Pittella: royalties del petrolio fuori dal patto di stabilità

Il governo regionale della Basilicata si appresta a licenziare un disegno di legge per escludere i proventi delle attività estrattive sul territorio, ammontanti per il 2013 a 166 milioni di euro, dal patto di stabilità interno. E’ questa una delle misure annunciate oggi dal presidente della Regione, Marcello Pittella, per “mantenere la tenuta sociale e l’economia di una regione che sta lentamente morendo anche a causa dei lacci imposti dal patto di stabilità”.

Il governatore, nel corso di un incontro con i giornalisti, ha parlato di “rabbia, amarezza e preoccupazione” per “la condizione di emergenza straordinaria” in cui versa la Basilicata, sentimenti dettati anche dalla “disperazione delle Amministrazioni locali e dei piccoli imprenditori” a cui la Regione non è in condizione di dare riposte per i limitati spazi di manovra. “Per quel che ci riguarda, le royalty devono essere considerate al fuori del Patto. Su questo punto intendiamo andare avanti – ha affermato Pittella – e sfidare il Governo su una eventuale eccezione di incostituzionalità. Sappiamo che le deroghe sono possibili, altrimenti il governo nazionale dovrà spiegarci perché la legge di stabilità ha escluso dal patto, a favore della Campania, gli investimenti per il termovalorizzatore di Acerra”.

La Basilicata, però, non mendica improbabili elemosine.  “Chiediamo, invece, – ha aggiunto il presidente - che sia riconosciuta la specialità della nostra Regioni per il contributo che dà al fabbisogno energetico del Paese. E di conseguenza le royalty vanno considerate per quello che sono, cioè fondi attribuiti a ‘compensazione’ delle attività estrattive di idrocarburi”. Il presidente ha annunciato che contatterà il governo nei suoi livelli di responsabilità e di aver fissato un incontro con i parlamentari lucani, facendosi “portavoce di una battaglia che chiama in causa in un fronte comune le forze politiche, datoriali e sociali per salvare una regione che sta lentamente morendo”. “Continuiamo a credere – ha detto ancora - che il petrolio possa essere una risorsa per lo sviluppo e che il tema delle royalty insieme alla partita del memorandum e alla card benzina sia la chiave di volta per il futuro della Basilicata, ma è uno sforzo che richiede l’impegno di tutti”

Il presidente, poi, si è soffermato sul paradosso del patto di stabilità che impedisce alla Regione di spendere pur avendo in cassa i soldi necessari a saldare i debiti contratti.

Per la Basilicata il tetto annuale imposto dal Patto di stabilità, ha spiegato Pittella,  è di 515 milioni di euro. Nell’anno in corso sono stati interamente pagati i debiti risalenti al 2012, pari a 52 milioni di euro, 73 milioni su un totale di 160 milioni relativi al 2013 e liquidati 170 milioni di euro su un totale di 241 riferiti al 2014. La quota residua di patto ad oggi è di 222 milioni di euro. Nel 2014 la Regione deve affrontare gli esborsi per gli anni precedenti, la spesa obbligatoria pari a 125 milioni di euro, più altre spese, tra cui la debitoria maturata per il Trasporto pubblico locale e il cofinanziamento regionale per gli investimenti del Programmi operativi Fse, Fesr e Fears. Se desse seguito ai pagamenti, sforerebbe il patto di stabilità. La Regione potrebbe già far fronte alla debitoria complessiva con fondi propri già disponibili tenendo conto dei 377 milioni di euro in cassa e delle royalties. Il governo regionale, intanto, ha deciso di autorizzare, con una delibera in cui fissa i criteri di priorità, la spesa di ulteriori 70 milioni di euro, somma di cui può ancora liberamente disporre senza sforare il limite del Patto. 

Uff. stampa Reg. Basilicata  

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