Montescaglioso in un libro della Cambridge University Press - di Ilenia Litturi

COSA ACCOMUNA CAMBRIDGE E MONTESCAGLIOSO?

Non capita certo tutti i giorni di venire menzionati da un libro pubblicato dalla casa editrice inglese di proprietà dell’Università di Cambridge (Cambridge University Press). Cosa collega Roma, Montescaglioso e Cambridge? Un libro recentissimo, intitolato “Rome Across Time and Space: Cultural Transmission and the Exchange of Ideas, C.500-1400” curato da Claudia Bolgia, Rosamond McKitterick e John Osborne. Abbiamo quindi doverosamente intervistato la Dottoressa Bolgia, docente associata dell’Università di Edimburgo, già premiata per un suo precedente lavoro dal Centro Studi Rinascimentali dell'Università di Harvard.

Quando ha iniziato a scrivere questo libro? Cosa le ha dato l’input?

Questo libro nasce, prima ancora che come libro, come conferenza, che si tenne presso l’Università di Cambridge nel luglio 2008. Nasce quindi come dialogo tra esperti di discipline diverse, dalla storia all’architettura e la storia dell’arte, dalla letteratura alla liturgia, dall’archeologia alla numismatica, provenienti da Università e aree culturali diverse. Ero interessata ai temi della trasmissione culturale e dello scambio di idee, ed in particolare al ruolo svolto da Roma nel processo di trasmissione e scambio attraverso lo spazio, cioè i rapporti tra Roma e le aree culturali limitrofe e il tempo, cioè il rapporto tra la Roma antica e la Roma medievale. Volevo che gli studiosi si confrontassero su questo tema con una serie di contributi verbali, in modo tale che avessero la possibilità di rispondere alle domande di tutti i partecipanti al convegno, e poi incorporassero le risposte nei contributi scritti, destinati al libro.

Quali sono i pregi e le difficoltà di curare un libro scritto“a più mani”?

Sono stata molto fortunata: ho lavorato con un team di studiosi di altissimo livello che hanno capito immediatamente la natura del libro, accettando entusiasticamente non solo di discutere il tema dello scambio di idee tra Roma e le aree limitrofe, il nord e il sud d’Italia, Bisanzio, l’Inghilterra, la Francia, ma anche di scambiare idee tra di loro. A me e ai co-curatori del volume, la Professoressa Rosamond McKitterick e il Prof. John Osborne è rimasto il piacevole compito di coordinare i diversi interventi e strutturare il volume in capitoli tematici.

Come è stato svolto l’amanuense lavoro di ricerca?

Ogni studioso ha lavorato secondo metodologie diverse, specifiche delle diverse discipline di appartenenza. Uno degli aspetti interessanti del libro è proprio la molteplicità di approcci metodologici, che combina, per esempio, ricerca d’archivio, scavi archeologici, e analisi filologica dei testi.

Quale eredità ha lasciato Roma nello spazio e nel tempo?

Molte e durature eredità. Bisognerà leggere il libro per scoprirle.

Quale episodio l’ha colpita di più durante le ricerche?

La disponibilità dei colleghi al dialogo e al confronto dei risultati delle ricerche individuali.

Ad un certo punto del libro, a pag. 239 per la precisione, viene menzionato il comune di Montescaglioso. Per quale motivo il ritrovamento del “tesoro di Montescaglioso” è stato così importante?

Il tesoro viene menzionato nel contributo del Dott. Bill Day. Da parte mia posso dire che il ritrovamento è molto importante proprio perché ci dà la misura di una circolazione capillare di idee, un autentico scambio in due direzioni, favorito dalla circolazione di oggetti di grandissima mobilità, quali appunto le monete. Il libro discute i temi di ‘centro’ e ‘periferia’, insistendo sul fatto che Roma è stata un fondamentale centro di snodo nella trasmissione di idee, ma che un ruolo altrettanto rilevante nella circolazione culturale hanno svolto tanti piccoli centri. Mi sembra importante ribadire il ruolo dei piccoli comuni, che meritano di apparire nella mappa dei grandi scambi culturali internazionali che hanno contribuito alla formazione dell’Europa moderna.

Ilenia Litturi

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