Metaponto:si rivedono dopo 50 anni
Metaponto. Si erano persi di vista che erano adolescenti e s’incontrano da pensionati dopo 50 anni. Lavoro, studi, carriere e vicende di vita li avevano disseminati per tutta l’Italia e all’estero, come nelle tante diaspore dell’umanità. Così, mentre il buon Dio ogni tanto ne chiamava qualcuno per l’esame finale nella casa del Padre, ce ne sono stati altri come Vincenzo e Chiara Galli che si sono chiesti perché rivedersi soltanto in simili circostanze. E allora, cellulari alla mano, per diversi mesi hanno telefonato in ogni dove d’Italia e d’Europa e con tecniche investigative degne di “Chi l’ha visto” ne hanno chiamati a raccolta 45 su 70 per una storica rimpatriata.
L’appuntamento era alle ore 11 davanti alla chiesa madre: ma si sarebbero riconosciuti a distanza di mezzo secolo?
Arriva un signore con i capelli lunghi e barba fluente sale e pepe come il nazareno: momento di smarrimento. E’ un barbone di passaggio o uno di Loro? Ma no! E’ Mimmo, quello che abita nei cieli d’Italia e saluta i bagnanti sulla spiaggia dal suo deltaplano. Poi arriva una distinta signora con l’incedere sicuro del capo azienda. E chi è? Ma è la Silvana, già capo stazione alla stazione di Roma Termini, subito doppiata da un’altra signora bionda, appena segnata da qualche ruga sulle labbra nonostante i suoi anni post pensione. E’ la Lina, accesa fans del cantante di “Cuore matto”, l’Elvis Presley nostrano.
Arriva anche Luciano, che viveva con la sua compagna in Svizzera, ma abitava 15 metri più a est, in territorio tedesco, ove il fitto di casa ed il costo della vita erano più abbordabili grazie all’euro. Così il gruppo diventa sempre più allegro e chiassoso e si muove come uno stormo di tordi di qua e di là, sommergendo di baci e abbracci i nuovi arrivati, basiti da tanto affetto.
La piazza si affolla sempre di più sotto gli occhi sempre più increduli di mamme con carrozzine e bimbi che giocano felici con le loro biciclettine.
Poi tutti a ristorante, dove arriva una signora anziana, minuta, 90 anni di cui 45 dedicati all’insegnamento, la maestra di molti di loro, che subito l’abbracciano con affetto. “Sei stata e sei ancora per tutti noi un punto di riferimento per i valori che ci hai insegnato, per l’attaccamento al dovere ed al lavoro, alla famiglia, al rispetto degli altri. Grazie maestra Rita Stigliani”.
“Ma io ho fatto semplicemente il mio dovere di maestra con grande passione e voi eravate bravi perché le vostre famiglie vi volevano bravi e volenterosi per affermarvi prima negli studi e poi nel lavoro”. Ma di fronte all’omaggio di un mazzo di fiori, un nodo alla gola e lacrime di intensa commozione le impediscono di continuare con le parole, ma lo fa intensamente con il cuore ricolmo di gioia.
Si commuove anche Rosa, la proprietaria del ristorante e dice di essere onorata di ospitare chi ha fondato la nuova Metaponto. Il vostro coraggio ha spinto la mia famiglia a investire risorse importanti in questo territorio. Grazie.
Parole che commuovono i figli di quei ferrovieri e di quei poliziotti incaricati di scortare i treni fino a Roma, che avevano diritto all’indennità di zona disagiata e malarica come novelli ri-fondatori della città, dopo i greci giunti 27 secoli prima.
E tutto ciò mentre si consegnavano ai contadini i primi poderi della Riforma agraria e il ministro dell’Agricoltura M. Rumor insieme a E. Colombo avrebbero inaugurato il borgo di Metaponto. Era il 1959. E loro, figli di reduci di guerra, studiavano per salire nella scala sociale e divenire nuova classe dirigente.
Pino Gallo