Comitato Terre Joniche,incontro a Bari con Equitalia
Metaponto. Si terrà stamattina a Bari (28 Aprile 2011) il primo di una serie di incontri promossi ed annunciati da Equitalia, cui parteciperanno Agenzia delle entrare, Inps, Enti Locali, rappresentanze sindacali ed associazioni delle imprese, che, “per il ruolo ricoperto, dice Gianni Fabbris del Comitato Terre Joniche, possono affrontare le criticità emerse negli ultimi mesi sul territorio, per venire incontro alle esigenze dei contribuenti, che si trovano in situazione di difficoltà.”.“Altragricoltura sarà presente a questo appuntamento, presentando un documento di proposta e si augura che l’occasione sia colta da tutti come una importante possibilità di definire percorsi concreti, per offrire alle aziende agricole ed alle famiglie direttamente coinvolte dalla crisi rurale, tempi, modi e strumenti per superare le gravissime difficoltà”.“Ci aspettiamo che a questo incontro, sottolinea Fabbris, le Regioni Puglia e Basilicata siano presenti con il massimo livello di responsabilità e che siano possibili, insieme alle parti politiche presenti in Parlamento, forme di intervento non più rinviabili”.“Il tavolo può essere l’occasione per condurre una ricognizione adeguata dei bisogni e delle criticità, ma ha soprattutto un senso se prelude ad una fase di lavoro concreta, che si ponga l’obiettivo di introdurre strumenti straordinari, che permettano ai contribuenti nelle aree di crisi di affrontare i problemi legati alla pesantissima caduta di reddito, affrontando i nodi della debitoria accumulata e del peso, oltre ogni compatibilità economica, delle imposizioni, a cominciare dalla vicenda dell’INPS, delle sue distorsioni, della necessità di una riforma del costo della contribuzione riallineata ai costi dei competitors europei”.“Soprattutto, precisa Fabbris, occorre definire forme di sospensione e moratoria che diano ai contribuenti la possibilità di affrontare l’emergenza, in ragione degli andamenti economici del settore e che siano ancorati ad elementi di riforma capaci di intervenire sui nodi strutturali che stanno affossando l’economia agricola delle due regioni”.
Pino Gallo