Riserva Naturale di San Giuliano censimento dell'avifauna acquatica svernante

Il 23 gennaio scorso nell'ambito del Programma IWC (International Waterbird Census) organizzato e coordinato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) si è svolto nella Riserva Naturale di San Giuliano un censimento dell'avifauna acquatica svernante. L'iniziativa, che si svolge da diversi anni anche con il supporto locale e la collaborazione del Centro Recupero Animali Selvatici, serve a monitorare in una sola giornata, scelta come campione in un periodo definito, lo stato dell'area umida in riferimento alle specie spiccatamente acquatiche presenti.

Al censimento hanno preso parte 7 rilevatori: Matteo Visceglia, Egidio Fulco, Egidio Mallia, Caterina Coppola, Mariangela Arancione, Cristiano Liuzzi, Claudio Bernardi.

Le osservazioni sono state abbastanza difficoltose sia per le condizioni delle acque del lago particolarmente agitate, sia per la conformazione dell'intera zona umida che si estende in questo periodo su un tratto di circa 8 km tra lago e fiume ed è caratterizzata da numerose insenature dove la fauna spesso si rifugia tra la vegetazione occultandosi alla vista.

Il conteggio è stato effettuato in modo coordinato dividendo il gruppo in due squadre che hanno lavorato, utilizzando attrezzature adeguate, in modo indipendente per poi confrontare i propri dati e sintetizzare i risultati.

Le specie acquatiche osservate che rientrano tra i parametri richiesti dall'IWC sono state 20 mentre il numero complessivo di esemplari censiti ammonta a circa 1200. Indipendentemente dall'obiettivo del lavoro sono state censite anche altre 33 specie non tipicamente acquatiche che non erano pertanto oggetto specifico della ricerca IWC.

Grazie ai dati raccolti si è registrato un sostanziale calo di alcuni anatidi normalmente presenti negli anni passati con numeri molto più elevati. Tra questi in particolare Fischione e Alzavola che insieme non superavano i 330 esemplari mentre negli inverni precedenti le stesse 2 specie superavano abbondantemente il migliaio di esemplari con punte anche di 2-3 mila individui in alcuni inverni. Non sono note le cause di questo calo ma si ritiene che possa essere collegato ad una serie di fattori tra cui la disponibilità trofica, il livello idrico del lago, la qualità e caratteristiche delle acque. Non vanno esclusi comunque fattori esterni (compresi i fenomeni di bracconaggio) di cui non abbiamo sufficienti elementi oggettivi di valutazione.

I monitoraggi hanno la finalità di seguire l'evoluzione delle comunità faunistiche nelle zone umide protette e nelle aree soggette a particolari vincoli come ZPS (Zone di Protezione Speciale) e aree Ramsar in modo da cogliere ogni variazione positiva o negativa e segnalare agli organismi competenti eventuali problemi. Il controllo e la misurazione della biodiversità di un sistema ecologico complesso come una zona umida è paragonabile ad un termometro ambientale che ci racconta molte cose sulla salute di un territorio. Naturalmente occorre ricordare che i censimenti della fauna almeno nelle aree umide importanti regionali dovrebbero essere organizzati, promossi e sostenuti regolarmente dagli enti gestori delle varie aree in coordinamento con gli organismi nazionali di riferimento per la gestione della fauna come ad esempio l'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale.

In Basilicata opera da alcuni anni un nucleo di appassionati ed esperti, come il gruppo che ha svolto quest’ultimo monitoraggio, che gratuitamente mette a disposizione la propria competenza, il proprio tempo ed i propri mezzi a favore della conoscenza del patrimonio naturalistico lucano.

QUI ALCUNE IMMAGINI DI SUPPORTO AL COMUNICATO

ANATRE SELVATICHE

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AIRONE BIANCO MAGGIORE

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RISERVA NATURALE DI SAN GIULIANO

Centro Recupero Rapaci

TEL. 339-1637510

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