Un grido di speranza per Montescaglioso - di Maria Andriulli
Una grande manifestazione a Montescaglioso venerdì 11 luglio in piazza Roma per dar voce e forza ad una comunità gravemente danneggiata dalla frana del tre dicembre scorso.E' questa l'iniziativa decisa dopo l'incontro che si è tenuto il primo luglio a Montescaglioso organizzato dal Comitato Difesa delle Terre Joniche e dal movimento “Transizione Montese” che a distanza di sette mesi dalla frana che ha distrutto abitazioni, attività commerciali, opifici e la Piani Bradano, ovvero l'arteria di collegamento con la SS 175, ha incontrato cittadini ed associazioni di categoria. Dopo la conferenza stampa tenuta da Gianni Fabbris per illustrare , le proposte e le prossime iniziative, nonché la lettera aperta del Comitato al Presidente Marcello Pittella in cui si sollecitano risposte agli alluvionati ed alle vittime del grave dissesto idrogeologico lucano, i promotori hanno incontrato cittadini ed associazioni per discutere lo stato della vertenza e decidere le proposte di mobilitazione a Montescaglioso. Franco Lomonaco in rappresentanza del movimento “Transizione Montese”, ha auspicato un ruolo di regia del Comitato Terre Joniche nei casi di emergenza. La regimazione delle acque, il monitoraggio del centro storico con le sue cantine e pozzi sono le urgenze da affrontare in tempi rapidissimi a Montescaglioso auspicando un clima di grande partecipazione e trasparenza con la presenza di un gruppo di cittadini ad un tavolo tecnico . Trasformare la frana in una opportunità che generi lavoro, e una gestione nuova e moderna del patrimonio. Tra le proposte, la riqualificazione del centro storico con il recupero delle unità abitative e terrazzamenti con orti comunali della zona della frana. Gianni Fabbris, invece ha richiamato tutti all'unità, quindi ha invitato le vittime della frana ma anche tutti i cittadini montesi ad unirsi in una battaglia comune per ottenere i risarcimenti e non solo. Fabbris più volte ha ben chiarito il criterio e il significato di risarcimento, spiegando che al tavolo delle trattative regionale e nazionale porta la seguente proposta: un terzo del danno accertato trovi copertura dal privato stesso, un terzo a carico della Regione e un terzo a carico dello Stato senza alcun vincolo per il danneggiato dell'impiego delle somme ottenute. La manifestazione montese farà da apri pista al forum che si terrà a Bernalda tra il 25 e il 27 luglio prossimo che vedrà la partecipazione in primis del presidente Pittella nonché del Coordinamento Nazionale degli alluvionati. Una tre giorni che metterà sul tavolo della discussione, la presa di responsabilità della Regione e del presidente Pittella come unico referente, la questione della messa in sicurezza e della prevenzione, la proposta del primo contratto in Europa delle “foci dei fiumi”, nonché la questione dei risarcimenti. Dagli interventi dei cittadini, è emersa la carenza di informazioni, trasparenza e partecipazione a quella che è una questione che riguarda tutta la comunità, tutte le attività artigianali e commerciali, che sono gravemente danneggiate dal la mancanza di infrastutture subita a causa dalle frana in un momento economico già difficile, in cui si avverte il peso della tassazione massima sul patrimonio che a detta degli intervenuti, sicuramente ha subito dopo la frana una notevole svalutazione. Il presidente della Confesercenti Domenico Carriero ha parlato della perdite delle attività economiche che nell'ultimo periodo si possono quantificare in circa il quaranta per cento, con la visibile chiusura di attività commerciali ogni giorno. L'appello infine di Fabbris al coinvolgimento delle parrocchie, affinche stimolino i cittadini a partecipare alla manifestezione spiegandone l'importanza.
Una comunità, quella montese, che sembra assopita, poco reattiva, divisa, che ha la necessità di riscoprire la forza che nella storia l'ha contraddistinta. Una comunità stordita dalla drammaticità del lavoro che ogni giorno padri di famiglia perdono, giovani non trovano. Il ritorno dell'emigrazione all'estero, le banche che vanno via, le attività che chiudono. A tutto ciò bisogna opporre il grido della speranza, ritornare a parlare di turismo, di scuola, di abbazia, di servizi per gli anziani e soprattutto del grande capitale umano, che non dobbiamo dimenticare, siamo tutti noi.
Maria Andriulli - IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA -
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