Bonus benzina
Al fresco dell’aria condizionata di via Verrastro, in viaggio nelle auto blu che percorrono la Potenza-Roma, negli abiti scuri, nei fiumi di parole e nella burocrazia che scorre inutilmente, la politica, a tutti i livelli, ha perso il contatto con la realtà e con la gente. Ha perso di vista i bisogni del nostro territorio e delle persone che ci vivono. Solo vivendo in questo meccanismo che si chiama “politica” mi rendo conto, più di quanto temevo, quanto incida sulla vita di tutti noi.
E’ il “Bonus benzina” il tormentone estivo dei lucani che, anche quando ricevono qualcosa, sono costretti a farsi qualche domanda per capire se si tratta di “conquista o di sconfitta” orientandosi tra i favorevoli all´iniziativa e chi la ritiene una vergognosa elemosina. Ma, in questo caso, è più opportuno fare qualche calcolo. Semplici addizioni e sottrazioni che, con più chiarezza, possono dirci ciò che ci viene dato e ciò che ci viene tolto.
E´con entusiasmo che il senatore Latronico e il senatore Viceconte presentano ai cittadini lucani il bonus da 90€ e l´innalzamento dell´aliquota dal 7% al 10% ottenuta grazie alla “legge sviluppo”. Ma la piccola addizione di 90 euro, per ogni patentato lucano, che possiamo fare con il bonus non cambierà né la vita dei lucani né la situazione economica della Basilicata e non saranno ricompensati i cittadini della Val d´Agri per anni di pratiche estrattive al limite della devastazione ambientale. Il giacimento della Val d’Agri è il più grande d’Europa su terraferma e rappresenta oltre l’80 per cento della produzione nazionale di greggio. Questo significa che le cifre hanno tanti zeri. Tutti questi zeri, però, non possiamo addizionarli alla Basilicata ma soprattutto non possiamo addizionarli ai cittadini, a loro vengono solo sottratti guadagni, beni ambientali, qualità della vita e salute.
Il conto è presto fatto: ai petrolieri vanno circa 1.200.000.000 di euro all’anno, agli enti locali vanno circa 85.000.000 di euro all’anno e ai cittadini lucani vanno 90 euro di benzina all’anno. Sono cifre, sono conti, sono sottrazioni e addizioni, i cosi detti “svantaggi e vantaggi” fra quello che ci viene dato e quello che ci viene tolto. Ogni lucano deve considerare questo quando si incolonna presso un ufficio postale per ritirare la sua card.
Sarà con lo stesso entusiasmo che il senatore Latronico e il senatore Viceconte, da cittadini e patentati lucani, spenderanno il loro bonus benzina? Come si accorgeranno di aver ricevuto un vantaggio se solo per espletare il loro mandato elettorale di presenza in Parlamento devono percorrere la Potenza-Roma almeno una volta la settimana e sono 900 km (andata e ritorno), per 4 settimane diventano 3.600 km. Per 12 mesi si arriva a 43.200 km. Quanti bonus sono serviti al senatore Latronico e al senatore Viceconte per assicurarci questi “grandi vantaggi” dal petrolio?
Ma in questa operazione gli “attori” non sono solo il Governo e il popolo Lucano con la sua dirigenza politica, in mezzo c’è MasterCard e le Poste italiane rispettivamente per la produzione e per la gestione di ciascuna Carta. Ci sono le commissioni e le transazioni. Ci sono le somme che potrebbero restare dimenticate in giacenza per smarrimenti, dimenticanze, decessi. Ci sono i giorni di valuta sulle giacenze prima che siano spesi (parliamo di milioni di euro). Questi, per chi non è addetto ai lavori, sono i conti sommersi, quelli cioè a cui non fa caso nessuno che sfuggono al cittadino e quindi quasi dimenticati e sottovalutati, eppure anche qui gli zeri sono tanti.
E i conti portano ad un'altra riflessione: in Lucania ci sono circa 270.000 patentati (Fonte Motorizzazione Civile) a 90€ per uno si arriva a 24.300.000 euro, una cifra che può corrispondere a circa 2.025 contratti di formazione lavoro, rigorosamente fatti in azienda, con stipendi mensili netti di 800 euro per un anno. Può un bonus essere preferito a scelte più razionali per la nostra terra e per il nostro futuro?
Le proposte che la politica deve fare hanno l’obbligo di regolare le estrazioni e di restituire ai lucani ciò che gli viene tolto in termini economici, di attuare, anche in questo caso, una politica per l´occupazione, di garantire il diritto alla salute e all’ambiente sano altrimenti sarà sempre più difficile fare l’agricoltore, l’imprenditore o l’operatore turistico in Basilicata.
Non è il “bonus” il vero beneficio che le famiglie lucane si aspettano dalle attività di estrazione e non può “passare” come un vantaggio per i cittadini della Basilicata.
La politica entra nelle case della gente a chiedere fiducia per un mandato elettorale, sarebbe opportuno entrare adesso nelle case dei lucani e fare con loro un po’ di conti: sempre semplici addizioni e sottrazioni per capire come può sopravvivere un nucleo familiare medio di quattro persone con uno stipendio medio di 1.200 euro mensili? E senza inutili e dannosi proclami possiamo verificare che 90 euro l’anno per quattro patentati, il massimo del beneficio per una famiglia, aggiungono al bilancio familiare 360 euro l’anno. Una cifra che non è pari ad una sola spesa fissa per mantenere un’automobile, (bollo, assicurazione e manutenzione).
E cosa dire delle famiglie a basso o senza reddito, dei cassintegrati, dei disoccupati giovani e di mezza età che non riusciranno più a reinserirsi nel mondo del lavoro che aspettano la pensione sociale, che vivono senza mezzi e senza prospettive. Di tutte quelle sacche di povertà reale dove manca l’ accesso a beni essenziali e primari, ovvero a beni e servizi sociali d'importanza vitale. Lì dove non si riesce più ad assicurare i minimi mezzi di sussistenza.
Nei confronti di queste persone la politica lucana deve avere rispetto e pudore. Sono i propri elettori e cittadini, gli stessi a cui si rivolgono campagne elettorali con promesse di benzina a metà prezzo, posti lavoro, investimenti, sviluppo e infrastrutture. Un pieno di benzina va offerto a tutti quei politici che permettono che i lucani vengano umiliati in questo modo, perché vadano via da questa regione ed evitino di continuare a distruggerla e di continuare a mortificare la dignità del suo popolo svendendo l’unico vero patrimonio che possiamo subito monetizzare: il petrolio.
E chi non sa vendere ricchezza può solo spartire povertà!
Capogruppo IDV in Consiglio regionale
Nicola Benedetto