Rosetta Costantino insegna agli americani la Basilicata autentica

Rosetta CostantinoLa storia di Rosetta Costantino è la storia di una fantastica calabrese che è riuscita a riscattarsi in America assieme alla famiglia, grazie alle radici che sono solide e ben radicate. Il New York Times ha inserito la sua ultima fatica letteraria tra i 25 libri di cucina più importanti del 2013 e il suo blog è una tappa obbligatoria per chi oltreoceano vuole cimentarsi con il vero cibo italiano.
Dopo il successo riscosso da "My Calabria", Rosetta incanta gli americani con "Southern Italian Desserts", un volume di 244 pagine in cui spiega passo passo 75 ricette di dolci, che sono un gusto per gli occhi, il palato e fanno fantasticare l'olfatto, tutto all'insegna del genuino e del tradizionale. Un omaggio alla vera arte culinaria del Sud Italia (Calabria, Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia). L'abbiamo intervistata in esclusiva. 
 
Chi è Rosetta Costantino? Ci racconti di lei.
Sono nata a Verbicaro in Calabria. I miei genitori sono emigrati negli Stati Uniti nel 1974 e all'epoca non conoscevo neanche una parola d'inglese. Ho iniziato il liceo e ho continuato i miei studi all'Università della California a Berkeley.  Mi sono laureata in ingegneria chimica e nel 1983 ho iniziato la mia carriera nella Silicon Valley.  Ho avuto una carriera ricca di successi ma sono arrivata a un punto in cui non facevo altro che lavorare, ero la direttrice e avevo due figli ma non avevo mai tempo per loro.  Nel 2001 la svolta: avevo deciso di lasciare questa carriera, ma non me lo hanno permesso e così ho continuato a lavorare da casa. Ho deciso di dare  lezioni di cucina per far conoscere la vera cucina calabrese agli Americani.  Dove vivo non ci sono ristoranti del Sud Italia come a New York, perché la maggior parte dei ristoranti sono toscani ed ero arrivata a un punto in cui ero stufa che gli Americani pensassero che non esistesse altro al di fuori della Toscana. Non sapevano neanche dov'era la Calabria. Ho deciso così di far conoscere i veri sapori della mia terra. Ho avuto molto successo anche perché hanno scritto un articolo parlando di tutte le tradizioni calabresi che i miei genitori hanno continuato qui in California. Ho continuato con le lezioni di cucina e dopo un po' ho deciso di scrivere un libro e nel 2007 ho lasciato la mia carriera.  Il mio primo libro "MY CALABRIA" è stato pubblicato nel 2010 da Norton. Ha avuto molto successo e ho iniziato anche a fare un tour enogastronomico per fare conoscere la Calabria attraverso il cibo e i vini. È il mio regalo alla mia Calabria perché spero un giorno tutti sapranno dove si trova e la sceglieranno come meta turistica. Abito nella baia di San Francisco, a Oakland.  Ho aperto il mio primo blog "Calabria from scratch" e adesso si trova tutto sul mio sito  "Cooking with Rosetta". 
 
Com'è nata la sua passione per la cucina?
È nata grazie alle mie nonne e a mia mamma. Sin da quando ero piccola ero sempre in cucina con le mie nonne (mia mamma mi lasciava con loro perché lavorava in campagna con mio papà). Volevo sempre cucinare e aiutare in cucina. Per me era divertente vedere i frutti del mio lavoro. Mi ricordo la prima volta che ho preparato un sughetto semplice di pomodoro, avevo otto anni e quando la mamma è ritornata a casa mi ha sgridata perché aveva paura che mi potessi bruciare. 
 
Che ricordo ha di “People are Talking”?  
Come hai saputo di "People are Talking"?  È stato nel 1983 sono stata invitata in televisione per preparare un piatto di pasta con crema di zucchine che ho inventato per il Festival delle Zucchine. Mi ero appena laureata all'Università di Berkeley e cercavo lavoro e ho pensato di partecipare a questo Festival e ho poi ho vinto per i primi piatti. Mi ero convinta di scrivere un libro con 1001 ricette di pasta perché nel 1983 non ne esistevano in lingua inglese, ma ho poi trovato lavoro nella Silicon Valley e ho accantonato l'idea del libro. 
 
Cosa ne pensa del fatto che l’UNESCO abbia decretato la dieta mediterranea patrimonio dell’umanità?  
È un peccato che sia stato un ente come UNESCO a riconoscere il valore della nostra dieta. La nostra non è una dieta ma è un modo di vivere. È l'unica dieta che conosco e spero prosegua in Italia come nel resto del mondo.  È quello che cerco di fare qui in California: insegnare nelle mie lezioni di cucina le tradizioni dei mei nonni e dei miei genitori, conoscere i sapori della terra, pensi che porto ortaggi del mio orto e apprezzano molto la nostra dieta. I californiani, sono molto consapevoli rispetto ciò che mangiano e vogliono conoscere la vera dieta mediterranea.  Il mio primo libro è un testamento alla cucina Mediterranea, una cucina semplice, ricca di tradizioni, nata dalla povertà.
 
Quando pensa all'Italia cosa le viene in mente?
La dolce vita come ad esempio, la passegiata, il pranzo della domenica, le feste, il passare il tempo al bar con un buon espresso guardando le persone e tutte le altre bellezze dell'Italia come il mare del Sud Italia...
 
Qual è il primo gusto che ricorda?
Ce ne sono molti, ma ricordo sempre il latte di capra appena munto direttamente nella mia tazza ancora caldo e schiumoso come un cappuccino e lo bevevo così ogni volta che andavo in campagna dove il mio papà aveva le capre e faceva la ricotta fresca e il formaggio (la nostra campagna si trovava nel parco Pollino).
 
Di recente è uscito il suo secondo libro, una raccolta di dolci del Sud Italia. Com'è nato? 
Il secondo libro, Southern Italian Desserts, non era mia intenzione scriverlo, ma me lo ha chiesto la mia agente. Non avevo nessuna intenzione di scrivere un altro libro e poi di dolci, si figuri. Per la stesura del primo ci avevo impiegato cinque anni e mi ero ripromessa che non ne avrei scritto un altro, ma è riuscita a convincermi perché non esisteva nulla di simile in lingua inglese e non ho trovato nulla di simile neanche in italiano. È diventato un progetto molto divertente perché sono andata in giro a cercare dolci che non avevo mai assagiato e che non si trovavano scritti nei libri.  Sono così riuscita a creare dolci che non pensavo si potessero fare in casa. 
 
Quanto tempo ha richiesto la sua stesura?  
Ci ho messo due anni, un anno di  ricerche e un altro anno per la stesura.
 
Qual è stata la parte più divertente nello scriverlo?
Visitare il Sud d'Italia alla ricerca di dolci e ricrearli senza avere ricette ma solo ingredienti.  
 
Qual è la soddisfazione maggiore che le ha dato finora?
Ricreare dolci che pensavo si potessero fare solo in pasticceria e condividere queste ricette con gli americani. Molti mi hanno scritto perché non pensavano ci fosse una simile varietà nel Sud d'Italia, tanti pensavano che ci fossero solo tiramisu' e panna cotta.  Anche gli Italo-Americani mi hanno ringraziato di aver pubblicato i segreti di queste ricette.
 
 
Tanti cercano di emulare la cucina italiana ma cosa rende unica l'Italia a tavola?
La semplicità, gli ingredienti e le tradizioni della nostra cultura millenaria.
 
Qual è il dolce lucano che ha scoperto? 
Ho scoperto i biscotti di noci a Maratea (sono di Trecchina) e sono diventati i miei favoriti.  Ma ho scoperto anche "le strazzate" di Matera e la crostata di caprino che Francesco Abbondanza (propietario dell'Abbondanza Lucana di Matera) ha condiviso con me, assieme agli ingredienti e al procedimento. Sono riuscita a ricrearla con buon successo e tutti si sono innamorati di questo dolce creativo.
 
Semplicità, genuinità e non solo. Qual è a suo parere l'ingrediente che caratterizza la Basilicata?
Tutti gli ingredienti tradizionali della Basilicata: i peperoni di Senise, il pecorino di Moliterno, il pane di Matera, etc.
 
La cucina in tv (Batali, Bastianich...). Cosa ne pensa?
Almeno Lidia Bastianich cerca di insegnare la cucina Italiana, ce ne sono molti che non so neanche come siano finiti in TV ...ma è intrattenimento e la gente guarda per divertirsi, non per imparare a far da mangiare. Io non li guardo mai.
 
In America come nel resto del mondo ci sono migliaia di ristoranti e centinaia di scaffali che propongono prodotti e pietanze che di italiano hanno solo il nome. Una diffusa industria del falso che ha un giro d’affari due volte superiore a quello del vero Made in Italy. Cosa dovrebbe essere fatto per tutelare il vero e genuino Made in Italy?
L'unica cosa che possiamo fare è continuare a educare la gente su cos'è la vera cucina italiana. Con entrambi i miei libri mi è stato detto di aver scritto in inglese libri per italiani perché le ricette sono fedeli e non ho cambiato nulla perché è l'unico modo per far conoscere la vera cucina Italiana.  
 
In che modo la cucina può influenzare la vita e il proprio modo di essere?
Sono sicura che conosca la frase "Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei."  La cucina influenza la vita e il benessere, sono una pari all'altra. Viviamo per mangiare, è come sono stata cresciuta ed educata e ho fatto la stessa cosa con i miei figli per tenere saldi i valori quali la famiglia, e per mantenerci sani proprio come i miei genitori che stanno bene nonostante siano ultra ottantenni. 
 
Progetti futuri?  
Per adesso continuo ad insegnare la nostra cucina, infatti il prossimo mese sono a New York per una settimana per promuovere i miei libri e faccio lezioni di cucina e continuo a fare i miei tour enogastronomici per far conoscore la Calabria agli Americani.  Chissà che un giorno li porti anche da voi in Basilicata.
 
E qui la aspettiamo a braccia aperte.
 
Ilenia Litturi
Foto Souther Italian Desserts copia

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