Conoscere la storia dell'emigrazione lucana attraverso le storie di personaggi straordinari, rappresentati oggi, nel museo dell'emigrazione lucana “Centro Nino Calice” di Castel Lagopesole.
E' stato questo l'obiettivo del seminario di studio sulla figura di Filomena Iacovino già personaggio museale, che si è tenuto mercoledì 21 settembre a Grassano in coincidenza delle celebrazioni delle festività patronali di S. Innocenzo e S. Rocco e della “Festa del Benvenuto” . Nata a Grassano nel 1927, Filomena Iacovino, emigrò in Australia nel 1949 con il marito Pasquale Amato affrontando un estenuante viaggio in nave lungo sei settimane, giungendo, quasi pronta per il parto, a Fremantle per vivere in una fattoria dove si allevavano pecore. Tante le difficoltà, hanno raccontato i figli Maria Maddalena, Margherita ed Angelo giunti per l'occasione a Grassano, ma anche tanta la forza e la determinazione che ben presto fecero emergere tutte le potenzialità di una donna capace di mettere a frutto il suo sapere , ovvero l'arte culinaria e le tradizioni enogastronomiche lucane. Filomena madre di quattro figli, dopo alcuni anni, insieme al marito decise di aprire un bar “Cafè of Rover” nel quale però, preparava anche gustosissimi piatti lucani. Una vera ambasciatrice delle tradizioni e della cultura poiché nel 1963, l'emigrata grassanese, si dedicò alla produzione di latticini aprendo un caseificio ed insieme alla famiglia si avventurò infine nella produzione di buon vino australiano. L'iniziativa è stata promossa dall'amministrazione comunale di Grassano, dal Dipartimento sistemi culturali e turistici della Regione Basilicata, dal Museo dell'emigrazione Lucana “Centro Nino Calice” e dall'Anci Basilicata in collaborazione con l'Auser e rientra nelle azioni di ricerca che da diversi mesi stanno interessando alcuni comuni della Basilicata. La giornata di studio è iniziata nella mattinata con un incontro con alcune classi delle scuole medie dell'Istituto Comprensivo “Il Vento”. Qui, il coordinatore del museo dell'emigrazione Luigi Scaglione ha introdotto ai ragazzi il fenomeno migratorio lucano del 900, partendo dalla storia di Filomena Iacovino, testimoniata poi, con visibile emozione dalla figlia Maria Maddalena. Gli interventi, del primo cittadino, Francesco Sanseverino che ha ricordato la recente visita di Bill De Blasio, sindaco di New York ed originario di Grassano e di Antonio Di Sanza sulla consapevolezza e l'importanza della storia locale e sull'orgoglio delle proprie radici, hanno coinvolto ed incuriosito i ragazzi, che nelle prossime settimane, saranno i protagonisti di un laboratorio che li vedrà impegnati nella costruzione del loro albero genealogico, come ha spiegato il responsabile scientifico dell'Anci Basilicata Patrizio Pinnarò che ha illustrato le strategie avviate dal Centro Nino Calice. In serata, a Palazzo Materi, si è tenuto il seminario con la presenza della famiglia Iacovino-Amato, del Presidente del Consiglio Regionale e della Commissione Lucani nel Mondo Francesco Mollica, del coordinatore del museo Luigi Scaglione, del Presidente dell'Anci Basilicata Salvatore Adduce, del Sindaco Sanseverino, dell'assessore alla Cultura Maria Porsia, del funzionario regionale Romaniello, del responsabile Anci Pinnarò, moderati dal giornalista Giovanni Spadafino autore della ricerca sul personaggio museale . Negli interventi è emerso il grande potenziale che oggi ci viene offerto da quella Basilicata che è nel mondo e che rappresenta una opportunità di sviluppo, scambio culturale ed economico soprattutto grazie al turismo delle radici. I figli di Filomena Iacovino nel loro racconto della madre hanno detto di sentirsi <benedetti ad aver avuto genitori grassanesi e lucani>, una dichiarazione che sottolinea il grande legame di questa famiglia alla terra di origine, legame che la famiglia italo-austrialiana ha voluto dimostrare scrivendo il libro “Nel mio tempo … La cucina povera” , una raccolta di ricette di Filomena in cui si alternano fotografie della vita di una donna che rappresenta il coraggio e il riscatto di tanti lucani. Al seminario, oltre a molti cittadini ed emigranti, ha preso parte un gruppo di 66 uruguaiani di origini lucane accompagnato dalla responsabile dello Sportello Basilicata di Montevideo Martha Lasaponara. A conclusione del seminario, sono state consegnate delle targhe ricordo ai familiari che hanno ricambiato dando in dono il libro dedicato a Filomena Iacovino.
Maria Andriulli