Stranezze di una vita di provincia "Quelle sedie riservate " di Maria Andriulli
La vita nei piccoli centri, senza dubbio ha molti vantaggi, la tranquillità, l'aria salubre, i ritmi lenti, ma anche il fatto che ci si conosce un po' tutti.Proprio perchè ci si conosce un po' tutti, ci si rende conto che in fondo sappiamo molto poco a volte anche di noi stessi.Godere per esempio di uno spettacolo aperto a tutti, può diventare un' occasione per conoscersi più a fondo. Da bambina guardavo spesso incuriosita le sedie delle prime file con la scritta “RISERVATO”, ero troppo piccola per capire che quella parola significava tante cose oltre che “destinata per qualcuno in particolare”. Poi nel crescere attribuisci alle parole non solo il significato grammaticale più appropriato, ma anche i significati più profondi, quelli che nascondono le consuetudini e il modo di pensare.Per tutto questo tempo della mia vita, nel mio piccolo paese, quasi per timidezza non avevo mai occupato uno di quei posti, o quanto meno nessuno lo aveva riservato per me fino a ieri sera. Mi è stato annunciato proprio appena sono arrivata e così mi sono diretta verso la prima sedia della prima fila laterale. Stavo per accomodarmi e qualcuno, proprio una donna, come me ha cercato di fermarmi dicendomi che quella sedia era “RISERVATA”, ma fermamente decisa e convinta, ho risposto :“appunto, è riservata a me”. In quel momento mi sono sentita soddisfatta e fiera. Finalmente il concerto è iniziato, ogni nota rimbombava forte nel mio stomaco, il mio cuore esultava e la musica mi entrava nell'anima. Ero in prima fila tutt'uno con la musica. Ma non facevo altro che pensare ai posti “RISERVATI” e che in fondo era una consuetudine quasi “discriminante”. La mia attenzione si è posta poi sulle altre due prime file, una era stata occupata dalle autorità con mogli al seguito a cui nessuno aveva posto divieto. L'altra era rimasta vuota ed ogni singola sedia aveva il suo biglietto “RISERVATO” scritto a caratteri cubitali. Il concerto era semplicemente meraviglioso, ma io continuavo a pensare a quei posti vuoti che ben presto per mia grande soddisfazione erano stati occupati da bambini. Erano posti destinati suppongo a autorità, politici, personaggi importanti della vita pubblica della nostra comunità. Per la prima volta avevo dato un senso alla parola “RISERVATO”. Qualcuno quella sera voleva impedirmi di diventare un tutt'uno con l'orchestra soltanto perchè non ero un'autorità o un personaggio importante. Ma dove erano i destinatari di quelle sedie, chi erano, perchè abbiamo la cortesia di riservare loro i posti migliori e poi magari per i molteplici impegni non accolgono l'invito?Una sedia vuota, occupata con dignità e convinzione, da oggi sarò sempre seduta su una di quelle sedie, non perchè sono un'autorità, ma perchè sono una donna che dedica tempo e amore al suo paese, intriso di storia, di arte, cultura, una donna tra le tante che ci sono a Montescaglioso che meritano forse più rispetto di quei destinatari di sedie “RISERVATE”.
Testo - Maria Andriulli