La chiocciola resiste. Slow Food al fianco dei piccoli produttori
Non rinunciare al diritto di vivere il pasto come un piacere. Ma, soprattutto, non rinunciare a un cibo buono, pulito e giusto, come recita il mantra di Slow Food.
E proprio in questa prospettiva sembra muoversi l'iniziativa promossa dal movimento internazionale della chiocciolina rossa: una piattaforma con mappa interattiva, visitabile al sito www.lachiocciolaresiste.it, che divisa per categorie merceologiche, permetta di ricongiungere, a distanza di sicurezza, visto il drammatico periodo attuale, produttore e consumatore, consentendo, in tal modo, spedizioni e consegne a domicilio.
«Forse il cibo è uno dei pochi elementi che ci permette di non avvertire questo tragico momento come una vera e propria guerra, condizione in cui invece il cibo scarseggiava - ci spiega la dottoressa Serenella Gagliardi, responsabile della comunicazione per Slow Food Basilicata - eppure in tale contesto continua a tener banco la grande produzione, che rischia di schiacciare i piccoli produttori». Tutte le occasioni di incontro e di scambio, racconto di sapori e condivisione di cultura, cui Slow Food si fa portatore, sono infatti sospese fino a data da destinarsi. Come pare essere per tutte le attività che fino a un mese fa hanno caratterizzato la nostra quotidianità.
«I mercati rionali, le fiere, i gruppi di acquisto solidale e le visite in azienda, sono state sino ad oggi il collante tra domande e offerta» aggiunge la Gagliardi. Adesso, per non soccombere i produttori Slow Food si trovano costretti reinventarsi. Gli artigiani del cibo di Campania, Basilicata, Abruzzo e Molise cercano di ristabilire in questo modo il circuito tra domanda e offerta, con un prodotto di qualità che possa raggiungere il consumatore direttamente nella propria casa.
È una strada per resistere. Una strada verso la salvaguardia non solo del piccolo produttore, di cui troppo spesso ci dimentichiamo, ma anche dei sapori della nostra terra e della nostra infanzia.
Un sostegno all'idea di un cibo buono, pulito e giusto, ottenuto cioè con equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera. L'idea, e non solo, di un cibo sostenibile, per noi stessi e per gli altri.
Simona Pellegrini