Moratoria petrolio, Rosa e Blasi su sentenza Consulta
“Oggi la Consulta, con la sua decisione, inconfutabile nella corretta interpretazione del quadro normativo nazionale e regionale, fa riemergere le contraddizioni e la debolezza politica dei partiti e degli attori di quella stagione politica”.
E’ il commento di Gianni Rosa, consigliere regionale del Gruppo Misto ed esponente di Fratelli d’Italia, e Gianfranco Blasi, di Grande Sud, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma sulla moratoria delle estrazioni petrolifere contenuta nell’art. 37 della legge regionale n.16/2012.
I due esponenti politici ricordano le dichiarazioni del presidente della Regione De Filippo, che “dopo l’approvazione dell’art.16 al decreto sulle liberalizzazioni del Governo Monti, nel non lontano novembre 2012, aveva affermato: ‘Il voto alla Camera, con il via libera alle previsioni dell’art.16, rappresenta uno spartiacque nella storia del petrolio lucano. La norma approvata – spiegava – sancisce due aspetti irrinunciabili per la Basilicata: l’affermazione dei “principi di sicurezza per la salute dei cittadini e la previsione di ‘sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi’. ‘Non si tratta – aveva sostenuto De Filippo – di rivendicare primogeniture o risultati, ma la Basilicata nel suo complesso, anche trasversalmente rispetto al quadro politico, ha saputo fare tesoro dell’esperienza fatta con gli accordi del 1998 ed è riuscita ad andare ben oltre le sole royalties che, sebbene 14 anni fa abbiano rappresentato un passo in avanti, sono a livelli tali da non poter dare il contributo significativo di sviluppo che questa terra attendeva’”.
“Come noto l’art.16, in uno con il così detto Memorandum – aggiungono Rosa e Blasi -, esplicitava la comune volontà del Pd e dei vertici del Pdl lucani (agli osservatori attenti non sfugge il passaggio del governatore dimissionario sulla ‘trasversalità’ politica dell’operazione) di investire sul petrolio e sull’espansione della produzione. Salvo poi, dopo qualche mese, proporre legislativamente la moratoria, cioè il blocco totale di coltivazione e di incremento produttivo degli idrocarburi. A ben vedere si tratta di una schizofrenia politica e programmatica che salta facilmente agli occhi. Viceconte e De Filippo, in nome e per conto di buona parte delle classi dirigenti che rappresentavano, tentarono un colpo di mano. Una via allo sviluppo che passasse per il petrolio e per un accordo con le società petrolifere. Salvo poi fare marcia indietro”.
“Il risultato è un sistema Basilicata ancora meno credibile. Viceconte e De Filippo non avevano fatto i conti con il disincanto del popolo lucano e con la forte sensibilità ambientalista maturata in regione negli ultimi anni, anche dalla maggior parte dei nostri sindaci. Ora – concludono Rosa e Blasi - arrampicarsi sugli specchi con dichiarazioni del tipo ‘ripeteremo il nostro no volta per volta’ è drammaticamente insufficiente. Dovrà essere il prossimo Consiglio regionale a fare la scelta definitiva. E la campagna elettorale servirà per esprimere le posizioni chiaramente. Questi saranno mesi di una sofferta e lenta transizione. Noi di Fratelli d’Italia e Grande Sud ne discuteremo in Val d’Agri grazie a i l@b e ai dirigenti dei partiti che aderiscono al cartello politico e civico che abbiamo costruito, oltre che con i tecnici, gli ambientalisti e gli economisti che sono stati invitati. Quel che è certo è che il petrolio non potrà essere il futuro della Basilicata. Storia, territorio, bacini ambientali, cultura ed identità propendono per una strada diversa da Fiat – Fenice e dal petrolio. Pdl e sinistra comprenderanno che una sfida simulata fra di loro dopo tutto il consociativismo di questi anni non è praticabile. Si apre una nuova stagione”.
Fonte Consiglio Informa - basilicatanet.it