Il bavaglio di Bardi ai sindaci e le reazioni dei primi cittadini

Foto Pres. Bardi 696x392
Con una nota ufficiale di ieri, 25 marzo 2020, indirizzata a tutti i sindaci lucani, il presidente di regione Vito Bardi chiede di tacere sul numero dei contagi interni ad ogni comune:

«In riferimento alle informazioni sul risultato dei tamponi Covid-19, si invitano le SS. Loro, ad astenersi in via categorica da eventuali dichiarazioni pubbliche, o mediante social, al fine ultimo di garantire la privacy dei soggetti attualmente risultati positivi al Covid. Ricordo alle SS. Loro che la privacy è tutelata dalla legge, non trascurando che tale tipo di comunicazione crea allarme e panico nelle popolazioni amministrate. Certo che comprenderete bene la gravità del momento, mi affido al Vostro senso di responsabilità».

Il silenzio chiesto dal generale Bardi non è stato ben accolto da alcuni primi cittadini, che chiedono maggiori responsabilità nella battaglia al coronavirus e di poter continuare ad informare e rassicurare la propria comunità come hanno fatto fino a questo momento.

«Non è mia volontà fare polemica - afferma il primo cittadino di Bernalda Domenico Tataranno, in un video postato sulla pagina Facebook del Comune - ma questa lettera sarà rispedita al mittente con la speranza che possa essere rivista nei toni e nei contenuti. Non è pensabile di mettere un bavaglio ai sindaci». Tataranno, dopo aver rassicurato i bernaldesi sul mantenimento dello stile comunicativo fino ad adesso intrapreso, pone l'accento sulla necessità di ristrutturare la task force regionale. Più tamponi e più velocemente, al fine di evitare un ritardo nella identificazione della catena dei contatti dei soggetti risultati positivi. E, soprattutto, maggiore potere ai sindaci, al fine di poter fare, davvero, la differenza in una situazione così complicata.

Declina categoricamente l'invito anche la sindaca del comune di Pisticci Viviana Verri: «Nessuno di noi si è mai sognato di fare il nome della persona colpita dal virus, perché sappiamo prima e meglio di tutti che non è il momento di scatenare cacce alle streghe, ma dobbiamo essere in grado di fornire ai cittadini le informazioni utili a capire cosa succede nel loro paese, per potersi tutelare» rivendicando ancora una volta il diritto, tanto dei sindaci quanto dei cittadini, a sapere e ad essere informati.


Sulla medesima linea d'onda si attesta l'intervento di Gennaro Martoccia, sindaco di Ferrandina: «Allo stato attuale i sindaci sono l'autorità sanitaria competente e hanno il diritto di sapere e il dovere di informare nel rispetto della privacy e nella tutela di chi soffre che, al netto dei bollettini numerici, ha bisogno di solidarietà e vicinanza. A partire dalle Istituzioni».


Intanto il presidente dell'Anci Basilicata, Salvatore Adduce, risponde a Bardi con una lettera aperta, lodando la dedizione e l'impegno che contraddistingue i primi cittadini lucani nella lotta al temibile virus. Lotta troppo spesso condotta senza disporre delle armi adeguate «a cominciare dalle semplici mascherine». Adduce sottolinea come sia sì importante evitare eccessi nella comunicazione, ma allo stesso tempo risulta essere indispensabile «un chiarimento che metta tutti nelle migliori condizioni per continuare a dare il meglio a favore della comunità che da noi si aspetta di essere informata correttamente e possibilmente rassicurata».

Simona Pellegrini

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