Diritto allo studio, Garante Infanzia Vincenzo Giuliano scrive a Bardi
Il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Basilicata, Vincenzo Giuliano, interviene sull’emergenza educativa per la chiusura delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria in atto, sollecitando con una lettera indirizzata al presidente della Regione e all’Ufficio Scolastico regionale, azioni urgenti.
“Ci troviamo di fronte a una situazione – sottolinea il Garante – che si sta aggravando di giorno in giorno e che colpisce maggiormente gli alunni in situazioni di svantaggio e di fragilità e in particolare gli alunni disabili. Voglio ricordare che ci sono tantissimi alunni impossibilitati ad utilizzare i sistemi di didattica a distanza, e questo per loro, comporterà la perdita dell’attività di un’intera parte dell’anno scolastico”.
Giuliano, era già intervenuto sul metodo della didattica a distanza, sottolineando che “pur valido nella contingenza emergenziale, non avrebbe potuto assicurare in pieno il diritto costituzionale allo studio”. Il Garante aveva interessato il Ministero dell’Istruzione e l’Ufficio scolastico regionale sulla necessità “di mappare e con urgenza il territorio lucano sulla dotazione infrastrutturale e sulla strumentazione necessaria per evitare discriminazioni nel diritto allo studio per evitare l’aggravarsi del divario educativo”.
“E’ per questo necessario – scrive nella sua lettera al presidente Bardi e all’Ufficio scolastico regionale - individuare con la massima urgenza i provvedimenti necessari per sostenere gli alunni in situazioni di svantaggio che non possono utilizzare i sistemi di didattica a distanza.
Si potrebbe prevedere, ad esempio, previa verifica e mappatura dell’effettiva situazione di difficoltà di tutti gli studenti degli istituti scolastici regionali, laddove non si possano utilizzare o non siano efficaci strumenti di supporto alla didattica a distanza, che le istituzioni scolastiche attivino la continuità dell’insegnamento attraverso la presenza dell’alunno con disabilità e dell’insegnante di sostegno in aule scolastiche, in rapporto di uno a uno e con l’uso di tutti i dispositivi di sicurezza necessari. Ciò servirebbe ad aiutare bambini e ragazzi nel continuare a mantenere, per quanto possibile, una continuità nei rapporti e nelle attività didattiche con le figure di riferimento, e consentirebbe alle famiglie, su cui ricade il maggior carico, di poter continuare ad usufruire dei servizi di sostegno normalmente erogati e a ricevere quelle forme di sollievo che non possono assolutamente mancare”.
Il Garante nell’insistere “sul contatto tra docente e alunno quando in ballo ci sono patologie cognitive, povertà o espressioni di disagi sociali ed esistenziali che la tecnologia non potrà supplire” conclude: “Occorre pensare a nuove modalità operative e da subito, seguendo alla lettera tutte le raccomandazioni sanitarie, non darne il giusto peso porterebbe a gravi conseguenze sociali”.
Fonte - Basilicatanet.it