Servizio di raccolta differenziata nel caos grazie ad una gestione inconsapevole

Foto schema raccolta diff. MateraI continui disservizi, le mille criticità quotidiane ed il significativo peggioramento delle condizioni di igiene e sanità pubblica che sono sotto gli occhi di tutti i cittadini, e non solo, sono dovute ad un insufficiente sistema di raccolta rifiuti porta a porta attivato con pressappochismo dall’amministrazione comunale che dopo un mese dall’intempestivo avvio del servizio e conseguente rimozione dei cassonetti,

ancora brancola nel buio, prova ne è l’incapacità di rispondere a delle semplici domande sull’attivazione del servizio di raccolta differenziata presentate dal sottoscritto circa un mese fa.

Un esempio, a quanto ammontano le economie sulle ore di lavoro notturno che l’impresa risparmia a seguito dello slittamento della fascia oraria da mezzanotte alle 4 di mattina autorizzata dal Sindaco? La risposta ottenuta è disarmante, ergo lo calcoleremo sulla base dei dati...

Davvero senza parole.

Negli appalti pubblici non si negozia un “alleggerimento” del servizio senza che sia motivato dall’introduzione di elementi che ne giustifichino il motivo, che per inciso, deve essere volto a migliorare comunque il servizio reso ai cittadini e per fare ciò bisogna avere cognizione di ciò che il contraente risparmia.

Anche in merito al paventato danno erariale, appreso dalla viva voce del sindaco in uno dei primi consigli comunali e strumentalmente utilizzato come unica e mera giustificazione invocata per il tempestivo avvio del servizio di raccolta porta a porta a una settimana dal suo insediamento, l’amministrazione, trinceratasi dietro la relazione a firma del dirigente comunale deputato, ha disatteso completamente il punto. Rammento infatti che, nel caso in cui si fosse ulteriormente prorogata l’attivazione del servizio, difficilmente si sarebbe incorso in un danno erariale in quanto la somma liquidata alla ditta appaltatrice per i servizi svolti sarebbe stata quella contrattualmente pattuita, pertanto nessuno avrebbe potuto lamentare ed alimentare fondatamente dei contenziosi imputando alcuna responsabilità all’amministrazione, poiché mantenere ancora per qualche settimana la raccolta a cassonetto sarebbe stato funzionale ad un preminente interesse pubblico, rimodulando e rinegoziando le modalità di esecuzione del servizio, per assicurare ai cittadini un servizio funzionale evitando i problemi di igiene pubblica che invece oggi sono sotto gli occhi di tutti e che rischiano di incidere negativamente sul bene primario, cioè la salute.

Dopo oltre 1 mese dall’attivazione del servizio si possono già tirare le somme:

1. I cittadini hanno risposto positivamente alla richiesta di differenziare i rifiuti, infatti con un indice di conferimento del 65% hanno rimarcato un segno distintivo della nostra comunità volto a uniformarsi alle buone pratiche e all’interesse esclusivo delle nuove generazioni e del pianeta.

2. I tanti disservizi registrati nel mancato ritiro ed i continui ritardi nella raccolta, contravvenendo all’ordinanza sindacale che prevede la fascia oraria destinata alle operazioni di ritiro e svuotamento dei mastelli dalle 4,00 alle 10,20 di ogni mattina, che invece si protraggono fino a tarda sera, certificano che il servizio non funziona.

3. L’indecoroso spettacolo dei rifiuti abbandonati per strada che se da un lato è imputabile ad uno scarso senso civico di taluni, dall’altro rappresentano l’unica modalità di conferire i rifiuti, in assenza dei cassonetti su strada. Su tutte le casistiche pongo l’attenzione su quella dei familiari di cittadini ammalati o allettati, o sugli anziani, le categorie più fragili della nostra comunità, che sono obbligati a conservare in casa, molto spesso in ambienti di vita quotidiana, sacchi e mastelli che in ospedale sono considerati rifiuti speciali smaltiti in modo rigoroso.

Le conclusioni portano purtroppo a riconoscere che Il servizio di raccolta differenziata, così come è stato progettato, non funziona ed è vicino al collasso se non si prendono seri provvedimenti, motivo per cui, in un periodo già segnato dall’emergenza è necessario introdurre nuove misure che nell’immediato siano in grado di scongiurare il collasso del servizio di raccolta introducendo altro personale, e in un futuro davvero prossimo di rimodulare il piano di raccolta immettendo nuovi elementi in grado di riportare il servizio a regime ordinario, come previsto dal contratto. Per far questo, così come si fa in ogni appalto, si impegnano le economie che nel nostro caso sono quelle generate dalla rimodulazione dell’orario di lavoro notturno – di cui ieri in consiglio comunale nessuno conosceva l’ammontare - e che da un rapido calcolo, tenendo conto delle oltre 100 unità previste dal capitolato, possono attestarsi in ca € 700.000/anno.

Altro aspetto su cui sarebbe interessante conoscere il pensiero dell’amministrazione riguarda l’istituzione delle isole ecologiche di “condominio”, quelle cioè presenti all’attualità davanti a molti condomini che non hanno la possibilità di ritirare in spazi privati i bidoni a cui oggi e sino a fine anno non vengono comminate le multe da da 25 a 500 €, in quanto congelate per 45 giorni per il mancato ritiro. Poi cosa si farà? Forse si giungerà tardivamente all’introduzione delle “isole ecologiche di quartiere o di vicinato” di cui tanto avevamo detto in campagna elettorale, a cui quelle “condominiali” tanto assomigliano.

Con senso di responsabilità saremo a disposizione di chiunque ci chiederà di contribuire alla rimodulazione dell’attuale sistema di raccolta nella consapevolezza che la politica deve dare le direttive e che i professionisti devono assicurare le competenze al fine di scongiurare che il collasso del sistema attualmente in essere possa generare un danno senza precedenti per la nostra collettività.

Rocco Luigi Sassone

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