"Radici e Connessioni" ritorna a Pisticci lo Sputnik Festival
«La speranza mette radici anche nella roccia», recita un aforisma polacco. Lo Sputnik Festival è appunto figlio della speranza. La speranza che qualcosa ancora si possa fare in questa terra a volte ostile ed inospitale, la tenacia di una giovane pianta di mettere radici anche laddove la sopravvivenza non le venga assicurata.
"Radici e Connessioni" è appunto il tema attorno al quale si svilupperà la sesta edizione, che si ispira all'immagine simbolica della ginestra leopardiana, alla forza della resistenza e ai frutti che ne derivano.
Frutto della resistenza e della "restanza" è appunto questo festival, che nasce nel 2014 in seno all'associazione culturale no profit Lucana Mente Lab, un gruppo di giovani lucani immersi nelle dinamiche socioculturali del territorio natio.
L'obiettivo della manifestazione, che si terrà dal 19 al 21 agosto, nel rione Terravecchia di Pisticci, è quello di promuovere il cosmo della musica indipendente e del fumetto autoprodotto, richiamando artisti nazionali e internazionali. Le tre giornate si rivolgono non solo agli appassionati del settore, ma coinvolgono un pubblico molto più ampio attraverso percorsi artistici e culturali. Mercatini, concerti, aperitivi culturali, jam session, street art e workshop di disegno animeranno la suggestiva cornice del centro storico.
Sarà, inoltre, possibile visitare la mostra "Radici e Connessioni", la quale raccoglie le opere degli artisti partecipanti al concorso indetto dal festival. Il vincitore del contest potrà pubblicare la propria opera, illustrazione o fumetto nella collana "Storie dalla Luna" della casa editrice Sputnik Press, nata nel 2016 e con alle spalle ben sei linee e progetti editoriali.
Tante e variegate le proposte musicali del festival, che spaziano fra diversi generi, dal rock al pop, dal blues al reggae. La cosa essenziale è che gli artisti non siano vincolati da major, dunque indipendenti, affinché la loro musica non sia subordinata alle esigenze di una casa discografica.
Il festival si pone dunque il fine di esplorare, attraverso lo strumento artistico, idee e visioni differenti, purché specchio non mistificato della realtà che ci circonda. Ma lo Sputnik, come recita il suo spot è anche, più semplicemente, «stringersi la mano, conoscere gente», allargare le proprie vedute. Insomma un confronto naturale, di cui, a volte, questa società sembra aver dimenticato l'esistenza.
Simona Pellegrini