Metaponto cronaca di una giornata di fuoco
Metaponto. Erano quasi le 3 di pomeriggio di giovedì scorso e le temperature sfioravano i 40 gradi, quando dalla giovane pineta creata dalla Riforma agraria degli anni ’50,in prossimità dei Lidi Marinella e Dompablo, partivano le prime fiamme che iniziavano a divorare fameliche e violente tutto ciò che trovavano sul loro percorso verso sud, danneggiando alcune strutture dei Camping Mondial, Iulia e Riva dei Greci e mandando in fumo, dicono, 100 ettari di pineta.Nessun ostacolo naturale è riuscito a fermarle perché, a detta degli operai forestali, le fiamme saltavano violente da una cima all’altra degli alberi come enormi scimmie, per poi incenerire le piante secondo un percorso dall’alto verso il basso. Le fasce tagliafuoco, progettate 70 anni fa, adesso risultano strette, tant’è che una squadra di operai ha dovuto velocissimamente tagliare tutte le cime degli alberi allo scopo di ridurre al minimo i danni. “E poi – dice uno di loro - perché non ci fanno iniziare a fare la pulizia della pineta ad aprile anzicchè all’inizio dell’estate?”.
Così, la mattina di un nuovo giorno e dopo 16 ore di fumo e fiamme, una leggera fuliggine ed un odore dolciastro proveniente da piccoli ma pericolosi nuovi focolai ammorbano ancora l’aria e preoccupano i proprietari dei campeggi toccati dal fuoco, i carabinieri e gli agenti della polizia locale di Bernalda al comando del capitano Gianluca Sirsi e del maggiore Emilio Polizio, che presidiano il territorio, mentre altri uomini e donne dei Vigili del Fuoco, della Regione Basilicata, operai forestali e operatori della protezione civile di Metaponto sono ancora intenti a spegnere vecchi e nuovi focolai, che improvvisamente iniziano a bruciare in altre zone. La pineta è fortemente presidiata dai mezzi antincendio e sorvolata dagli elicotteri. I visi degli operatori sono sporchi di fuliggine e ancora tesi come la pelle dei tamburi, quando arriva un altro allarme perché è scoppiato un altro incendio poco oltre. In un altro angolo della pineta, invece, una gru sta caricando le lamiere del bar e della zona ristoro contorte dal fuoco. E’ tutto ciò che resta del lido Il Delfino. Il proprietario, Giuseppe Cicorella, è distrutto dal dolore e dallo spavento, ma tiene duro mentre dirige le operazioni di sgombero delle macerie, perché deve subito riaprire il bar e servire i clienti del suo lido, che sotto l’ombrellone, anche partecipando al dolore del titolare, si godono i loro giorni di vacanza. “Mia moglie e mia figlia hanno pianto per tutta la notte. Assistere impotenti alle fiamme che divorano le strutture della tua azienda costruita con anni e anni di sacrifici è stato per noi un dolore immenso, che le parole non riescono a rendere. L’intervento del primo Canadair è stato molto lento perchè andava a rifornirsi di acqua in una zona molto distante dal nostro lido, mentre l’altro è stato decisamente più veloce. Non ne capiamo la ragione. Inoltre, la pineta è sporca e per questo diventa un enorme pericolo per le nostre strutture balneari che sorgono proprio a ridosso della pineta”.
Si attende nel pomeriggio l’ordinanza di riapertura dei 3 campeggi fatti evacuare dal sindaco di Bernalda a scopo precauzionale.
Pino Gallo