Avvistata una discendente di Moby Dich a Metaponto

FOTO HOME CAPODOGLIO METAPONTO WEBUna discendente di Moby Dich a Metaponto? La celebre balena bianca, in realtà un capodoglio, reso famoso dal celebre romanzo scritto da Herman Melville a metà ‘800, che nuota nelle acque di Metaponto?No. Non è né una frase ad effetto, né uno scherzo sulla Balena bianca. E’ un sabato mattina. Il mare è liscio come olio e l’aria è tersa e serena. Una giornata ideale per uscire per una battuta di pesca. E’ tempo di pesce azzurro e un po’ di alici e di sgombri potrebbero facilmente allietare la tavola di Angelo De Tommaso e Gianpiero Gatti. Due pescatori sportivi della domenica, originari di Ginosa Marina. Sono le nove e mezza quando sciolgono gli ormeggi dallo Yachting Club Silvano di Metaponto e si avviano in mare aperto, allorché a circa tre miglia dalla costa, avvistano una lunga sagoma scura che ondeggia tranquilla sulle onde del mare, appena appena increspato dal suo nuoto composto e sereno. Che mai sarà? Così si avvicinano piano piano e l’arcano è presto svelato. La figura si materializza. Ha una testa enorme, quasi un terzo della sua lunghezza e pesa circa 25 tonnellate; il colore della pelle è grigio-scuro ed ha una lunghezza di circa 10 metri, il doppio della loro barca. Non possono credere ai loro occhi. E’ un capodoglio. Forse un maschio di piccole dimensioni o una femmina nel pieno della sua maturità. Si incontrano, si avvicinano, si scrutano benevolmente, quasi si salutano. A motore spento, nessuno dei tre ha paura dell’altro. Anzi la Moby Dick metapontina sembra gradire la presenza buona e rassicurante dei due umani e gli umani vorrebbero trasmetterle tutta la loro gratitudine per quell’incontro così bello, così avvolgente, così cordiale. Mai avrebbero potuto immaginare un appuntamento marino di questo genere nella loro vita.

“E’ stata una grandissima emozione – dice Angelo. Non era assolutamente in difficoltà, si mostrava tranquillo e sembrava felice di vederci e di osservarci da vicino. Siamo contenti di aver diviso con lui 20 fortissimi minuti, che rimarranno indelebili nella nostra mente e nel nostro cuore. Siamo grati al mare che, se rispettato e non violentato, dà queste incredibili emozioni. Situazioni che si possono vedere solo nei film o negli acquari. Invece noi le abbiamo vissute nella realtà e con una sicura comunanza di buoni sentimenti”.
Purtroppo, dopo 20 minuti fitti fitti di intense e reciproche emozioni, dopo un tempo breve ma reso lunghissimo da un approccio quasi irreale, il rombo di un motoscafo che si avvicinava al quadretto formato da Moby Dick e da Capitan De Tommaso si è dissolto all’istante, perché il capodoglio ha avuto paura di un arpione, lontano retaggio del suo illustre e coraggioso antenato, e si è subito inabissato nello Jonio metapontino, che in quel punto arriva ai 200 metri di profondità. Ciao Moby Dick.
Pino Gallo

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