Grande partecipazione a Montescaglioso per la marcia della Cultura 2019 

FOTO HOME MARCIA DELLA PACE copiaSi è svolta il 22 febbraio a Montescaglioso, la 'Marcia per la Cultura' curata dai docenti dell'Istituto comprensivo 'Palazzo-Salinari', in collaborazione con l'amministrazione comunale .Si tratta di un ’iniziativa che rientra in ‘Basilicata in Marcia per la Cultura’, l’Accordo di Programma, sottoscritto da Regione Basilicata, Unicef, Direzione Scolastica Regionale, Forum Nazionale dei Giovani e oltre 40 partners .
I protagonisti sono stati i Giovani e la Scuola, con a capo la dirigente professoressa Antonella Salerno, con l'obiettivo di recuperare il valore ' identità lucana ' attraverso la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico del proprio paese diventando, così, coscienti della straordinaria importanza della sua tutela.
La marcia ha avuto inizio nel piazzale antistante l'istituto comprensivo 'Palazzo -Salinari' , presso rione Marco Polo, dove sono state illustrate le mappe del percorso. Un corteo festante di bambini piccolissimi della scuola dell'infanzia, della scuola primaria e secondaria, vestiti con i costumi tradizionali del Carnevale Montese, fatti con striscioline di giornale e numerose altre maschere dai mille colori, cortei nuziali, sposi e spose, centinaia di bandierine svolazzanti, bandiere dell'Europa e cartelloni e campanacci.
Si è proceduto verso la Chiesa dei Cappuccini dove é stata messa in scena, attraverso un tableaux vivant, la storia delle lotte contadine .Un gruppo di narratori ha raccontato la storia della lotta al latifondismo e la concessione delle terre ai braccianti e ai contadini , attraverso l'intervento del capo del governo Alcide De Gasperi e la Legge Stralcio. Gli attori in erba hanno messo in scena un'intervista realizzata dal giornalista di Montescaglioso , Alberto Parisi, a Mariannina Menzano, una delle maggiori esponenti del movimento contadino, la quale racconta quella famosa notte di terrore che vide la repressione e la cattura di uomini e donne che avevano preso parte alle manifestazioni di rivolta , tra cui Giuseppe Novello, ferito e morto dopo qualche giorno.
La drammatizzazione si è conclusa con una bellissima e colorata scena corale di un popolo vittorioso che inneggia la giustizia.
La marcia ha raggiunto la Chiesa di San Rocco, in Piazza Roma, dove i ragazzi si sono esibiti in canti e giochi del passato e hanno fornito notizie sulla chiesa valorizzando il patrimonio culturale del paese.
Nella tappa successiva della marcia della cultura di Montescaglioso si è raggiunta la Chiesa Madre, gremita di gente, per l'esibizione del coro sui diritti umani e l'accoglienza . Inoltre, davanti alle autorità e agli amministratori, i ragazzi hanno parlato di legalità attraverso la presentazione del 'Calendario della legalità', realizzato dal grafico Mauro Bubbico, e il manifesto 'no alcool' realizzato per promuovere l'idea di un “Carnevale sicuro” dell' Associazione 'Giovani per la legalità Paolo Gallipoli'.
Ultima tappa del percorso è stata l'Abbazia di San Michele Arcangelo dove si sono potute ammirare le opere realizzate dai ragazzi, tra cui un modellino dell'abbazia in cartapesta, un video sulle tradizioni montesi e sulla 'Leggenda della monaca', i Cucibocca e le sette figure della 'Quaresima'.
Al termine della manifestazione, l’arch. Cappelli della Regione Basilicata ha premiato
due eccellenze montesi distintesi nel campo dell’arte e della cultura.
Una manifestazione entusiasmante che ha coinvolto ed emozionato tutti e che ha visto la società civile diventare società dell'apprendimento; questo significa che la scuola ha vinto: è riuscita a far passare alcuni valori all'interno della società. In questo lungo percorso la scuola è stata il luogo dell'incontro , della convivenza , che ha saputo accogliere, far coesistere e costruire un'identità condivisa, uno spazio comune di appartenenza ma, allo stesso tempo , ha rivolto lo sguardo al futuro, guardando all'Europa e ha creato uno spazio comune simbolico e fisico dove darsi delle regole. Abermans lo chiamava patriottismo costituzionale: la scuola costruisce un'identità, un senso di appartenenza a una storia, alla tradizione , un'idea di convivenza, ma anche di formazione alla cittadinanza.

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