Dalla Gran Bretagna alla Basilicata: intervista a Dana Facaros
Dana Facaros, una giornalista inglese tra le più amate del Regno Unito, ha fatto del viaggio il suo biglietto da visita. Scrive per le maggiori testate inglesi (The Guardian, The Telegraph, The Sunday Times, The Indipendent) e non solo, ha scritto a quattro mani con il marito, una delle più belle e dettagliate serie di guide al mondo e un paio di settimane fa, ha scritto un pezzo sul Sunday Times, elogiando le bellezze della Basilicata: non potevamo certo lasciarcela scappare.
Quando e perché ha deciso di scrivere “Bay of Naples and Southern Italy” [La baia di Napoli e l’Italia Meridionale]?
Mio marito Michael ed io abbiamo deciso di scrivere una guida completa sull’Italia nel lontano 1987, era voluminosa a tal punto che l’editore Cadogan ha deciso di dividerla in due tomi nel 1990, dandoci anche la possibilità di arricchirla nei contenuti. Ecco come è nata la parte relativa il sud, in cui viene descritta la Basilicata.
Orson Welles scrisse "In Italia, per trent'anni sotto i Borgia, hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù.” Cosa ne pensa?
Lui sì, che ha ragione! Sembra infatti esserci una correlazione tra la crescita delle città-stato del Mille ―spesso in conflitto tra loro― e il fiorire del glorioso Medioevo e Rinascimento italiano. Perfino in epoca barocca, l’Italia aveva un incredibile vivaio di maestri artigiani, indispensabile anche oggi, per mantenere un patrimonio immenso come il vostro. Ho letto da qualche parte che c’è un’opera d’arte ogni due persone e quindi avete un’eredità immensa da salvaguardare.
Qual è l’aforisma che preferisce sull’Italia?
Uno che ci è stato insegnato da un amico, quando ci siamo trasferiti in Umbria: "Piangi quando arrivi e piangi quando te ne vai." È verissimo! Appena arrivati, ero così frustrata dalla burocrazia. Non saprei descrivere la tristezza tre anni dopo, quando ci siamo dovuti trasferire.
Cosa preferisce dell’Italia?
Tutto: la gente, le città, i paesaggi, il cibo, l’arte, il cinema, che sono poi tutte correlate tra loro.
Quando ha scoperto la Basilicata?
Nel 1987, quando abbiamo scritto la nostra prima guida sull’Italia. Devo ammettere che non ne sapevo nulla, fino ad allora.
Parte del suo libro parla della Basilicata, la descriva con tre aggettivi.
Questa non è facile …“Sola” direi. Quegli spazi deserti mi ricordano gli Stati Uniti, l’Ovest, alcune parti del Colorado o del New Mexico. “Segreta”, potrebbe apparire cupa per via del suo passato, ma è soprattutto un luogo sconosciuto, ricco di piacevoli sorprese.
Se ha avuto occasione di visitare la Basilicata, cosa l’ha colpita di più?E di meno?
Maratea è stata un’incantevole scoperta, una delle perle del Tirreno. Matera è così affascinante... ce la ricordiamo com’era prima del radicale recupero degli ultimi anni.
Ci piacciono sia la cucina che i vini—i vini del sud, così ricchi di sole. La cosa peggiore? Ci vorrebbero più alberi. So che nell’Ottocento vennero dal nord a deforestare ed è proprio per questo motivo che siamo rimasti bloccati da una frana durante la nostra visita. La regione dovrebbe impegnarsi a riforestare e recuperare le aree deturpate.
Cosa preferisce del suo lavoro?
Il viaggio è la parte divertente e siamo molto fortunati ad avere un lavoro come il nostro.
Dove ritornerebbe volentieri?
Non indugerei nel dire Italia, solo per bere il caffè o mangiare la pizza fatta come si deve! Più conosci un posto e più interessante diventa. l’Italia è piena di angoli nascosti.
Ha in progetto di tornare in Italia?
Certo che sì! Sa che stranamente non ci siamo mai venuti lo scorso anno? Devo pensare a un modo per tornarci quanto prima.
C’è qualcosa che vorrebbe dire agli italiani?
Rimanete come siete! Non vedo l’ora di rivedervi all’Eurovision Song Contest (desiderio esaudito n.d.r.)!!