La storia e il pensiero di Vincenzo Caropreso in un incontro organizzato dal Circolo La Scaletta
“La nostra patria non è l’Italia, né l’Europa, né la Terra, né il Sistema solare: questo è un punto del Cielo e noi siamo cittadini del Cielo” con questa frase, che rappresenta il testamento spirituale di Vincenzo Caropreso,
Maria Lucrezia Schiavone, sua discendente, ha concluso il suo appassionato intervento che ha delineato la figura dell’ illustre materano, a cui il Circolo La Scaletta ha dedicato un incontro che si è svolto a Matera ieri pomeriggio presso la Camera di Commercio, nell’ambito del ciclo d’incontri “Dove abiti? Le nostre strade..la nostra storia”. Una sala gremita e attenta ha avuto la possibilità di conoscere e approfondire la storia famigliare e la modernità del pensiero dell’insigne studioso, che dedicò all’astronomia tutta la sua vita. Caropreso nacque a Matera il 19 marzo 1881, figlio di Enrico Caropreso di Montemurro (PZ) e la materana Lucia Bronzini. Di famiglia molto agiata, trascorse un’infanzia difficile per la separazione dei genitori, chiesta con un atto di coraggio per l’epoca da sua madre, a causa del comportamento dissoluto del marito. La sua giovinezza fu segnata anche dalla precoce morte di sua sorella Angela e dall’uccisione dello zio, don Giuseppe, per mano del brigante Chitarrid. Fu costretto ad abbandonare il liceo “Duni” per una depressione, decise di proseguire gli studi in Francia, dove scoprì il suo amore per l’astronomia e diventò amico di importanti personalità, tra cui il celebre astronomo Camille Flammarion. Di ritorno a Matera continuò a dedicarsi agli studi scientifici e a proseguire le osservazioni del cielo dal suo villino di campagna, per tutta la vita si definì un étranger, uno straniero. Morì nel 1926 mentre seguiva i lavori per la realizzazione del suo grande sogno: un osservatorio astronomico nella sua città. Oggi possiamo conoscere la sua storia, i suoi studi e il suo “libero pensiero”, avanti anni luce, grazie a lettere, scritti, documenti e i numerosi libri custoditi dalla cugina Carolina Bronzini, la bambina rimasta orfana di padre, il medico Raffaele Bronzini, che decise di adottare, dedicando alla sua educazione e istruzione il resto dei suoi giorni. Un patrimonio di conoscenza messo a disposizione della città, negli anni ’30 il telescopio di Caropreso fu donato al liceo classico proprio da Carolina Bronzini, nel 2002 i suoi figli, tra cui Maria Lucrezia Schiavone, hanno donato il vasto patrimonio librario dello studioso alla biblioteca di Matera, costituendo il “Fondo Vincenzo Caropreso”.
Passato, presente e futuro dell'astronomia si sono intrecciati nel corso dell'iniziativa, introdotta dal presidente dello storico sodalizio materano, Francesco Vizziello, e arricchita anche dagli interventi di Andrea Staffieri, studente del liceo scientifico di Matera, vincitore delle Olimpiadi italiane di astronomia 2018, che ha descritto la sua esperienza, accompagnato dall'astronomo materano Francesco Vespe, che lo ha supportato nella competizione. Inoltre sono intervenuti, Vincenzo Duni, dirigente scolastico del liceo scientifico “D. Alighieri”, con Steve Shore, professore di astrofisica all'Università di Pisa, originario di New York, a Matera per realizzare un progetto che ha come finalità l’attività di promozione dei metodi scientifici. Un progetto che partirà dal liceo scientifico per estendersi a tutte le scuole del territorio.
Ha concluso l’iniziativa la proiezione del video-racconto dedicato alla vita dell'insigne studioso materano, realizzato da Nino Vinciguerra, che propone documenti e immagini dell’epoca.
Alla memoria di Caropreso è intitolata una strada, nei pressi del centro cittadino e un monumento funebre che si trova nel vecchio cimitero della città, realizzato dallo scultore Ercole Reduzzi, per volontà della madre.