Tavolo verde : continua il momento critico dell'agricoltura

LOGO TAVOLO VERDEMarconia. In una lettera aperta all’assessore regionale all’agricoltura Luca Braia ed ai parlamentari eletti in Basilicata, Tavolo Verde Basilicata denuncia che il settore agricolo-zootecnico della Regione Basilicata sta attraversando uno dei momenti più critici dell’ultimo ventennio con il prezzo del grano in azienda che non va oltre i 28 euro a quintale e quello del clementino che non supera i 20.

Mentre nell’insieme i prezzi degli ortofrutticoli estivi ed autunnali, rispetto all’ultimo quinquennio, hanno subito una flessione stimata di circa il 10% ed il prezzo del latte bovino è fermo a 37 centesimi al litro. Per contro, le aziende agricole acquistano mezzi tecnici i cui prezzi di mercato nell’ultimo decennio hanno subito un incremento intorno al 15%, per non parlare delle migliaia di tonnellate di produzioni rimaste invendute e marcite nei campi. In termini strettamente economici il potere d’acquisto o potere di scambio dei produttori agricoli e degli allevatori si è ridotto rispetto al 2000 del 30-40%.

È necessario, per Tavolo Verde, riproporre il settore agricolo come settore strategico per il rilancio dell’economia, dell’occupazione e della tutela dell’ambiente.

In secondo luogo i fondi comunitari previsti per PSR dovranno avere come priorità la valorizzazione e il potenziamento delle aziende agricole che producono beni di qualità destinati all’alimentazione e che assicurano occupazione stabile alle forze giovanili, anche attraverso l’adozione di innovazioni tecnologiche finalizzate all’agricoltura conservativa. Tavolo Verde chiede di rivedere il rapporto fra settore produttivo agricolo e comparto di trasformazione e commercializzazione, per evitare che quest’ultimo si appropri di tutto il valore aggiunto delle produzioni agroalimentari.

Inoltre, scelte politiche che incentivano indirizzi produttivi verso colture di tipo industriale, secondo Tavolo Verde, sono da considerarsi sbagliate e speculative e non già rispondenti alla necessità di crescita e di progresso. Parimenti sono da ritenersi speculativi quegli indirizzi finalizzati a subordinare l’agricoltura al comparto industriale e alla ricerca sperimentale delle multinazionali”.

“I produttori agricoli – sottolinea l’associazione agricola - non possono attendere anni e anni per realizzare progetti di adattamenti e miglioramenti fondiari a causa di inconcepibili lentezze burocratico - amministrative le cui conseguenze si manifestano in sfiducia verso le istituzioni e i partiti politici, ma anche verso le organizzazioni di categoria. Anche perché l’abbandono dell’agricoltura determina l’abbandono dell’ambiente e del territorio. Non ci può essere, infatti, agricoltura senza l’impegno di braccianti e tecnici; così come è convinzione comune quella che i nostri territori, così come nel passato, debbano continuare a produrre cibo sano e di qualità per il fabbisogno interno ed estero”.

Pino Gallo

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