Il Prof. Mirizzi in un convegno sul Carnevalone Montese. Trent’anni di impegno della Pro Loco

Montescaglioso - Ad un mese dalla costituzione della Rete dei Carnevali Lucani che comprende i carnevali di otto comuni della Basilicata,la Pro Loco di Montescaglioso, venerdì 21 febbraio, ha organizzato un convegno dal titolo “Il Carnevale di Montescaglioso nel quadro dei Carnevali del Mediterraneo”. Relatore d' eccezione è stato il Prof. Ferdinando Mirizzi docente di demoetnoantropologia dell'Università di Basilicata.Moderatore dell’incontro è stato il Presidente dell'Unpli regionale Antonio D'Elicio. Presenti al tavolo della conferenza, il sindaco Silvaggi, l'assessore Maddalena Ditaranto, il dirigente dell'APT Schiavone, il responsabile della FEC Rocco Stasi e il responsabile del CEA Franco Caputo. Il Presidente della Pro Loco Nicola Franco, convintosostenitore di un Carnevalone montese che merita un ruolo di primo piano sulla scena dei Carnevali tradizionali della Basilicata, già negli anni scorsi, con iniziative quali i gemellaggi, aveva intuito la necessità di consolidare legami con altre realtà sicuro della grande occasione di visibilità e forte del lavoro della Pro Loco negli ultimi trent’ anni, come ha sottolineato D'Elicio. Il presidente dell’Unpli infatti, ha ricordato l’interesse del Prof. Bronzini dell’Università di Bari e del Prof. Matarazzo, nonché di altre realtà come Foiano della Chiana, ma anche pubblicazioni e servizi televisivi della Rai. Il Prof. Mirizzi nella sua relazione ha datato storicamente il carnevale collocandolo nel periodo medievale. Il carnevale, ha detto il professore, è stato da sempre inserito nel calendario liturgico nel periodo che precede la Quaresima, al fine di concentrare tutti gli eccessi prima del lungo digiuno di penitenza. Una grande festa contadina dell'area mediterranea che però nasce in Europa e si evolve nel 600 con il passaggio dal sistema feudale a quello del latifondo. Il “Carnevalone” tradizionale, così come è chiamato a Montescaglioso, oggi è quanto riusciamo a costruire in base a quello che gli antenati hanno lasciato, ma le maschere, ha detto Mirizzi sono espressione della cultura locale, e se prima c'era più improvvisazione e partecipazione spontanea esclusivamente maschile, oggi si cerca di dare ordine al fine di dare al carnevale un senso culturale. Il Carnevalone montese che si celebra la mattina del martedì grasso, ha spiegato Mirizzi, è fatto di pochi elementi che però si ritrovano in tutto il Mediterraneo. Un carnevale reso unico però da ogni contesto in cui si svolge. Il Campanaccio, espressione della società pastorale, il Fuso, la Quaremma simbolo dell'ammonimento e della fine degli eccessi e il Carnevalone che rappresenta la morte come fine di un ciclo, questi i quattro fondamentali elementi che caratterizzano il Carnevalone montese su cui, ha concluso Mirizzi, occorre ancora studiare molto e che sicuramente inserito nella Rete dei Carnevali, coglierà l'occasione per dialogare con altre realtà e crescere sempre di più. Della Rete dei Carnevali lucani ha parlato Rocco Stasi definendola una grande occasione anche economica per le comunità che hanno la possibilità di una visibilità nazionale ed internazionale. Una nota storica eccezionale relativa al carnevale di Montescaglioso è stata riportata da Franco Caputo nel suo intervento. Il ritrovamento infatti di un sonetto scritto da uno dei componenti della famiglia Persio al Cavalier Stigliani datato 7 febbraio 1638 testimonierebbe di una festa di carnevale svoltasi nel palazzo dei Marchesi Grillo di Montescaglioso. Un nuovo spunto dunque dalla storia della Città Gioiello d’Italia che nei secoli ha avuto un ruolo predominante. Il responsabile del CEA ha poi suggerito di rafforzare alcuni aspetti molto coinvolgenti come il funerale e il rogo di Carnevalone, ma anche la nascita di Carnevalicchio inseriti in un nuovo calendario dell’evento tale da permettere ai turisti di vivere diverse realtà della Lucania. A concludere i lavori è stato il dirigente dell'APT Schiavone che di ritorno dalla BIT di Milano ha testimoniato il grande interesse verso tali tradizioni che occorre mettere a valore costruendo un progetto tra la Rete, l'APT e l'Università di Basilicata. Un plauso alla Pro Loco e al suo Presidente che ha promosso un convegno che segna il solco per uno studio che riconosca il valore e l’unicità della tradizione montese. Un riconoscimento inoltre perchè ha scelto la strada di fare rete, sostenendo sempre più iniziative che prenderanno vita tra alcuni giorni con una esplosione di colori e il tipico suono dei campanacci, per cercare di fare di una tradizione , un volano ed una occasione di nascita di quel turismo invernale che tanto gioverebbe all’economia di Montescaglioso.

Maria Andriulli

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