I migranti di Metaponto trovato rifugio nei capannoni abbandonati dell’ex Felandina
Metaponto. Resistono al sole cocente d’agosto ed alle proibitive condizioni igienico-sanitarie i migranti che, sgomberati dall’ex falegnameria Pizzolla, dal cantiere della Montubi e dalla baraccopoli sotto il sovrappasso ferroviario, hanno trovato rifugio nei capannoni abbandonati dell’ex Felandina.
Il complesso industriale che avrebbe dato lavoro a qualche centinaio di disoccupati, ma abortito sul nascere con una maxi truffa milionaria ai danni dello Stato ed ora in totale abbandono.
Una speranza per i migranti che vi si sono abusivamente rifugiati e che vi hanno montato tende multicolor per difendersi dai raggi del sole che in questi giorni supera i 40 gradi. Poi con l’aiuto di qualche bicicletta devono percorrere due chilometri per andare a Metaponto a fare la spesa e procurarsi l’occorrente per la vita di tutti i giorni.
Un tragitto che spesso compiono a piedi, percorrendo un tratto di basentana e della provinciale per Metaponto, dove l’estate scorsa è morto un cittadino africano, investito di sera da un’automobile di passaggio. Un percorso che i migranti fanno spesso, imprudentemente, senza gilet rifrangenti o in bicicletta senza luci. Un altro problema grosso che devono affrontare quotidianamente è la mancanza d’acqua corrente, non solo per le necessità alimentari, ma soprattutto per mantenere l’igiene del pentolame per la preparazione quotidiana dei cibi e la pulizia personale, essenziale dopo dieci e passa ore trascorse a caricare nei campi infuocati angurie pesanti e arroventate dal sole.
Nel frattempo il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ha informato della situazione il prefetto di Matera, Antonella Bellomo, e la proprietà dei capannoni industriali, che a sua volta ne ha denunciato l’abusiva occupazione. Le forze dell’ordine hanno, così, proceduto all’identificazione degli occupanti e ad inviare la documentazione di rito all’autorità giudiziaria per le determinazioni del caso. “Se la situazione si dovesse ancora protrarre per molto, dice il primo cittadino di Bernalda, saremo costretti ad allertare le Asl ed a procedere con ordinanza di sgombero come abbiamo già fatto in precedenza”.
Il Consorzio La Felandina avrebbe dovuto dare lavoro a circa 600 operai, in un’area dislocata su circa 60 ettari, con un investimento in base al Contratto di Programma di 84 milioni di euro e che invece si è conclusa con il fallimento del Consorzio di imprese e un’inchiesta giudiziaria denominata Ghost Vigilance. Per il progetto La Felandina la Corte dei Conti ha confermato il risarcimento allo Stato da parte dei soggetti coinvolti di 14 milioni di euro.
Pino Gallo