Quando l'architettura collega Matera al Texas
Il libro “Contraddizioni materane. Architettura, conservazione e politica” scritto dalla professoressa texana, Anne Parmly Toxey è un volume di 380 pagine (corredato di 150 immagini), pubblicato da Ashgate nella collana Studi architettonici; approfondisce dettagliatamente, gli ultimi sessant’anni di storia materana analizzandone gli effetti di conservazione e recupero.
Si tratta del primo libro del genere scritto in lingua inglese. Per saperne di più abbiamo intervistato in esclusiva, l’autrice.
Ci racconti di lei.
Ho viaggiato per il mondo sia per soddisfare la mia curiosità di scoprire nuove culture, sia per presentare il frutto dei miei studi nelle conferenze universitarie. Sono una storica dell’architettura, specializzata in restauro architettonico con competenze in archeologia, storia dell’arte e antropologia. Dirigo la Toxey McMillan Design Associates (di cui sono anche proprietaria), un’azienda specializzata in allestimenti museali. Sono texana e ho vissuto per parecchi anni a Parigi, San Francisco, New Orleans e molte altre città.
Può sintetizzare il suo libro in 80 parole?
Attraverso l’uso della poesia, di splendide foto e immagini storiche, il mio libro ripercorre attraverso uno studio comparato tra la conservazione storica e le più moderne teorie architettoniche, la storia della conservazione dei Sassi, proponendo una nuove chiave di lettura per la conservazione ambientale. Si tratta del primo studio in lingua inglese, sulla conservazione dei Sassi.
Com’è nato il suo interesse nei confronti di Matera?
Negli anni novanta ho trascorso diverse estati nel metapontino, dove ho stretto amicizia con straordinari materani che trascorrevano le vacanze a Metaponto Lido: Tonio Acito, Silvia e Rita Padula, Giovanni Moliterni e Girolamo Lacertosa; nel 1990, mi portarono per la prima volta a visitare i Sassi. All’epoca ero con un gruppo dell’Università del Texas, sotto la direzione del dottor Joe Carter e mi occupavo di archeologia classica. Capii già all’epoca che avrei studiato e ristrutturato i Sassi: sono una vera opera d’arte!
Che cosa l’ha spinta a scrivere “Contraddizioni materane. Architettura, conservazione e politica”?
I Sassi sono un luogo magico, in cui mi sento un tutt’uno con l’umanità e la natura; una sorta di ritorno alla culla dell’umanità. Voglio condividere la mia esperienza con gli altri e il libro può anche essere usato come strumento valido per capire quanto sia mutata la città negli ultimi vent’anni.
Per quale motivo ha scritto un libro sulle contraddizioni materane? Matera è un esempio lampante delle contraddizioni che ci circondano. È passata da “vergogna nazionale” a patrimonio mondiale dell’UNESCO, passando dall’abbandono, al ripopolamento e alla rivalorizzazione. La contraddizione di conservazione è oggi molto sentita: il recupero è diventato un volano per la trasformazione e il cambiamento, portando turismo, modificando l’economia, cambiando per sempre il destino della città.
Quanto le sue esperienze di vita hanno influenzato il suo modo di scrivere?
Ho trascorso gli anni cruciali della mia vita sotto l’influenza di mia cugina Ella Stumpf che si è battuta dagli anni venti ai agli anni novanta per la conservazione di San Antonio, nel Texas. Il suo contributo è stato fondamentale. Quindi conservare per conoscere perché i cambiamenti cancellano le tracce del passato.
A suo parere cosa dovrebbe essere fatto per la conservazione di Matera?
La città sta facendo comunque un buon lavoro. È facile criticare le politiche di conservazione, ma l’Ufficio Sassi fa quello che può, considerato gli scarsi fondi a disposizione e l’estensione dell’area. Le cose da tenere a mente sono due: in primo luogo, gli edifici dovrebbero essere studiati e registrati prima del restauro; e poi il sito dovrebbe servire la città invece che diventare una sorta di centro commerciale per attirare turisti, perdendo così la sua integrità. Nell’intelligente piano urbanistico di Lorenzo Rota i Sassi vengono considerati parte integrante della città. Matera dovrebbe inoltre estendere il piano di conservazione anche al resto della città, che è equamente importante.
Cosa le piace e cosa non le piace di Matera?
Mi piace la ricchezza culturale, il dinamismo della sua gente e l’incredibile architettura. In particolare sono incantata dalla complessità strutturale della muratura maestra dei Sassi, palombari inclusi, e dalle altre strutture rupestri che si estendono attorno. Amo pellegrinare tra le Chiese Rupestri e gustare l’architettura medievale della città.
Quello che non mi piace è la contraddizione in materia di conservazione, che tratto nel mio libro e cioè che il recupero per certi aspetti è andato a scapito degli stessi Sassi. Non mi piacciono: la sporcizia che viene abbandonata all’interno del sito stesso, gli ingorghi e i problemi legati al parcheggio.
La salvaguardia del patrimonio artistico è un problema globale?
Certo che sì, anche se in realtà quello che dobbiamo proteggere non è il solo patrimonio artistico, ma coinvolge la tutela ambientale. Abbiamo il compito di conservare le nostre risorse culturali, di pari passo alla tutela ambientale, al fine di ottenere una società, un’economia e un pianeta sostenibili. –purtroppo questi valori sono sotto attacco ̶ per esempio i membri del Congresso americani, stanno sostenendo l’abolizione dei parchi nazionali per la vendita delle proprietà a fini commerciali. Dobbiamo combattere per difendere il patrimonio dall’insaziabile ingordigia mercantilista.
Quello che complica la situazione a Matera è il fatto che l’interesse generale per la conservazione dei Sassi è in gran parte dovuto alla vitalità commerciale: ci sono più hotel, ristoranti, bar, bed and breakfast che unità abitative: qui deve essere trovato un equilibrio.
Quanto ci ha impiegato a scrivere il suo libro?
Ho iniziato le mie ricerche nel 1990, in occasione della mia prima visita in città e per tutti gli anni novanta le mie ricerche sono state del tutto superflue; a partire dal 2000 invece, ho cominciato ad accompagnare studenti alla scoperta dei Sassi grazie all’appoggio della Sopraintendenza per i beni culturali e Architettonici della Basilicata, e ho così incominciato ad approfondire le mie ricerche. La stesura del libro è iniziata nel 2001 e si è conclusa dieci anni dopo.
Qual è stato l’ostacolo maggiore nel finire il suo libro?
Sicuramente delimitare il campo del libro, a causa della vastità del progetto e dell’ampiezza della storia urbana della città. C’era molto da studiare e molto a cui pensare. Sono stata incredibilmente fortunate nel trovare aiuto in molti materani quali: Dorothy Zinn, Pietro Laureano, Enzo Viti, Biagio Lafratta, Claudio Montinaro, Nunzia Salvia, Antonella Guida, Cesare Passarelli e molti altri.
Quale parte del libro preferisce?
Sicuramente la ricerca che ha preceduto la stesura e soprattutto la possibilità di vivere Matera. Quando risalgo i Sassi, mi sento connessa con l’umanità, con il passato e con il presente. I Sassi, sono uno splendido esempio di ingegno umano e ingegneria intuitiva. Mi sono dilettata nello studio delle immagini storiche di Matera e dei suoi abitanti, grazie all’immenso archivio di Enzo Viti.
Cosa la gratifica di più nell’essere scrittrice?
Collaborare con la comunità universitaria, celebrare traguardi raggiunti non solo dalla nostra società, ma anche dalla civilizzazione.
Chi ha influenzato il suo modo di scrivere?
Non saprei, anche se devo ammettere che i miei studi sono stati influenzati da tanti grandi studiosi e per citarne alcuni, menzionerei: Alfonso Pontrandolfi, Lorenzo Rota, Manfredo Tafuri, Mia Fuller, Dell Upton, Paul Groth, Nelson Graburn, Jane Schneider, Medina Lasansky, John Dickie, Nelson Moe, Michael Herzfeld, e Richard Handler.
È mai stata a Montescaglioso?
Sì, molte volte. Amo Montescaglioso e la sua abbazia. Nelle quattordici estati che ho trascorso tra Matera e Metaponto, ho avuto la possibilità di girare in lungo e in largo la provincia, toccando quasi tutti i comuni materani.
Qual è la morale del suo libro?
La morale del mio libro è che a differenza della conservazione dei dipinti, quella degli edifici o dei siti, è uno strumento potente, che ha un forte impatto su tutto ciò che lo circonda: dalla struttura urbana, all’economia, alla società e quindi dovrebbe essere pianificata prima.
Cosa vuole rimanga ai lettori?
Voglio trasmettere l'importanza della storia e dell'architettura di Matera non solo dal punto di vista politico-culturale; la conservazione dei beni storico-culturali non dovrebbe limitarsi al solo sito, ma dovrebbe estendersi al territorio circostante.
Che consiglio sente di dare a nuovi autori alle prime armi?
La stesura di un libro richiede molte cose: ricerche, viaggi, scoprire nuove culture e il consiglio che mi sento di dare è saltare nel progetto, focalizzando fin da subito l’argomento.
Ilenia Litturi