Emergenza acqua a Metaponto
Metaponto. “Rispetto a ieri, dice l’assessore Vincenzo Grippo, non ci sono altre comunicazioni da parte di Acquedotto lucano, né da parte dell’Arpab, che potrebbero consentire al sindaco la revoca dell’ordinanza del 19 dicembre”. Tale ordinanza, che porta il numero 34, pone il divieto di utilizzo a fini potabili, anche per ingestione indiretta, e per uso alimentare delle acque distribuite nelle località di Serramarina e Metaponto lido.Vengono perciò escluse le altre zone che pure insistono sul territorio comunale di Bernalda: vale a dire il centro abitato di Bernalda e quello di Metaponto.
“Ciò perché, sottolinea Grippo, la condotta che rifornisce i serbatoi Demanio campagnolo alto e Demanio campagnolo basso, ove è stata riscontrata la presenza di trialometani pericolosi per la salute umana, è diversa dalle condotte a servizio dei centri abitati di Bernalda e Metaponto”.
Fin da ieri pomeriggio, ovvero da quando si è appreso dell’esistenza del divieto emanato dal primo cittadino, Acquedotto lucano ha realizzato presso la Delegazione municipale di Metaponto un punto d’informazione e di assistenza ai tanti cittadini che si recano per chiedere informazioni ed assicurazioni in merito al controllo delle acque potabili e per approvvigionarsi di sacchetti di acqua potabile in distribuzione gratuita.
Tanti i capannelli di persone che si fermano a parlare con i tecnici dell’Acquedotto lucano per chiedere notizie e per approfondire conoscenze. Sui loro volti la preoccupazione delle ultime vicende registrate nelle scorse settimane nei Comuni viciniori. Altri consultano professori di chimica ed esperti della materia per capire con quale agente hanno a che fare. Anche perché il divieto del sindaco è molto chiaro e perentorio, “considerata la pericolosità nell’uso alimentare e potabile dell’acqua riveniente dai serbatoi posti in agro Demanio campagnolo”.
Divieto che alcuni ritengono eccessivo, troppo allarmistico, sicuramente lontano per eccesso dal reale pericolo per la salute umana. Insomma perché allarmare tanto l’opinione pubblica?
Altri, invece, condividono l’allarme del primo cittadino e ne condividono il dovere di salvaguardare la salute pubblica. Costi quello che costi, perché ciò che è importante è la fondatezza dei dati e il dovere di porre in essere ogni utile accorgimento ed ogni presidio necessario a difesa della salute pubblica. Tutti chiedono a gran voce che non si nasconda nulla.
Prima che sia troppo tardi. Per tutti.
Pino Gallo