"1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita" è il titolo della deliziosa guida a volo d'uccello dei monasteri e dei santuari che tappezzano il Belpaese, edita da Newton Compton. 1001 monasteri e santuari: dal numero uno, il Convento di Santa Caterina ad Aosta, al numero 1001, la Basilica di Saccargia a Codrongianos, in provincia di Sassari, ce n'è per tutti i gusti. Magistralmente stilata dalla giornalista e scrittrice marchigiana, Chiara Giacobelli, la guida è suddivisa per regioni e nella sezione lucana, spicca l'Abbazia di Montescaglioso. L'abbiamo intervistata in esclusiva. Buona lettura.
Ci racconti di lei. Chi è Chiara Giacobelli?
Premesso che non amo moltissimo parlare di me, semplicemente perché non penso di essere tanto interessante quanto lo sono invece la letteratura, l'arte, i libri, le vite delle persone di cui mi piace scrivere e quella dei personaggi che popolano i romanzi appollaiati sul mio comodino, posso solo dire che penso di essere una ragazza normale che nella vita ha sempre cercato di trasformare un sogno, quello di vivere di scrittura, in realtà. È stata molto dura, ho dato tutto quello che avevo, mi sono impegnata a fondo e adesso finalmente stanno arrivando i primi risultati, che inevitabilmente si portano dietro una grande gioia. Non credo di essere arrivata alla fine di un percorso, al contrario: questo è solo l'inizio. C'è ancora tanto da imparare, da crescere, con umiltà, serietà e consapevolezza. Oltre che mettendo in gioco, sempre, le emozioni.
Come è stato il suo esordio? È stato facile trovare il primo editore?
Il mio esordio è stato fortunato: quando ho proposto la guida "101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita" alla Newton Compton Editori non avevo ancora in mente di voler fare la scrittrice, nella vita. Lavoravo come addetta stampa e giornalista, tutto sommato mi piaceva. È stato solo in corso d'opera, quando mi sono ritrovata a scrivere per la prima volta con l'idea che quelle pagine di lì a breve sarebbero state pubblicate da un editore importante, e poi dopo, quando ho preso in mano il mio primo libro stampato, che ho capito. È come con l'amore: puoi amare tante persone, ma la tua anima gemella, l'altra metà della mela, è una soltanto. Allo stesso modo, puoi fare tanti mestieri e amarli tutti, ma il tuo mestiere, quello per cui sei nata, quello che è te, ti sente, ti rappresenta e ti completa, beh quello è uno soltanto. Per me, è la scrittura.
Come mai un libro sui monasteri e le cattedrali italiane?
Il libro "1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita" mi è stato proposto dalla Newton Compton a seguito del successo del primo libro e io ho accettato subito con entusiasmo. Intanto si trattava di fare un salto da un bacino d'utenza regionale a uno nazionale (il libro sui monasteri è attualmente presente, con una tiratura di 4000 copie, in quasi tutte le librerie d'Italia); in secondo luogo sono sempre stata appassionata di turismo: scoprire luoghi, storie, leggende, bellezze architettoniche, mura antiche dietro le quali si celano chissà quali verità. Lavorare a questo libro mi ha permesso di avvicinarmi a un'Italia che non conoscevo, ma che vale decisamente la pena di approfondire. E mi ha resa ancora più orgogliosa del mio Paese.
Ha fatto e fa ricerche particolari per il suo lavoro?
Faccio monti di ricerche, ma per fortuna ho una bravissima assistente, Angela Patacchiola che mi aiuta (in alcuni casi, quando sono particolarmente sotto pressione, anche più di una). Leggo libri, visito i luoghi, se devo fare un'intervista cerco sempre di farla di persona, se devo raccontare un posto ci vado prima di sedermi davanti al computer. Ovviamente, in questo caso non è stato possibile vedere con i miei occhi tutti i 1001 monasteri di cui ho scritto, ma ci sono tanti altri modi validi per documentarsi. In ogni caso, la ricerca è uno dei momenti più belli per uno scrittore: è lì che scopri, conosci, impari e quindi cresci. Come professionista e come persona.
Ci racconti del suo libro.
"1001 monasteri e santuari in Italia da visitare almeno una volta nella vita" è un percorso alla scoperta dei più bei luoghi sacri d'Italia: eremi arroccati su rupi scoscese, abbazie immerse nel verde, santuari dalla lunga storia alle spalle, centri di culto entrati nella tradizione secoli e secoli or sono, chiese, mausolei, pievi, campanili e riserve naturali all'interno delle quali si nascondono gioielli architettonici. È un libro pensato per tutti e non soltanto per chi è un fervente religioso: l'intenzione è quella di far conoscere le bellezze che la nostra Italia offre, da un punto di vista artistico, storico, naturalistico, folcloristico e in parte anche eno-gastronomico. Inoltre, è un utile strumento per rispondere alla classica domanda: che cosa potremmo fare questo weekend?
Quanto tempo ha richiesto la sua stesura?
All'incirca un anno, ma non lavorando a tempo pieno. Nel frattempo ho scritto altri tre libri.
Qual è stata la parte più difficile?
Riuscire a verificare tutte le informazioni. Sono una scrittrice molto meticolosa e non pubblico mai niente prima che sia stato verificato e riverificato mille volte. In questo caso le verifiche potevano essere fatte soltanto telefonando a tutti i monasteri, uno ad uno, e chiedendo conferma. Ma non è stato sempre semplice, perché ovviamente molte realtà non sono fornite di sito, ufficio comunicazione, materiale per la stampa e sistemi di interazione con il pubblico. Alcune comunità mantengono volutamente uno stile di vita isolato dal resto del mondo, intimo, raccolto. In questi casi bisogna riuscire a ottenere le informazioni che si stanno cercando senza ledere la sensibilità dei diretti interessati, senza essere troppo invadenti. Anche questa è stata una lezione di vita.
E la parte più divertente?
Visitare i luoghi. Insieme al mio fidanzato e alle mie amiche abbiamo fatto tante gite fuori porta, weekend in giro per l'Italia, passeggiate accompagnati da guide turistiche molto preparate che ci hanno fornito nozioni decisamente interessanti. In particolare, io adoro - da sempre - la Toscana: trascorrere la primavera spostandoci da un eremo a un'abbazia, da una chiesa a una certosa immersi nel verde del Chianti, o nell'atmosfera suggestiva di borghi come Montepulciano, Volterra, San Gimignano, è stato bellissimo. Devo dire che non abbiamo mai avuto l'impressione di stare lavorando, al contrario ci siamo divertiti e rilassati.
Qual è la soddisfazione più grande che le ha regalato il suo lavoro?
Aver dato un senso alla mia vita, alla persona che sono, a tutto il mio passato, alla sofferenza interiore che mi sono portata dietro per anni. Prima, non sapevo chi ero, mi percepivo soltanto come un'entità sbagliata, un'anomalia, inspiegabilmente diversa dalla massa, a cui invece desideravano invano di appartenere. Scoprire di essere una scrittrice mi ha regalato quell'identità che ancora non possedevo: ho compreso i perché di tanti miei modi di essere e di sentire, ho capito che la sensibilità - se vista da un'ottica diversa - può rivelarsi un dono e non una maledizione (o almeno, non soltanto una maledizione). E poi ho scoperto che, dopotutto, esistono tante altre anomalie come me al mondo; basta cercarle e saperle riconoscere.
Nel suo libro parla dell'Abbazia di San Michele Arcangelo di Montescaglioso. È mai stata nella nostra città?
Ho visitato Matera e i suoi dintorni, ma non in occasione di questo libro, molti anni prima. Ero ancora una bambina e io purtroppo non ho affatto il dono della memoria, perciò le sensazioni che mi porto dietro sono confuse, vaghe, annebbiate. È decisamente ora che torni a visitare la vostra zona e sicuramente adesso avrò uno sguardo diverso rispetto a quello della Chiara bambina, quando magari contavano solo i parchi giochi, le avventure in mezzo alla natura, le storie di fantasie inventate qua e là in luoghi per me allora del tutto nuovi.
Qual è il monastero o la cattedrale lucana che più l'ha incuriosita e perché?
Il Duomo di Matera è senza dubbio una delle realtà sacre più importanti della Basilicata, che vale la pena di conoscere e che colpisce non soltanto per l'architettura in sé, ma anche per il contesto geografico e geologico in cui è collocato. Tutta la zona che comprende i Sassi di Matera è un Patrimonio dell'Umanità di inestimabile valore, considerato - a ragione - uno dei principali simboli dell'Italia oggi nel mondo.
L'Abbazia di Montescaglioso apre una finestra sulla storia della famiglia Altavilla, che già di per sé sarebbe interessante approfondire. Personalmente, sono attratta da tutto quanto riguarda antichi casati, principesse, re, nobili, personaggi eroici appartenuti alla storia, dove non sai mai quanto accadde realmente e quanto invece fu arricchito dalla fantasia di qualcuno, dalle distorsioni della tradizione orale.
Molto suggestivo è anche il Parco regionale archeologico e storico naturale delle chiese rupestri del materano, dove ad esempio si trova il Santuario della Madonna di Picciano. A Potenza, invece, svolge un ruolo fondamentale nel panorama dell'architettura sacra locale la Cattedrale, insieme ai piccoli santuari disseminati attorno alla zona di Lagonegro.
Oltre a tutto ciò, una bella immagine delle atmosfere e dell'aria che si respira da quelle parti la dà, secondo me, il film "Basilicata coast to coast" diretto nel 2010 da Rocco Papaleo: una delle migliori opere cinematografiche recenti girate nella vostra regione, fosse solo per la splendida colonna sonora di Max Gazzè.
Che consiglio sente di dare agli scrittori alle prime armi?
Non parlate di voi stessi. L'anno scorso, mentre scrivevo la biografia di Furio Scarpelli insieme ai colleghi Alessio Accardo di Sky Cinema e Federico Govoni, Ettore Scola - durante le meravigliose chiacchierate a casa sua a Roma, ricordando l'amicizia con Furio - non faceva altro che ripetere: la tua biografia la puoi scrivere solo se sei Primo Levi o pochissime altre persone al mondo. La trovo una lezione importantissima. Non siate concentrati su voi stessi, aprite le porte a tutto quanto si trova fuori e fatelo entrare. Cercate le storie nella realtà che vi circonda, nelle periferie dimenticate dal mondo, nella nebbia che cancella le cose, nella malattia, negli atti di coraggio, nelle passioni infuocate. Guardate fuori da voi stessi, siate umili e vi accorgerete che ci sono così tante storie che aspettano solo di essere raccontate.
A cosa sta lavorando?
Sto lavorando a diverse cose. A dicembre uscirà una guida turistica dal titolo "Emilia Romagna. Una visione artistica": sedici personaggi di rilievo scelti tra attori, imprenditori, professori, scrittori, musicisti, sportivi ecc raccontano per la prima volta in maniera inedita ed emotiva una regione che ha tanto da offrire. A primavera uscirà invece una guida eno-gastronomica sulle Marche realizzata in collaborazione con l'Istituto Marchigiano di Tutela Vini e un libro su alcune dimore storiche del Pesarese, nei pressi della splendida zona del Montefeltro.
Nel frattempo sto curando la biografia romanzata della Prima Ballerina dell'Hamburg Ballett Silvia Azzoni, diretta dal celebre coreografo John Neumeier, vincitrice del Benois de la Danse e tra le più apprezzate interpreti contemporanee della danza internazionale. Sto lavorando anche a un libro di narrativa e cucina insieme a un importante Chef due Stelle Michelin, inoltre sto portando avanti la rubrica "La dolce vita" sul sito My Luxury, edito da NanoPress. Sempre per NanoPress mi occupo di musica, arte, cultura, letteratura, turismo e sport estremi. Infine, sto scrivendo il mio terzo romanzo, e mi sto divertendo tantissimo a farlo.
Progetti futuri?
Vorrei recuperare la salute che da qualche tempo a questa parte ho perso e poi partire: vorrei andare a Parigi, a Londra e poi in America, New York, la Florida, la California. Vorrei immergermi in culture diverse dalla mia, incontrare il sorriso degli americani, parlare in inglese con persone provenienti da ogni parte del mondo, dimenticarmi per un po' di me stessa per poi ritrovarmi. Vorrei trasferirmi a vivere in Toscana, a Firenze, la culla del Rinascimento: là dove tutto ebbe origine. Vorrei ricominciare a mangiare, a correre, a passeggiare, a organizzare weekend, a sciare sulle piste innevate e a fare le ore piccole davanti al caminetto accesso, in compagnia delle persone che amo. Se la salute me lo permetterà. Vorrei frequentare la Scuola Holden e imparare, imparare, imparare. Vorrei godermi ogni singolo giorno, ogni attimo, ogni grazie, ogni respiro, ogni brivido di emozione. Perché adesso so che non tornerà più.
C’è una domanda che vorrebbe le facessero?
No, però c'è una domanda che vorrei non mi facessero: ma lo sai che sei stata tanto fortunata? No, non sono stata fortunata. Ho lottato, è diverso.
Il suo motto è …
Ne ho diversi. "Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino", James M. Barrie: perché ci ricorda di sognare. "La vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibro sopra la follia", Vasco ovviamente: perché ci ricorda di quanto precario sia tutto ciò che stiamo vivendo, e proprio per questo motivo ci insegna ad amarlo ancora di più. "Ricorderai di avermi atteso tanto e avrai negli occhi un rapido sospiro", Ungaretti: perché ci ricorda il valore dell'attesa. "Vivere ardendo e non sentire il male", Gaspara Stampa, figura del Cinquecento veneziano su cui vorrei scrivere un romanzo, un giorno: perché mi ricorda che cosa vuol dire vivere con il fuoco nelle vene, e non poterne fare a meno.
Ilenia Litturi