Buona Sanita' all'ospedale di Tinchi di Pisticci

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Tinchi di Pisticci. Fra tanti casi di mala sanità fa piacere raccontare un intervento urgente e tempestivo verificatosi al pronto soccorso di quello che era l’ospedale di Pisticci.

Sono le 12.30 quando Flavia (nome di fantasia), una studentessa del primo anno dell’Istituto tecnologico agrario di Marconia, si mette in contatto con il prof. Giuseppe Scazzariello e gli confida in maniera molto riservata che il giorno prima, involontariamente, aveva ingoiato un cucchiano. Era sdraiata sul divano di casa – racconta – e mangiava una scatoletta di carne in scatola, servendosi del cucchiaino, quando all’improvviso la posata le scivolava nella gola lubrificata dalla sostanza gelatinosa ed a seguito di un involontario istinto lo ingoiava, finendole nello stomaco. Ma per il timore di essere sgridata dalla mamma, la ragazza non racconta a nessuno quanto le era accaduto, pensando che la cosa si fosse potuto risolvere naturalmente.

Ma un po’ la paura, un po’, forse, i primi dolori che incominciava ad avvertire a suola la inducevano a raccontare l’episodio al docente che conosceva meglio degli altri. Questi a sua volta, trattenendo l’emozione e le preoccupazioni per le possibili imminenti complicanze cui poteva andare incontro la ragazza, telefonava alla mamma invitandola ad andare a scuola, rassicurandola che nulla era successo alla sua figliola.

Così la signora Barbara Barbieri, con il cuore in gola, si precipitava a scuola e consigliata dal docente, velocemente la accompagnava al pronto soccorso dell’ex ospedale di Tinchi, ove trovava ad accoglierla il Dr. Roberto Cantore e l’equipe del pronto soccorso territoriale.

Qui Flavia veniva subito sottoposta ad una gastroscopia per vedere dove si trovava in quel momento il corpo estraneo, che aveva attraversato lo stomaco ed aveva raggiunto il duodeno, a pochi centimetri dalle anse intestinali che potevano essere lacerate e provocare un riversamento di materiale organico all’interno del peritoneo, con rischi gravissimi per la giovane paziente.

Così – racconta commossa la madre di Flavia – il Dr. Cantore decideva di intervenire immediatamente con l’aiuto del vide-gastroscopico, che gli consentiva di afferrare il cucchiaino e con una serie di delicatissime manovre per superare le ristrettezze delle valvole, dopo un’ora e mezzo riusciva, finalmente, ad estrarre il cucchiaino ingerito senza traumi per la ragazza.

Io – sottolinea commossa la signora – ho trovato una grandissima umanità in tutto il personale che ha soccorso mia figlia e confortato me stessa, perché mentre Flavia era in camera operatoria mi sono stati vicino e mi hanno assistito per tutta la durata dell’intervento, piangendo insieme a me. Voglio ringraziare pubblicamente il Dr. Renato Cantore per la sua prontezza, per la sua squisita professionalità e per il rischio che ha voluto correre, operando mia figlia nella struttura sanitaria di Tinchi. Voglio ringraziare tutte le infermiere ed il personale paramedico che mi hanno sostenuto durante quei lunghissimi 90 minuti che sono stati i più lunghi della mia vita. E poi vorrei chiedere ai politici perché chiudono una struttura che sicuramente ha salvato tante vite umane”.

Pino Gallo

 

 

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