Lettera aperta del Sindaco di Craco La Cicerchia

Questi comuni infatti ne sono attualmente esclusi pur se interessati per circa 35 Km. dal passaggio dell'oleodotto che rappresenta , come dimostra l'incidente in agro di Bernalda , un rilevantissmo impatto ambientale territoriale. Non appaia in contraddizione la mia posizione, le compensazioni ambientali le chiediamo per quello che già avviene da 15 anni e ci sono comuni dove non passa un metro di oleodotto che ricevono lauti finanziamenti: i 40000 cittadini di questi comuni non accettano più queste discriminazioni.
La rincorsa al permesso di ricerca ( che garantisce la futura concessione ,senza ulteriore valutazione, alla compagnia che lo ottiene) da parte di multinazionali che poi cedono quote azionarie e passano magari di mano a compagini tutt'altro che trasparenti con triangolazioni geografiche inaspettate, diventa sempre di più simile ad un far west, ad un accaparramento : un appalto del territorio praticamente gratis ( per i permessi non si pagano royalties) che dura anche decenni poichè rinnovabile/prorogabile su semplice presentazione di istanza .E' evidente che il problema è nazionale , europeo e che le linee sono date non dalla politica ma dai poteri forti delle multinazionali e per ciò che ci riguarda dall'Eni.
La visione del futuro e del mondo di Scaroni è stata esemplificata in una intervista da lui concessa qualche settimana fa in cui l'AD di Eni chiarisce e confida che il suo modello è il Texas .
Bè io dico che a Scaroni e Passera , che vuole bloccare lo sviluppo delle fonti rinnovabili, noi lucani dobbiamo rispondere che non ci stiamo e che la via petrolifera allo sviluppo non la vogliamo perchè è la via del sottosviluppo , dell'annientamento delle risorse storico ambientali , gastronomiche e della famigerata identità lucana a cui spesso ci richiamiamo tutti in modo evidentemente ipocrita.Caro Scaroni noi lucani siamo , se proprio dobbiamo guardare agli USA più californiani e newyorkesi che texani.
C'è un gruppo dirigente che vuole ipotecare il futuro della Basilicata spesso incassando solo un misero posizionamento personale di potere : la garanzia di essere la classe dirigente dei prossimi 20 anni e magari fino a che dura la vita,poichè affidataria della gestione di ingenti risorse ( le future royalties e i distretti tecnologici , le infrastrutture e i progetti speciali previsti dall'addendum , il famigerato e tanto decantato art. 16) che consentono il perpetuarsi e svilupparsi di potenti clientele e sviluppo , questo sì, di cerchi magici che fanno della Basilicata come già in passato una reatà bolscevica , anzi la vera Unione Sovietica dato che quest'ultima infine crollò sotto la caduta del muro di Berlino.
Io , sindaco di un piccolo comune della Basilicata voglio dire al mio partito , il PD , ai cittadini lucani e a tutte le forze del cambiamento di questa regione che va aperto un dibattito pubblico vero su questa scelta mettendo a confronto il mondo scientifico , l'Università lucana anzitutto , della cultura , della politica e delle istituzioni ( sono in realtà molti i sindaci che non ci stanno pur se abbiamo un silenzio assoluto dell'Anci regionale) . dell'associazionismo : non ispira fiducia e non è credibile un gruppo dirigente che rifiuta tale metodo democratico , e ,se serve a decidere, che si promuova anche un referendum regionale in cui tutti i cittadini lucani posssano decidere il proprio futuro. La maggioranza vince e la minoranza si adegua. Questa è la democrazia.
Intanto che fare? I programmi della Val D'Agri , della Valle del Sauro e del Camastra devono secondo me proseguire, adeguando in modo significativo le royalties e in questi siti deve essere avviato un grande programma di investimenti per la riduzione delle emissioni e per sperimentare e innovare nuove tecnologie e coinvolgere cittadini , associazioni , istituzioni locali in una gestione trasparente dei rifiuti , del monitoraggio ambientale, programmi sanitari avanzati di prevenzione per le popolazioni locali e finalmente qello che le realtà regionali avanzate ,cui spesso ci ispiriamo, hanno in Italia dalla riforma del 1978. GLI OSSERVATORI EPIDEMIOLOGICI.
La mia non è una posizione improvvisata: ci sono ragioni microeconomiche e macroeconomiche , culturali e politiche che dimostrano che ci sono vie migliori per garantire un futuro di sviluppo sostenibile per la Basilicata , sarà interessante andare ad un confronto vero: voglio ricordare che un giorno di turismo culturale ( albergo, ristorante , un libro , una guida turistica , prodotti artigianali ed enogastronomici, uno spettacolo e magari una visita ai musei e alle aree archeologiche ecc.) in Basilicata porta un pil pari a 3 barili di petrolio e porta a 30 barili se il parametro di riferimento è ciò che ritorna alla basilicata con royalties pari al 10%. Vorrei ricordare che con una media di tremila presenze giornaliere raggiungiamo il valore di 100.000 barili giorno e che per produrre il pil turistico lavorano circa l'800% di manodopera in più di quella del petrolio . Il fatturato aggregato dell settore turistico in Basilicata è molto maggiore delle royalties ricevute : siamo sicuri di poter conservare tutto ciò: chiediamocelo, diamoci delle risposte e diamo delle risposte ai nostri figli che emigrano con dignità, come sempre.
Pino Lacicerchia Sindaco di Craco