Reflui, nota del Coordinamento “Sos Valbasento”
“Quella terminata con i recenti tavoli, peraltro, è solo una fase di un processo che, adesso, deve continuare con la stessa perentorietà dei tempi imposta in questi ultimi due mesi, nei quali si è ritenuto necessario fermare il traffico dei reflui petroliferi diretti a Tecnoparco”.
Così il Coordinamento di Associazioni e Cittadini “Sos Valbasento” in relazione al tavolo tecnico sulla radioattività nei reflui petroliferi estratti a Viggiano e smaltiti in Valbasento. “C’è da rendere concreta, innanzitutto, un’attività di monitoraggio in continuo sia della radioattività che delle altre sostanze inquinanti, così come restano una serie di prescrizioni da attuare rispetto ai famosi crono programmi ormai datati, inerenti alcune attività di Tecnoparco. Qui, oltre a creare le condizioni utili ad evitare il ripresentarsi dei miasmi, si attende ancora l’installazione dei famosi misuratori in entrata ed in uscita, così da poter controllare i quantitativi di rifiuti liquidi trattati. Va inoltre considerata l’esigenza di completare il quadro analitico sulla radioattività passando da una investigazione a campione ad un sistema più strutturato che, peraltro, dovrà indagare sul bioaccumulo. Fin qui le aspettative.
Quello che, inoltre, non ci ha convinti dell’iter analitico appena concluso – aggiunge il Comitato - è l’esclusione da qualunque forma di approfondimento dei reflui esterni non petroliferi che, a rigor di logica, sarebbero dovuti essere sottoposti allo stesso iter di studio utilizzato per i reflui del COVA di Viggiano, così da avere un quadro ancor più completo degli eventuali rischi da radioattività presenti in Valbasento.
Come Coordinamento non abbiamo mai omesso di ribadire che la questione reflui non è solo connessa alla radioattività vera o presunta, legale o illegale che sia. Il tema è molto più annoso e complesso e deve fare i conti con lo stato di inquinamento di una valle a sostenibilità esaurita, nella quale qualunque proiezione di futuro dovrà avere il coraggio e la coerenza di superare un modello che, nei limiti o meno dei parametri, ha un impatto ambientale non indifferente che bisognerà lasciarsi alle spalle.
L’assessore Berlinguer prenda un impegno serio su un aspetto sul quale pure ha iniziato a pronunciarsi, spiegando che al traffico delle autobotti occorre costruire un’alternativa. Serve, a tal proposito, un impegno concreto con una tempistica definita. Con questa premessa sarebbe paradossale, invece, immaginare un incremento dei volumi e del business dei reflui. Un aspetto sul quale pure il presidente Pittella, che la scorsa estate qualcosa disse, dovrebbe pronunciarsi in modo chiaro e concreto, per evitare che il traffico dei rifiuti petroliferi verso la Valbasento aumenti con l’incremento delle estrazioni.
Un quesito, infine, riteniamo di doverlo rivolgere al Consiglio comunale di Pisticci ed agli organi esecutivi ad esso connessi, a partire dal sindaco Di Trani. La famosa delibera votata all’unanimità lo scorso 29 novembre ha segnato una strada precisa nel pronunciarsi sul trattamento dei reflui petroliferi nella Valbasento. L’esigenza di superare questo modello di business ha, in quell’accezione, un valore politico prima che tecnico e lo stop ai reflui viene connesso con l’esigenza non più procrastinabile di procedere alla bonifica del sito. Il Consiglio comunale di Pisticci, ed il sindaco da esso insignito di un preciso mandato, dicano, pertanto, attraverso quale percorso e quali azioni intendono dare concreto seguito a quel deliberato che – conclude - nel superamento di un modello industriale basato sul trattamento di reflui esterni all'area individua una sorta di obiettivo programmatico”.