Potatura olivo: errori comuni e tecniche consigliate
Oliveto Lucano. Provenienti da Basilicata, Puglia e Campania, sono stati 54 i partecipanti al primo corso professionale di potatura da terra dell’olivo a vaso policonico, organizzato dalla Pro Loco di Oliveto Lucano con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Giorgio Pannelli, ricercatore presso il Crai Oli di Spoleto, ha mostrato con lezioni teoriche e pratiche come si può realizzare dal basso la potatura dell’olivo, senza l’uso pericoloso delle scale. Interventi che possono venire effettuati in sequenza prioritaria iniziando dal controllo dei succhioni, proseguendo con la selezione delle cime che devono rimanere sulle 4 diramazioni principali ed il diradamento della vegetazione secondaria.
Una vera e propria rivoluzione copernicana per i numerosi potatori che hanno seguito il corso e che hanno dovuto rivedere radicalmente pratiche spesso demolitrici della monumentalità dell’albero, che ne riducono drasticamente la produzione e le caratteristiche estetiche e funzionali. La tecnica introdotta da Pannelli abolisce infatti - l’acefalia della chioma, ovvero la soppressione della chioma che rimane il vero timone produttivo della pianta; una sorta di cervello elettronico incluso nel dna dell’ulivo. Una potatura a “vaso policonico semplificato”, invece, consente una maggiore produzione per effetto del ruolo di equilibratore e distributore di risorse tra attività vegetativa e produttiva svolto dalle cime, le cui “assenze”, invece, inducono una maggiore emissione di polloni e succhioni, a discapito della produzione. Anche perché la porzione inferiore della chioma gode di un miglior microclima in termini di luce, temperatura e umidità relativa dell’aria, per cui si riduce la sensibilità verso malattie dovute a zone d’ombra e ristagni di umidità atmosferica come l’occhio di pavone, la cocciniglia, la fumaggine.
Pannelli ha mostrato come la riforma degli olivi potati tradizionalmente e direttamente verso il “vaso policonico semplificato” può ritenersi una pratica raccomandabile per incrementare produzione e rese di raccolta, anche meccanica, e per abbattere i costi di potatura. Una tecnica necessaria perché i risparmi sono analoghi a quelli di una potatura manuale annuale al ritmo di 10 minuti per pianta e per potatore, che meglio delle altre consente positive ripercussioni su entità e costanza della produzione.
Per il relatore spoletino gli effetti sono, invece, disastrosi soprattutto quando l’acefalia viene praticata su piante monumentali, dove alle alterazioni di tipo fisiologico ed economico si aggiungono alterazioni ambientali e sanitarie a causa di una chioma mutilata nell’aspetto e per una porzione residua di tronco avviata ad un progressivo, rapido deperimento.
“Il corso, teorico e pratico – ha detto Saveria Catena, presidente della Pro Loco di Oliveto lucano - è stato rivolto a tecnici ed operatori del settore con l’intento di fornire un aggiornamento di tecnica colturale dell’olivicoltura, al fine di raggiungere un miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione, con particolare attenzione alla tecnica della potatura.”.
Al corso hanno offerto il loro contributo anche il dott. A. Lonobile, campione toscano 2015 di potatura, e G. Calamiello, olivetese, appassionato di olivicoltura che, nonostante sia emigrato da diversi anni in toscana, ha da sempre mantenuto un costante legame con il paese natio.
Pino Gallo