Immigrati presenti a Metaponto oggi incontro in Prefettura a Matera

Metaponto. Convocato per questa mattina 15 febbraio 2018 dal prefetto di Matera, Antonia Bellomo, il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. A darne comunicazione il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, il quale ha riferito che l’unico punto all’ordine del giorno è la questione degli immigrati presenti a Metaponto. Come si ricorderà la settimana scorsa si sono verificati due episodi di violenza, che hanno destato molto scalpore fra i pochi abitanti di Metaponto e ingenerato un diffuso senso di insicurezza collettiva con forti preoccupazioni per la loro incolumità. In un territorio ad alta valenza turistica, agricola e storico-archeologica si teme anche che tali episodi possano produrre importanti contrazioni delle presenze turistiche con gravi ripercussioni su tutta l’economia di Metaponto e centri vicini.
Del primo episodio di violenza è stato protagonista A.M., un sudanese di trent’anni arrestato per violenza, minacce e lesioni, perché armato di due mannaie e coltello da macellaio.
Il secondo episodio si è verificato il giorno dopo, quando un cittadino del Niger di 30 anni è entrato nell’Hotel Le Muse di Metaponto, che ospita cittadini africani richiedenti asilo politico in Italia, e chiedeva di parlare con il direttore dell’albergo. Quando l’operatore in servizio gli rispondeva che non c’era non esitava a colpire con una mazza di legno il bancone della reception e a danneggiare un’automobile parcheggiata. Veniva, perciò, arrestato dai carabinieri immediatamente allertati.
Più volte dalle pagine della Gazzetta si è parlato della presenza a Metaponto di tre strutture ove un numero imprecisato di cittadini africani ha trovato sistemazione di fortuna. Una è l’ex falegnameria Pizzolla ove si è creata una vera e propria comunità con tanto di bar-negozio e ragazze che offrono servizi “di intrattenimento”.
Altri immigrati hanno occupato i capannoni dell’ex opificio Cidonio. Altri ancora hanno realizzato una nuova tendopoli sotto il sovrappasso della ferrovia. Tutti vivono in situazioni di degrado sociale e materiale per la mancanza delle più elementari condizioni di igiene e di decoro umano.
I cittadini residenti a Metaponto si sentono abbandonati dalle pubbliche autorità. Avvertono un senso di smarrimento verso ciò che è successo e che potrebbe ancora succedere. Percepiscono gli episodi di violenza accaduti come un pericolo potenziale e stimano che il numero degli stranieri presenti sia nettamente superiore agli stessi cittadini della borgata. Ritengono che essi sfuggono a tutti i controlli delle autorità chiedendosi: chi sono? quanti sono? cosa fanno? qual è la loro identità? Insomma si comincia ad avere paura dello straniero non in quanto tale, bensì come soggetto indefinito, labile, evanescente. Non si può assolutamente parlare di razzismo, semmai di xenofobia. Tutti lanciano una richiesta di sicurezza e par che dicano: aiutateci a non divenire né xenofobi, né razzisti!
Un dovere istituzionale a garanzia ed a tutela della sicurezza e del rispetto di tutti, italiani e stranieri, cui nessuna autorità può sottrarsi. Ma anche un invito allo Stato a ripristinare l’ordine e la legalità nel rispetto costituzionale del diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Pino Gallo

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