risultato che stiamo ottenendo è duplice: innanzitutto una minore incidenza della malattia, con quello che questo significa in termini di qualità e aspettativa di vita, e conseguentemente una riduzione della spesa sanitaria che, a fronte di un investimento in prevenzione, fa misurare un abbattimento rispetto al dato statistico delle necessità di assistenza e cura”.
Fonte - basilicatanet.it