Presentato il libro " Magnificat "
Montescaglioso - Dopo l’esordio, circa un anno fa, con il libro ‘’I tuoni di Monte Cupo’’, Piero Didio, scrittore di Montescaglioso, ha presentato al pubblico, la sua ultima fatica letteraria dal titolo ‘’Magnificat’’, edito da YoucanPrint.A presentare il libro, nella Sala Capitolare dell’abbazia di Montescaglioso, oltre all’autore, il giornalista Michele Marchitelli, il sindaco Giuseppe Silvaggi e l’assessore alla Cultura Maddalena Ditaranto.
La lettura di un brano del romanzo a cura di Claudio Didio della Futura Compagnia SenzArte, ha fatto rivivere una figura storica della comunità montese: Don Liborio Palazzo. ‘’Magnificat’’ è una evoluzione del primo libro di Didio; un romanzo atipico poiché non rispetta la tradizione classica non avendo un personaggio principale. Ambientato tra il 1949 e il 1950, ‘’Magnificat’’ si innesca al precedente romanzo ereditandone l’ambientazione socio-economica, la collocazione territoriale ed un personaggio, ovvero Luigino Giudice. Il racconto ruota intorno alle lotte contadine, agli scontri con le forze dell’ordine ed ai drammatici eventi che ne conseguirono facendo trasparire sempre però la bellezza dei luoghi e la forza interiore dei personaggi. Chiarezza nella scrittura, giusto accostamento tra storia e fantasia, intensa musicalità e momenti storici che diventano spiritualità, questi gli elementi del libro e le peculiarità della scrittura di Didio secondo il giornalista Michele Marchitelli.Il sindaco Silvaggi, sottolineando la facile e piacevole lettura del romanzo, si è detto particolarmente felice per aver ritrovato tanti personaggi da lui conosciuti in passato.L’assessore Ditaranto ha invece sottolineato che la lettura del romando offre lo spunto per un dipinto di personaggi che rivelano il carattere della comunità montese. Un libro che fa emergere lo spirito della comunità che è il filo conduttore della storia dei personaggi, molti dei quali femminili.Piero Didio autore del libro, nel suo intervento si è definito un ‘’conta storie’’, dichiarando di essersi ispirato semplicemente alla memoria, al ricordo, alla storia, alla gente. Ha precisato di aver voluto spersonalizzare il grave fatto di cronaca descritto nel libro, chiaramente riferito all’uccisione di Giuseppe Novello durante l’occupazione delle terre nel 1949, al fine di proteggere le persone realmente coinvolte dando risalto invece al fatto. Un romanzo fatto di racconti a comparti stagni, che non svela mai un luogo preciso, ma lo fa intuire attraverso descrizioni delicate a tratti poetiche. Un filo, lega tutto il libro dal terzo all’ultimo capitolo. Il romanzo, ha concluso Didio, fa emergere un uomo che pur subendo avversità e fatti negativi, forte della speranza e della voglia di riscatto, risorge sempre.
Maria Andriulli