Lavoro UGL:svegliarsi da lungo letargo
“Da quando venne istituita la provincia di Matera, 1927, lo sviluppo generale della Regione, si è riversato indirettamente attraverso innumerevoli ed infiniti investimenti di risorse pubbliche che non hanno migliorato il tenore di vita tant’è che, nel 2011 la Basilicata è ancora una delle regioni italiane più povere e con un inesistente processo di sviluppo abbinato ad una scarsa iniziativa politica del governo regionale in campo industriale. A parere dell’UGL, questi sono tutti fattori che spiegano la condizione di svantaggio della Basilicata ed a ciò si giustificano il reddito pro capite tra i più bassi d’Italia abbinato ad un tasso di disoccupazione, tra i più elevati ben al di sopra della media nazionale ed europea”.E’ quanto denunciano congiuntamente in un comunicato stampa, Giovanni Tancredi e Giuseppe Giordano, rispettivamente segretario regionale dell’UGL Basilicata e segretario regionale metalmeccanici per i quali “l'unico vero distretto industriale, oltre alla collaudata FIAT SATA di Melfi che non ha bisogno del supporto politico, ci mancherebbe altro, poteva essere quello della provincia di Matera con la Ferrosud, Comer e le tante altre belle realtà produttive dell’indotto costituito dalle numerose aziende minori subfornitrici dei componenti. Il tutto, non è stato supportato da una politica attiva e capillare sul territorio, nonostante – proseguono i segretari UGL - la pioggia di finanziamenti pubblici e singoli sforzi siano stati spesi dove oggi si è determinato la desertificazione industriale. Per l’UGL Basilicata, noi lucani siamo abituati a tali episodi anomali e, non basterebbero parole per capire come in Basilicata vengono utilizzati i fondi pubblici. Se rapportata con la regione confinante, la Basilicata continua a perdere aziende, produttività e posti di lavoro. Esiste l’assenza ingiustificata di un accordo serio di programma che preveda il riassorbimento di migliaia di “esuberi”, oggi in cassa integrazione straordinaria, una soluzione alla paralisi totale del sito di Jesce con 165 addetti e de' La Martella con oltre 4000 lavoratori collocati in cig. Questo è il dunque di un’economia locale che stenta ad imboccare la strada della ripresa, nonostante le buone prestazioni di alcuni comparti. Le PMI rimaste “vive”, tra ‘la Martella e Jesce’ – continuano Tancredi e Giordano - , per l’UGL vanno avanti combattendo la crisi, tra un cimitero di fabbriche dismesse e fallite, mostrando attaccamento al territorio. A ciò si sommano le carenze strutturali storiche che continuano a rallentare la ripresa e che negli ultimi anni constatano l’inefficienza della pubblica amministrazione, che vincolata dal Patto di Stabilità, tarda nei pagamenti aggravando la scarsa liquidità delle imprese. Si è così giunti ad un paradosso: imprese con commesse di lavoro, non avevano la liquidità necessaria per acquistare le materie prime. La Regione Basilicata si è più volte battuta, in realtà, nell’insistere sugli “investimenti produttivi” e sull’aumento della produttività, con inefficaci campagne di innovazione tecnologica, per rendere competitivo ed appetibile il tessuto produttivo, ma in tale contesto si è dimostrato assurdo e fuorviante rispetto alle reali cause e proporzioni del problema. Le imprese continuano a chiudere oppure, nel caso di alcune ditte materane, hanno delocalizzato la produzione verso paesi esteri, chiaro segnale che “a casa loro” non stanno bene. A risoluzione di tutto ciò – concludono i due leader UGL, Giordano e Tancredi - dovremmo svegliarci dal torpore ed affrontare una volta per tutte, in maniera unita ed unitaria, la questione Basilicata perché è a rischio l’intero sistema economico e sociale che certamente non può attendere la conclusione di questo lungo letargo” .
UFFICIO STAMPA UGL BASILICATA