Interagire con le nuove generazioni per trasferire la memoria storica dell'emigrazione grassanese. E' questo l'obiettivo delle iniziative dell'Associazione Auser e dell'Università dell'età libera guidata da Giuseppe Vignola che il 6 febbraio scorso ha promosso l'incontro: “L'Auser si racconta- Storie di emigrazione” .
Protagonisti di questo scambio intergenerazionale sono stati gli alunni dell'Istituto comprensivo “Il Vento”, giovani giornalisti in erba. Un percorso condiviso con la scuola per favorire la nascita non solo di un dibattito su tematiche attuali come le nuove migrazioni, l'accoglienza e l'integrazione, ma soprattutto teso a trasferire la storia locale sull'emigrazione alle nuove generazioni come valore aggiunto di una comunità. Alcuni soci dell'Auser hanno raccontato ai ragazzi, la loro personale esperienza di emigrazione vissuta negli anni cinquanta quando le mete erano la Germania, la Svizzera o le miniere di carbone in Francia. Tutti hanno ascoltato con attenzione ed emozione, le storie di chi come nonna Pasqua nel 1969 ha raggiunto la Svizzera lasciando a Grassano la propria bambina che al suo ritorno non le è corsa fra le braccia perchè non si ricordava più di lei. Maternità ferite che legano tante donne del sud partite giovanissime e spesso sole come Antonietta arrivata a Chiasso dove non ha trovato la sorella ed ha dovuto proseguire sbagliando treno affrontando da subito la difficoltà più grande, ovvero una lingua diversa. Nel racconto di Giacomo tutta l'incoscienza della giovinezza e il dover diventare adulti in fretta trasportando carichi di carbone. La condivisione di case fatiscenti con gente sconosciuta, la condivisione dei vestiti, delle scarpe, cose incomprensibile per le nuove generazioni ma necessarie da raccontare per far comprendere un momento storico in cui ancora un volta era il Sud Italia a pagare il prezzo più alto. Frammenti di vita raccontanti con dignità, senza nascondere la povertà e le paure, come quelle di nonna Maria emigrata in Francia per alcuni anni abitando nelle baracche di legno intorno alla miniera, spaventata dal suono delle sirene che annunciavano quotidiani incidenti mortali. Maria ha raccontato del ritorno dopo alcuni anni in quella Grassano dove a differenza della Francia . Gina invece con il suo doppio lavoro e quell'emigrazione stagionale per assicurare ai propri bambini di studiare in Italia, e infine Apollonia che racconta di quelle parole offensive di un tedesco non certo accogliente e di suo figlio che proprio non voleva parlare l'italiano. La parola sacrificio quasi mai pronunciata nelle testimonianze e spesso sostituita da sorrisi che soffocavano il pianto. All'incontro è stata invitata la testata giornalistica online Suditaliavideo di Montescaglioso che sta raccogliendo testimonianze di emigrazione per un progetto di banca della memoria . L'iniziativa continuerà perchè in Basilicata è cresciuta la consapevolezza dell'importanza di raccogliere le storie di vita di un passato che oggi permette di costruire ponti e legami con chi non è ritornato ma conserva e trasferisce cultura e tradizioni.
Maria Andriulli