Rocco Papaleo al Giffoni film festival
Giffoni. Continuano le performances della pattuglia degli 11 studenti lucani della provincia di Matera alla 41^ edizione del Giffoni film festival, la rassegna internazionale di film per ragazzi.
Una iniziativa del Cinema Andrisani di Montescaglioso, “avviata nel 2004 – tiene a precisare Giuseppe Disabato nella sua qualità di responsabile culturale - cui quest’anno hanno aderito 40 scuole di ogni ordine e grado, grazie alla collaborazione di tantissimi docenti e di altrettanti dirigenti scolastici, che ringraziamo per questa eccezionale opportunità che offrono ai loro studenti”.
Ed oggi il tanto atteso corregionale Rocco Papaleo è stato salutato con particolare calore dai ragazzi della Basilicata con una raffica di domande poste anche da studenti provenienti dalla Russia.
Ha esordito Giuseppe Sole della scuola media di Pisticci, che in una sala affollata da oltre 700 ragazzi provenienti da ogni parte del mondo, gli ha chiesto come risolvere la difficile situazione italiana, soprattutto in ordine alla ventilata secessione del nord dal sud Italia.
“Semplicemente – gli ha risposto Papaleo – capovolgendola fisicamente, in modo che il sud si possa trovare più vicino all’Europa. Naturalmente, fuori dalla battuta, penso che entrambe le culture debbano dare il meglio di se stesse e che debba essere realizzata una rivoluzione culturale, in cui il cinema, che è un condensato di arti, possa rappresentare un ottimo veicolo culturale”.
“E poi credo che bisogna essere più onesti e bravi e fare dei bei film, per i quali non ci vogliono grandi capitali, ma una grande umanità: quella che viene dal di dentro di ciascuno di noi, come è successo nel neo realismo”.
“Ma che volevi dire Rocco – gli ha chiesto Rosita Viggiano dell’Itas di Marconia – quando dici che la Basilicata esiste e cosa bisogna fare per far conoscere la cultura della Basilicata nel mondo?
“Voglio dire che esiste come si dice che esiste Dio. Volevo anche un po’ scherzarci sopra, perché credo che la Basilicata non è terra sconosciuta, pur non trionfando sempre la meritocrazia. Però penso che chi il talento ce l’ha lo può utilizzare come rompighiaccio per farsi strada. Il talento, infatti, va coltivato e messo alla prova continuamente”.
Mentre Anita Giannantonio del Liceo Scientifico di Bernalda gli ha chiesto perché nel film Coast to coast ha dato un’immagine della Basilicata, che sicuramente non esiste più.
“Semplicemente perché è una favola poetica – ha risposto Papaleo – e non è un documentario. Avrei anche potuto togliere il riferimento alla nostra regione, ma so che le avrei potuto fare un torto. E’ un andare a piedi a fare il poeta, è una storia leggera ed insieme un omaggio alla libertà delle donne lucane”.
Pino Gallo