Comunicato stampa dei Capigruppo di opposizione al Comune di Montescaglioso

Foto home Pirogassificatore

Quello che sta accadendo ultimamente è un vero e proprio assalto al nostro territorio. Dopo la vicenda delle estrazioni petrolifere, infatti, è saltata fuori la questione del pirogassificatore nel territorio di Bernalda (località Pantanello) e che riguarda molto da vicino anche Montescaglioso.

L’opposizione, anche su segnalazione del Movimento 5 Stelle, del “Comitato No Triv” e della Lista Tsipras” ha chiesto ed ottenuto la convocazione di un Consiglio Comunale aperto a tutti i cittadini che si è tenuto il 26 marzo e nel corso del quale si è discusso del problema e si è chiesto all’Amministrazione di presentare ricorso al TAR per bloccare questo ecomostro che dovrebbe sorgere a pochi passi dalle nostre case. Senza entrare nel merito di quanto accaduto in Consiglio Comunale, a noi preme spiegare ai cittadini la situazione e quali sono i rischi per la nostra comunità se si dovesse realizzare l’impianto.

Innanzitutto va chiarito che il pirogassificatore altro non è che un inceneritore di nuova generazione. In questo impianto vengono trattati tutta una serie di rifiuti che in parte sono impiegati per la produzione di fertilizzanti ed in parte sono bruciati per produrre “syngas” che a sua volta produce energia termica ed elettrica. I rifiuti utilizzati per questo tipo di impianto sono: frazione organica di rifiuti solidi urbani, rifiuti vegetali di provenienza agricola, scarti della lavorazione del legno, rifiuti vegetali derivanti da attività agro alimentari, rifiuti tessili di origine animale e vegetale, deiezioni animali, fanghi di depurazione delle industrie alimentari, ceneri di combustione di sanse e scarti vegetali.

Ma vediamo nello specifico il caso di Bernalda. Con delibera n° 1544 del 12 dicembre 2014, la Regione Basilicata ha espresso il giudizio favorevole di compatibilità ambientale, autorizzazione paesaggistica e autorizzazione alle emissioni in atmosfera relativamente al "Progetto per la costruzione e l'esercizio di un impianto di recupero di rifiuti destinati al riutilizzo con produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario) per l'alimentazione di gassogeno e valorizzazione energetica da realizzare in Zona SIN in località Pantanello nel Comune di Bernalda (MT)”. L'impianto proposto, ricade all'interno del Piano Territoriale Paesistico di Area Vasta (PP.TT.MM) "Metaponto" che comprende nove comuni: Scanzano Jonico, Policoro, Montalbano Jonico, Nova Siri, Bernalda, Pisticci, Rotondella, Montescaglioso e Tursi.

La capacità totale dell'impianto, prevede l'ingresso e il trattamento di 32.000 tonnellate anno di rifiuti, così suddivisi: 10.000 t/anno per ottenere il fertilizzante; 20.080 t/anno per produrre energia elettrica e termica; 1920 t/anno separati e non utilizzabili nel processo (metalli, inerti ecc). Dai dati ufficiali dell'ISPRA sappiamo che nel 2013 la provincia di Matera ha prodotto un totale di rifiuti da raccolta differenziata pari a 16.465 tonnellate. A questo punto sorgono delle domande:

1. Se per l’intero territorio provinciale di Matera si producono ton. 16.465 di raccolta differenziata, perché l’impianto ha una capacita di ton. 32.000, cioè quasi il doppio?

2. Se per l’intero territorio provinciale di Matera, la frazione organica prodotta è pari 4.725 tonnellate (16.465x28,70%), perché l’impianto ha una capacità di 10.000 tonnellate, oltre il doppio?

Ebbene, basta leggere quanto riportato a pag. 4 del Verbale del Comitato Tecnico Regionale per l'Ambiente, allegato alla delibera regionale di autorizzazione, che ad un certo punto, nel parlare dell’ubicazione dell’impianto testualmente riporta “L’impianto sarà realizzato nelle vicinanze del centro di raccolta dei rifiuti differenziati urbani, in un’area baricentrica rispetto alla Puglia e alla Calabria e facilmente raggiungibile anche dalla Campania; tutte regioni che manifestano esigenze di conferimento dei propri rifiuti differenziati”

Per intenderci, DIVENTEREMO la PATTUMIERA DELL’ITALIA MERIDIONALE.

Chi è favorevole alla realizzazione di questi impianti (in genere privati come nel caso di Bernalda e che quindi mirano solo ai propri interessi) ne parla come qualcosa di straordinario ma la realtà è ben di versa. Vediamo quali sono i problemi più evidenti:

 

  1. Prima di tutto i rifiuti non vengono totalmente eliminati ma sul totale del peso dei rifiuti bruciati in un inceneritore rimane comunque circa il 30% in peso di scorie e ceneri che devono essere smaltite.

  2. I processi di distruzione a caldo dei rifiuti producono nano polveri, diossine, ed altre sostanze tossiche. Queste sostanze possono essere inalate o entrare nella catena alimentare dell’uomo ad esempio attraverso gli alimenti contaminati prodotti con il latte delle mucche che pascolano nelle zone sottoposte a inquinamento, oppure attraverso i prodotti agricoli coltivati nelle zone raggiunte da queste emissioni. Le patologie derivanti sono cancro, malformazioni fetali, Parkinson, Alzheimer, infarto e ictus. Lo comprovano migliaia di studi scientifici.

  3. Gli inceneritori vengono finanziati da ingenti fondi pubblici (i cosiddetti CIP6, contributi CONAI, certificati verdi) attraverso una voce inserita sulla bolletta ENEL che tutti noi paghiamo.

  4. L’incenerimento è un sistema che fa guadagnare solo i costruttori e i gestori degli impianti e non risolve il “problema rifiuti”.

  5. La tendenza Europea è quella di migliorare il recupero ed il riciclo dei rifiuti perché tutti gli studi confermano che utilizzare i rifiuti per produrre energia non è conveniente.

  6. Diversi paesi che in passato hanno investito sull'incenerimento hanno serie difficoltà ad approvvigionarsi di rifiuto idoneo agli impianti e ricorrono all'import dall'estero.

  7. La ricaduta occupazionale di questi impianti è pari a zero. Per ogni persona impiegata in un inceneritore se ne generano 15 nella raccolta differenziata (fonte Conai). Con la raccolta differenziata si generano 2 posti di lavoro ogni 1.000 abitanti.

  8. Nelle zone dove vengono realizzati questi impianti, si assiste sempre ad una svalutazione del valore degli immobili perchè nessuno vuole abitare in aree contaminate.

  9. La nostra area ha una vocazione turistica e agricola. Un inceneritore peggiorerà la qualità della flora, della fauna, del paesaggio e quindi l’ambiente che le aziende turistiche offrono ai visitatori.

 

Ecco perché come opposizione abbiamo chiesto un Consiglio Comunale straordinario che si è tenuto il 26 marzo e nel corso del quale abbiamo ottenuto l’importante vittoria di far votare all’unanimità i seguenti provvedimenti:

1. ASSOLUTA CONTRARIETA’ a impianti di trattamento rifiuti di qualsiasi genere (anche futuri), sia sul proprio territorio che in quello dei comuni limitrofi, a tutela della salute pubblica, dell’ambiente e dell’economia;

2. ATTO DI INDIRZZO PER LA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO presso il TAR di Basilicata, contro l’approvazione del provvedimento di autorizzazione, a supporto del Comune di Bernalda e delle associazioni ambientaliste, da trasmettere alla Giunta Comunale per l’attuazione immediata”;

3. Di presentare ricorso al Presidente della Repubblica contro l’approvazione del provvedimento di autorizzazione (accogliendo la proposta del Movimento NO TRIV di Montescaglioso);

4. Che il Comune di Montescaglioso si assuma l’onore di farsi promotore anche presso gli altri comuni coinvolti dalla questione del pirogassificatore, di tutte quelle iniziative volte a bloccare la realizzazione dell’impianto.

Ci piace ricordare quanto ha affermato un nostro concittadino, il Dr. Rocco Leone, Sindaco di Policoro che ha dichiarato: Invece di difendere e promuovere il territorio, ci si trova di fronte ad un “amministratore-progettista” di centrosinistra che anziché essere guardiano del territorio fa un progetto che spinge per questo disegno e la politica, che dovrebbe essere la massima espressione dell’uomo, diventa cannibalismo terribile che non guarda al territorio né all’uomo, ma saccheggia e prende quello che può” .

“A noi peraltro non interessa che il nostro Sindaco sia anche il progettista del pirogassificatore, non intendiamo spostare i riflettori su questo macroscopico conflitto di interesse. L’importanza della questione non lo merita. Non siamo contro il Sindaco perché siamo oltre il Sindaco, semplicemente accanto ai cittadini ed ai comitati, a difesa dell’integrità del nostro territorio e della nostra salute. Dobbiamo strenuamente respingere la subdola idea che gli insediamenti estrattivi e gli opifici ad alto impatto inquinante possano tuttavia apportare benefici economici al territorio.

Nessuno può pensare di monetizzare la salute dei nostri figli. Non lo consentiremo”

I capigruppo di opposizione Montescaglioso 29/03/2015

Avv. Rocco Ditaranto - Geom. Vincenzo Zito -  Dott. Pietro Buonsanti

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