Metaponto:signora truffata da un falso avvocato
Metaponto. “Signora, sono l’avvocato tizio e la chiamo da Verona, su incarico di suo figlio Pasqualino, il quale ha investito una signora, causandole ferite molto gravi. Adesso la signora è in ospedale e suo figlio è in stato di fermo presso i carabinieri di Verona.Le passo il maresciallo caio che le riferirà in maniera più dettagliata”. Questa la prima parte di una telefonata di una banda di truffatori, che è giunta sul cellulare della signora Ninetta Caroli, mandandola in uno stato di profonda prostrazione e divenendo, così, facile vittima nelle mani dei ladri. Il sedicente maresciallo dei carabinieri completava la telefonata, dicendole che doveva versare subito 5.000 euro come cauzione, per evitare l’arresto del figlio e che il marito Mario, in viaggio per Matera, ovviamente del tutto ignaro di quanto stava accadendo, aveva autorizzato il versamento della somma. Precisava che le avrebbe mandato un carabiniere a prelevare la somma. La signora chiedeva inutilmente notizie sul figlio, ma veniva pressata a mettere insieme il denaro richiesto il più presto possibile.
Nel frattempo il sedicente carabiniere citofonava e veniva subito accolto dalla signora Ninetta, la quale gli diceva che non aveva tutta quella somma in casa, ma che avrebbe potuto dargli tutto l’oro che aveva e 600 euro in contanti. Proposta che veniva subito accolta. Al momento della consegna la signora chiedeva di poter vedere il suo tesserino di carabiniere. Le veniva risposto che l’aveva in macchina e che sarebbe risalito a mostrarglielo. Ovviamente si dileguava subito, facendo perdere le sue tracce.
Mentre il sedicente maresciallo chiamava di nuovo la signora, dicendole che quanto versato era insufficiente e che occorrevano altri 1.700 euro. La signora rispondeva che avrebbe potuto prelevarli soltanto alla posta. Così le veniva dato un iban sul quale accreditarli, specificando che non avrebbe dovuto chiudere la conversazione fino al completamento dell’operazione presso il locale ufficio postale. Ma ad operazione effettuata, chiamava il figlio da Verona e tutto l’imbroglio veniva denunciato al – vero - maresciallo dei carabinieri di Metaponto, Giovanni Moscogiuri, il quale allertava subito i suoi uomini e faceva immediatamente annullare l’operazione postale, appena effettuata.
Pino Gallo