Per salvare l’Italia bisogna salvare le micro imprese italiane.

LOGO FENIMPRESEDopo oltre due mesi, fra quarantena dei cittadini e obbligo di chiusura delle attività economiche, il mondo delle Partite IVA è stremato.

In questi mesi, agli annunci da parte del Governo di una “potenza di fuoco messa a disposizione delle imprese italiane”, non ha fatto seguito alcun segno concreto.
E così, mentre chi, con il proprio lavoro, deve mantenere due famiglie (quella personale e quella lavorativa), la politica si è letteralmente bloccata, alzando una cortina fumogena sui propri problemi.
Basti pensare che, quasi a metà maggio, non vi è ancora traccia del Decreto Aprile...
Ovvero, un decreto che doveva risolvere (o, perlomeno, allievare) le gravi problematiche economiche dei micro e piccoli imprenditori italiani per il mese di Aprile, forse vedrà materializzare i propri effetti nel mese di Giugno!

Siamo abituati ad altre tempistiche, ad altri modi di agire: a Maggio si sarebbe dovuto discutere (con relativa approvazione) del Decreto Giugno, non viceversa.
E che la politica, prescindendo dalle appartenenze, si muova in maniera confusa, si capisce anche dalle risposte e dai presunti aiuti che, anziché dare un minimo di certezza a chi non ha più neanche speranza, contribuisce aggiungendo confusione.

Si percepisce uno scollamento fra tutte le istituzioni ed ogni azione, scelta, decisione, sembra più una “annunciazione“ da campagna elettorale.
In questa situazione terribile, è complicato offrire, alle imprese locali (soprattutto a quelle che operano nel settore turistico) l’esonero totale dai costi di occupazione di suolo pubblico e rifiuti per tutto il 2020?

E’ così complicato eliminare bolli auto sui mezzi aziendali, oppure ridurre le imposte e tasse regionali (se non addirittura azzerare questi costi?).
Davvero non si può pensare di pensare a concretizzare la neutralizzazione dell’IVA fino a fine anno, sull’acquisto di beni e servizi, per provare ad aumentare la liquidità delle imprese, magari unita ad un azzeramento di quei costi “superflui” che gravano sulle bollette delle forniture energetiche?
Ed infine, è così complicato stabilire con certezza ed IMMEDIATAMENTE quale cifra assegnare, alle imprese in sofferenza e, soprattutto, per quanto tempo?
Chi si vede sfilare dalle mani l’impresa costruita in una vita, ha bisogno di messaggi chiari, non di tentennamenti.

Ha bisogno di certezze, anche se parliamo di donne e uomini, di aziende (piccole o grandi che siano) abituate a vivere nell’incertezza; ogni giorno è una battaglia, ogni mattina può regalare una soddisfazione oppure una delusione ma, nonostante ciò, con dignità e convinzione, ci si alza sempre per conquistare un successo.
Ma questo nemico invisibile, questo virus che sta stravolgendo le nostre vite e la nostra socialità, è un nemico troppo grande, per essere affrontato da soli.

Serve l’aiuto dello Stato, serve avere finalmente al nostro fianco quel socio che, fino ad ieri, si faceva sentire solo per condividere gli utili dell’anno precedente.
Siamo consapevoli che non si tratti di una battaglia facile, anche e soprattutto perché la migliore soluzione possibile sarebbe un gigantesco apporto di liquidità “aggiuntiva”, in una situazione nella quale il nostro Stato non può stampare moneta.

Ma davvero, per capire che fine faremo, dobbiamo aspettare che l’Unione Europea, con i propri tempi politici, decida se dare alla luce un Recovery Fund che ci metta a disposizione questa liquidità?
Davvero dobbiamo aspettare i tempi della burocrazia europea, consapevoli che i tempi della malavita organizzata (nonché la sua liquidità) agisce più velocemente e con meno scrupoli?
Che aspetta, il nostro Governo, ad ipotizzare altre soluzioni, magari parallele alla moneta tradizionale e che non vadano in contrasto con i Trattati dell’Unione?

Servono soldi, servono subito: e non bastano i prestiti (complicati da ottenere, checchè ne dicano le fonti politiche e con tempi di restituzione troppo brevi, considerata la situazione).
SERVONO CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO, così come anche il Governo italiano li chiede all’Europa, quindi niente di strano!

Se c’è una cosa che il mondo invidia all’Italia, quella è la creatività: mettiamo a frutto questa qualità, smettiamo di fare i burocrati in punta di regolamenti.
Abbiamo dimostrato di essere bravi a rispettare le regole, spesse volte scritte da altri, cominciamo a dimostrare di essere bravi a scriverne di originali, prima che sia troppo tardi, se non lo è già.
Fenimprese Matera farà la sua parte anche per le imprese locali, con i propri servizi ed i propri esperti al fianco di micro imprenditori, commercianti, artigiani, professionisti ma adesso tocca al Governo dare un segno, per dimostrare di aver compreso che non abbiamo più tempo per le promesse e gli impegni, ma solo per fatti concreti e verificabili.

Il Presidente Feninmprese Matera
Giovanni Schiuma

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