Trivellazione nei calanchi, Mancusi: sono solo ricerche
“L’istanza ‘Monte negro’ fa riferimento a sole attività di ricerca mineraria, non c’è alcuna autorizzazione all’attività estrattiva e, in ogni caso, nessuna relazione può esistere tra attività di ricerca ed, eventualmente, estrazione di idrocarburi e la realizzazione del deposito di stoccaggio delle scorie nucleari”.
E’ la precisazione che viene dal Dipartimento Ambiente della Regione dopo il comunicato dai toni allarmistici diffuso questa mattina da Noscorie Trisaia. In particolare, dall’assessorato, si invita alla cautela nell’affrontare il tema del deposito delle scorie nucleari “per il quale – spiega l’assessore Agatino Mancusi – la contrarietà della Regione è netta, certa, acclarata e dimostrata. Abbiamo detto di essere pronti ad ogni azione per contrastare un eventuale progetto di questo tipo, anche se ci auguriamo che non ce ne sia bisogno. Ma gridare ‘al lupo’ su un tema così delicato, peggio se facendo leva su studi e cartine vecchi e superati, può ottenere il controproducente effetto di far ritornare al centro dell’attenzione un’area per la quale, a nostro avviso, il ragionamento è definitivamente chiuso. Su un tema di questo tipo la nostra attenzione è sempre massima, come la disponibilità al confronto, e proprio per questo invitiamo ad evitare ‘blitz mediatici domenicali’ che possono solo ingenerare allarmismi”.
Quanto alla sostanza dell’istanza “Montenegro”, dal Dipartimento fanno sapere che si tratta di una “istanza di ricerca in terraferma” avviata il 29 novembre del 2006, come documentabile dal “Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse emesso dall’Ufficio Nazionale Minerario per gli Idrocarburi e le Georisorse del Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 31 Luglio.
In proposito, è bene precisare che in base alle nuove procedure previste dalla Legge n.99/2009 “disposizioni per lo sviluppo e internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” è l’Unmig che rilascia l’autorizzazione per ricerche ed estrazioni petrolifere in capo ad un procedimento unico. In particolare l’articolo 27 comma 34 prevede: «77. Il permesso di ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, di cui all’articolo 6 della legge 9 gennaio 1991, n. 9, e successive modificazioni, è rilasciato a seguito di un procedimento unico al quale partecipano le amministrazioni statali e regionali interessate, svolto nel rispetto dei princìpi di semplificazione e con le modalità di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241. Esso consente lo svolgimento di attività di prospezione consistente in rilievi geologici, geofisici e geochimici, eseguiti con qualunque metodo o mezzo, e ogni altra operazione volta al rinvenimento di giacimenti, escluse le perforazioni dei pozzi esplorativi. Del rilascio del permesso di ricerca è data comunicazione ai Comuni interessati”.
Fonte - basilicatanet.it