Ancora un blocco della 106 jonica da parte degli alluvionati del Metapontino
Metaponto. La marcia del popolo degli alluvionati del ginosino e del metapontino, partita dalle Tavole palatine, si è svolta regolarmente con in testa i trattori e le macchine agricole, insieme ai sindaci di Bernalda, di Ginosa, di Castellaneta e amministatori della provincia di Taranto, fermandosi dopo pochi chilometri al distributore di carburanti della Q8, dove è avvenuto l’incontro con l’altro corteo partito da Ginosa marina. Subito dopo c’è stato il blocco del traffico sulla corsia per Taranto della ss 106 jonica, deviato sulla complanare.
Nessuna notizia positiva è giunta, infatti, da Roma circa la firma dell’ordinanza da parte del presidente del Consiglio Berlusconi, per la nomina del commissario incaricato di mettere in sicurezza il territorio del metapontino e del ginosino e di procedere al ristoro dei danni ai cittadini ed alle aziende colpite dall’esondazione dei fiumi Bradano e Basento nella notte fra il 2 ed il 3 marzo scorso e che ha causato danni per 400 milioni di euro.
La delusione serpeggia fra i titolari di imprese agricole ed artigiane che in pochi minuti si sono visti travolgere da oltre 2 metri di acqua, che ha portato via e distrutto trattori, macchine agricole, camion, automobili ed attrezzature di cantiere per centinaia di migliaia di euro, insieme alle colture agricole. Attrezzature regolarmente fatturate che solo in caso di un indennizzo da parte dello stato e delle regioni potranno in qualche modo essere ricostituite e divenire indispensabile supporto per il prosiego dell’attività imprenditoriale, di produzione di risorse economiche ed occasione d’impiego per operai, artigiani e personale specializzato.
Ed in tempi di crisi economica e di disoccupazione galoppante tutto ciò prefigura uno scenario ancora più inquietante e drammatico di quello che appare al momento.
Dopo 250 giorni di attesa tutto è fermo e stagnante con una perdita di fiducia nei confronti del governo nazionale che ha lasciato al loro destino gli alluvionati di Basilicata e Puglia, ma che ha immediatamente messo a disposizione di Liguria e Toscana 65 milioni di euro, com’era giusto che fosse.
L’unica novità registrata in mattinata è stata quella proveniente dalla Regione Puglia che ha stanziato 1 milione e mezzo di euro per le esondazioni del marzo scorso. Una cifra irrisoria se paragonata all’entità dei danni ed ai 7 milioni e mezzo di euro stanziati dalla Regione Basilicata, che si aggiungono ai 5 milioni di euro già spesi dalla stessa Regione nei 30 giorni successivi al disastro per i primi urgenti interventi di messa in sicurezza del territorio e per il trasporto delle carcasse degli animali annegati dallo tsnami d’acqua del 2 marzo scorso.
“Intanto siamo fermi su questa corsia, dice Gianni Fabbris, coordinatore del Comitato Terre joniche, e cercheremo di capire il da farsi tutti insieme, visto che siamo riusciti ad aggregare autorità di regioni contermini che prima nemmeno si conoscevano. Adesso tutti insieme si può operare meglio e con maggiori sinergie per vedersi riconosciuti i propri inalienabili diritti. Anche perché la nostra battaglia, fin dall’inizio, abbiamo voluta impostarla insieme ai sindaci ed agli amministratori locali, a prescindere dal loro colore politico. Adesso ci aspettiamo risposte dai governi regionali e da quello nazionale, che sono la nostra naturale controparte istituzionale”.
Direttore Responsabile
Pino Gallo