La Notte dei Cucibocca

La sera che precede l’Epifania, come avviene ininterrottamente dal 1999, la città di Montescaglioso, nelle ore serali, è teatro di un vero e proprio rito: la Notte dei Cucibocca, un evento, questo, che riveste carattere di unicità tra tutte le regioni del Meridione d’Italia. La manifestazione è inserita nel calendario delle attività previste nel periodo natalizio e vede, quali enti organizzatori, il Comune di Montescaglioso – Assessorato alla Cultura;
CEA (Centro di Educazione Ambientale) – Cooperattiva; Parco Murgia Materana; Croce Rossa Italiana – Gruppo femminile di Montescaglioso; Associazione Le Famiglie Risorsa di Montescaglioso. Il programma prevede, alle ore 19.30, il rito della vestizione presso l’abbazia benedettina di s. Michele Arcangelo, momento che dall’edizione 2010 è aperto al pubblico. Dalle 20.30 alle 23 i Cucibocca si muoveranno per i vicoli del centro storico montese: in Piazza Roma e nei dintorni di essa sarà possibile degustare i “Nove Bocconi del Cucibocca”, con l’accompagnamento musicale delle zampogne e delle ciaramelle. Il rito è immerso nelle radici in un passato lontano e misterioso e la Città montese ha il vanto di essere l’unica a tener in vita questa tradizione. E’ probabile che si tratti di una cerimonia che trae origine nel calendario ortodosso – bizantino, che celebra San Simeone Lo Stilita, la cui caratteristica è proprio rappresentata da una catena spezzata. La cerimonia è basata sul travestimento di alcune figure, conosciute nel dialetto locale come “l cos’ vucc” (Cucibocca), rese irriconoscibili da un paio di occhiali ricavati dalle bucce d’arancia, sotto i quali compare una folta barba bianca (che ricorda, molto da vicino, Arpocrate, dio del silenzio tra gli Egizi, raffigurato proprio in un affresco nella biblioteca abbaziale, il quale ha l’indice sulle labbra a indicare il silenzio) dal cappellaccio di paglia oppure da un disco di canapa che si usa abitualmente nei tanti frantoi presenti nel territorio, abbigliate con abiti di colore scuro, (vecchi cappotti o mantelli, chiamati l’ cappottl), le quali si aggirano per le strade della parte vecchia di Montescaglioso trascinando una catena spezzata che produce un sordo rumore sul selciato (un chiaro riferimento a San Simeone lo Stilita). In mano, come vuole la tradizione, reggono un canestro ed una lucerna, oltre ad un lungo ago con il quale “minacciano” i più piccoli di cucire loro la bocca (da qui il nome di Cucibocca), spaventandoli e lasciando così via libera alla Befana che il giorno dopo, 6 gennaio, può portare i suoi doni. Proprio l’atto della “cucitura” delle bocche non ha ancora ricevuto una spiegazione definitiva e sono tante le ipotesi avanzate.

Uff. Comunicazione Comune Montescaglioso

Dott. Michele Marchitelli

03 01 2011

 

 

  

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