Marconia:corsi di autodifesa gratuiti per tutte le donne
Marconia. In collaborazione con l’Unitre di Marconia, l’Università delle tre età, la Federazione italiana di karate e krav maga ha aperto un corso di difesa personale rivolto a tutti i cittadini di ogni età e condizione sociale per rispondere ai bisogni di una società in cui la violenza si insinua anche nelle scuole elementari con episodi di bullismo sempre più difficili da contrastare e da far emergere.“Così – dice Vito Cirone, nella sua qualità di istruttore e di coordinatore dei corsi di auto-difesa – viste le numerose aggressioni e violenze soprattutto contro le donne, che sembrano bollettini di guerra - alle donne noi diciamo di difendersi e di lottare, proponendo loro un primo corso di auto-difesa a titolo assolutamente gratuito e divulgativo, che si tiene nella nostra palestra Asd Full Sport di Via Olivastreto”.“A me – dice la signora Monica (nome di fantasia) - che sono mamma di un bambino di 9 anni questo corso fa stare più tranquilla perché ho bisogno di sapere che mio figlio saprà difendersi dalle aggressioni di cui è stato ed è oggetto, auspicando che questi corsi si possano diffondere anche a scuola. Molti ragazzi la sera non escono, per non incontrare questi bulli”. Poi invita il figlio Giuliano (nome di fantasia) a dire qual è stata la sua ultima brutta esperienza. Il bambino riferisce che a scuola alcuni coetanei l’ultima volta lo hanno aggredito per impossessarsi del suo skateboard, da cui è nata una rissa che è terminata solo quando egli ha mollato l’attrezzo sportivo pur di porre fine all’aggressione. Intanto in palestra ha saputo rispondere alla finta aggressione di un adulto, che ha prontamente neutralizzato con una sonora ginocchiata al basso ventre, non senza qualche imbarazzo del malcapitato, nonostante la conchiglia protettrice.
Anche Maria, nome di fantasia, che frequenta la scuola media riferisce di essere oggetto di aggressioni fisiche da parte dei suoi compagni di scuola e che l’ultima volta l’hanno sbattuta di testa contro il muro, procurandole un dolore intenso e la paura di non riuscire a sottrarsi alle violenze del branco. “E gli altri compagni?”. “Assistono indifferenti perché i bulli dicono loro che se non danno anch’essi le botte non saranno più loro compagni. E questo nonostante che la scuola abbia organizzato corsi anti-bullismo e coinvolto i genitori dei ragazzi più facinorosi, i quali dicono di fare il possibile per rasserenarli. Ma nonostante ogni dire e ogni fare, passati tre/quattro giorni di bonaccia, tutto torna come prima, al punto che il solito gruppo di bulletti, aggiunge Maria, continuano in classe a sollevare di peso una giovane professoressa, a dispetto di ogni tentativo di ricondurli a forme di comportanti rispettosi delle persone e dei luoghi”.
La signora Silvia (nome di fantasia) invece frequenta il corso per sentirsi più sicura perché in famiglia è stata vittima di violenza e vuole imparare le mosse per la difesa personale. Così anche altre signore, Graziella e Lucia, che alla difesa personale “associano la sensazione di benessere fisico e psicologico”. Mentre Rakid, cittadino marocchino, che di professione fa il camionista ed affronta lunghi viaggi internazionali, vuole sapersi difendere dai delinquenti che attaccano gli autisti.
Pino Gallo