Dall'Australia un omaggio a Matera
Angela Di Sciascio è un’italo-australiana nata e cresciuta dall’altra parte del mondo che ha sempre sentito il richiamo della terra natia e dopo la malattia che ha afflitto il padre e la paura di perdere quell’unico brandello che la legava all’Italia, ha preso armi e bagagli ed è partita alla volta del Belpaese alla ricerca delle sue origini. La sua esperienza è diventata un libro intitolato “Finding Valentino- Four Seasons In My Father’s Italy” (Alla ricerca di Valentino― Quattro stagioni nell’Italia di mio padre). L’abbiamo intervistata in esclusiva.
Ci racconti di lei.
Sono cresciuta nel paesino dell’entroterra australiano in cui vivo tutt’ora. Mio padre emigrò dall’Italia e sbarcò in Australia nel 1952. Qui sposò un’australiana, cosa piuttosto rara per l’epoca visto che i matrimoni erano per lo più tra italiani. Insegno inglese a chi si trasferisce da queste parti e data la mia propensione verso il prossimo, penso che la mia professione rispecchi fedelmente ciò che sono. Amo viaggiare e sono stata molto fortunata perché ho potuto farlo. Amo scoprire nuove culture e adoro assaggiare nuovi cibi. Cucinare è infatti un’altra mia grande passione e mi diletto quando sto un’intera giornata in cucina a spadellare per gli ospiti e ovviamente cucino all’italiana. Ma sono convinta che nel mio libro traspaiano tutte queste sfumature del mio carattere.
Finding Valentino è un libro intenso che tiene incollato il lettore dalla prima all’ultima pagina. Come ci è riuscita?
Sono entusiasta di come sia rimasta rapita dal mio libro. Volevo che i lettori capissero perché ho intrapreso questo viaggio nella terra natale di mio padre e il miglior modo per farlo è stato iniziare partendo della sua battaglia contro l’Alzheimer. Non ricordava più nulla del suo passato e dentro di me era divampato l’ardente desiderio di sapere da dove venivo e quindi ho deciso di passare un anno alla scoperta delle mie origini. Penso inoltre che la scelta di suddividere il libro in stagioni aiuti il lettore a seguirmi nel viaggio durato un anno alla scoperta dell’Italia. Ho voluto di proposito far rivivere il ciclo delle stagioni che ho vissuto in prima persona, attraverso la descrizione dell’ambiente, degli alimenti prodotti nella fattoria di mio zio e del cibo che cucinavo e mangiavo. Ho cominciato e terminato il mio viaggio in inverno ma ho goduto appieno di tutta quella meraviglia che c’è stata nel mezzo.
Cosa viene prima, la trama, i personaggi o l’ambientazione?
Per quanto mi riguarda, l’essenza del romanzo sta nell’ambientazione. Certamente scrivo di mio padre, del viaggio in cui ho preso coscienza delle mie radici italiane. Ma in realtà a farla da leone sono le montagne, il mare, le colline, le campagne tappezzate di colori, le città, i piccoli centri italiani e soprattutto l’Abruzzo.
Perché ha deciso di scrivere questo libro?
Inizialmente l’ho scritto pensando a mie nipoti. Volevo rimanesse loro qualcosa di importante. Se vorranno intraprendere un viaggio alla scoperta delle loro radici saranno guidate, oltre che dal legame con mio padre, anche dalla mia esperienza. In fondo in fondo, ho scritto questo libro per me stessa, per capire chi sono e cosa veramente conti nella vita.
Chi ha influenzato il suo modo di scrivere?
Amo quando leggo un libro e sembra quasi che l’autore mi stia parlando. Ho provato a farlo anch’io con il mio. Volevo che i lettori potessero assaporare con me l’Italia, accompagnandomi passo passo.
Quanto influiscono la sua personalità e la sua esperienza nel suo modo di scrivere?
In Finding Valentino è impossibile non cogliere la mia personalità e la mia esperienza perché traspaiono in ogni singola pagina. Penso sia chiaro quanto sia avventurosa, coraggiosa, sensibile ed emotiva. Mi auguro inoltre che quest’opera sia un onesto ritratto del viaggio in senso lato, oltre che della mia esperienza personale. È come viaggiare indipendentemente da me o dalla mia storia. E non è sempre così facile, specialmente per una donna. Mi auguro che anche i lettori lo possano sperimentare nella lettura.
Cosa ci racconta della copertina?
Amo la copertina perché incarna gli ideali di casa e famiglia. Mi immagino d’estate, seduta sui gradini dell’abitazione di quella signora che chicchera alla finestra con i vicini. Tutte le altre foto sono mie o comunque le ho scattate io. Quando le rivedo è un tuffo nella memoria e amo in modo particolare quella in cui sono con mio padre, scattata poco prima della pubblicazione del libro. Purtroppo è scomparso prima di Natale e quella è la nostra foto assieme che preferisco.
Ci racconti del suo libro.
Finding Valentino non è solo una raccolta di appunti di viaggio o di ricette, ma è anche un racconto poliziesco. Racconta di un anno trascorso in Italia alla scoperta della terra natia di mio padre. E lui a causa della sua malattia si è portato via oltre ai suoi racconti, i ricordi della sua infanzia. Volevo conoscere quanto più possibile sul suo passato, sulle mie radici e sulla sua lingua per riuscire a comprendere e capire chi sono veramente. Il cibo la fa da leone nel libro perché è il più forte legame che ho con lui.
Com’è crescere in Australia? È sempre stata conscia delle sue origini italiane?
Mi sento fortunata di essere cresciuta in Australia parchè è un luogo meraviglioso in cui vivere.
L’unico neo è che è così lontana dal resto del mondo … molti italiani hanno fatto dell’Australia la loro casa e quindi in realtà sono sempre stata circondata dalle mie origini abruzzesi. Mio padre parlava continuamente dell’Italia e quindi abbiamo sempre respirato le nostre origini. Purtroppo non parlavamo italiano in casa e questo sarà sempre un vuoto incolmabile, sarebbe stato bellissimo impararlo in tenera età. Anche se penso sia dovuto al fatto che noi fossimo spesso a casa con nostra madre. Siamo cresciuti quindi come una qualsiasi altra famiglia australiana, visto tra l’altro che per mio padre era molto importante che ci inserissimo senza alcun problema; con la fortuna però di avere nell’orto le piantine di pomodoro, di mangiare quotidianamente la pasta e di accompagnare ogni pasto con un buon bicchiere di vino rosso. A noi piace pensare di aver goduto del meglio delle due culture.
Quanto importano le sue radici?
Le mie radici italiane sono per me importantissime. Mi hanno plasmata. Sono in contattato con la mia famiglia italiana e sento una connessione importante con il paesino abruzzese da cui tutto ha avuto inizio.
Conosce qualche parola in italiano?
Con il passare del tempo, ho acquisito più dimestichezza con l’italiano e in modo particolare con il dialetto della zona da cui proveniva mio padre. Capisco molto più di quello che poi riesco a comunicare. Amo il suono delle parole italiane e l’energia con cui vengono emesse. È una lingua ritmica ed espressiva. La mia parola preferita è ‘prego’. Viene usata in così tanti diversi contesti e con così tante sfumature … una parola semplice ma complessa al tempo stesso.
Cosa le piace e non le piace degli italiani?
In realtà non c’è nulla che non mi piaccia degli italiani. Ci sono indubbiamente dei comportamenti che mi mettono in imbarazzo, ma rientrano nelle differenze tra italiani ed australiani. Nel mio libro parlo dell’essere ‘furbo’. A parere mio non c’è nulla che differenzia di più le due culture. Gli italiani sono sicuri e pieni di vita a tal punto che per gli australiani possono sembrare quasi sfrontati e noi australiani invece ci facciamo molti meno problemi e siamo poco esigenti. Ma questa differenziazione non vuole essere negativa, descrive il significato della parola differenza. Quello che amo di più degli italiani è il loro gusto per lo stile e per l’estetica. Gli australiani invece non curano i dettagli. Gli italiani hanno un meraviglioso modo di armonizzarsi con ciò che li circonda, si vestono in base alla stagione, con un forte senso di orgoglio e con grande rispetto per chi li guarda. Il modo in cui ci si prepara per la passeggiata ne è un esempio. Non esiste nulla di simile in Australia e quando ero in Italia adoravo le passeggiate.
Se le dico Matera, cosa le viene in mente?
Ah Matera! Ho visitato Matera e non dimenticherò mai il colore della pietra e il modo in cui le case
sono incastonate nella roccia. Il giorno in cui l’ho visitata era un giorno tranquillo. Ricordo di aver vagato trasportata dalla brezza che si rincorreva tra le viuzze e i suoni del conservatorio mi accompagnavano, creando un’atmosfera indimenticabile. Ricordo ancora la pasta con broccoli che ho mangiato con i miei amici in un ristorantino tipico nei Sassi, una bontà! Matera è una città misteriosa, che ha sofferto molto in passato ma per me è un posto bellissimo da visitare.
Qual è la soddisfazione maggiore per uno scrittore?
Sicuramente la reazione dei lettori. È splendido come la mia esperienza di vita sia echeggiata così profondamente nell’animo di tante altre persone. Alcuni si rispecchiano nel libro per l’immigrazione, altri per l’Alzheimer o semplicemente per il loro amore incondizionato per l’Italia. Indipendentemente dalla ragione, mi sento privilegiata perché la mia storia è stata letta da così tante persone …
Cosa vuole che rimanga ai lettori del suo libro?
Vorrei che i lettori italiani capissero come viene visto questo splendido paese. Ci sono moltissimi discendenti di italiani in Canada, America, Argentina e in Australia (vedi il mio caso), che lottano con la loro identità e vogliono conoscere le loro radici. Sono stata fortunata perché ho potuto fare le valige e partire, trovando ospitalità presso dei parenti e sono entusiasta di aver assaporato per un anno l’Italia. Un sogno irrealizzabile per molti. Spero che i lettori potranno capire il mio amore per l’Italia, l’amore di mio padre e della sua famiglia e la pace che ho trovato nella mia vita italo - australiana.
C’è qualcos’altro che vorrebbe aggiungere?
Spero che ai lettori piaccia il libro. Per maggiori informazioni possono andare sul mio sito (www.findingvalentino.com.au). Grazie per avermi intervistata e le auguro tante belle cose.
Grazie di aver portato l’Italia in Australia.
Ilenia Litturi