Hubi – Mosquito una nuova tecnica per combattere gli insetti nocivi e contemporaneamente rispettare e tutelare l’ambiente

Foto Donato Romano zoologo e ingegnere biorobotico
Metaponto. Si chiama Hubi – Mosquito. E’ un piccolo robot bioibrido relativamente economico, con parti elettroniche e parti "viventi", in grado di imitare gli ospiti naturali, attirando ed eliminando le zanzare, pericolose portatrici di una vasta gamma di agenti patogeni deleteri per l'uomo e per gli animali, come la malaria, la dengue, il virus Zika, la chikungunya e la febbre gialla, senza rilascio di pesticidi nell'ambiente domestico.

E per realizzare tale prodotto Donato Romano, bernaldese di nascita, zoologo ed ingegnere biorobotico, laureato con lode all’Università Sant’Anna di Pisa, ha fondato un’azienda spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna, la “HUBILIFE® s.r.l.”, che mira a sviluppare prodotti innovativi senza rilascio di pesticidi nell'ambiente domestico. Insomma una vera e propria rivoluzione copernicana in campo scientifico, che combatte gli insetti nocivi e contemporaneamente rispetta e tutela l’ambiente senza l’uso di prodotti chimici inquinanti e pericolosi per gli esseri umani e per l’ambiente naturale.
E HUBI-Mosquito è il primo prodotto che è stato sviluppato dall’azienda, un dispositivo bioibrido anche relativamente economico.
“Un ulteriore contributo di questo prodotto – dice lo studioso bernaldese - è rappresentato dalla prima interazione bioibrida che coinvolge un parassita ed un robot che produce stimoli mimetici emessi dall’ospite naturale. La Biorobotica può produrre nuove straordinarie opportunità di indagine orientata alla parassitologia, e in particolare allo sviluppo di dispositivi bioispirati avanzati e sostenibili per il controllo di vettori, parassiti e agenti patogeni di rilevante interesse medico”.
Romano è inoltre coinvolto in diversi progetti internazionali di robotica, come ad esempio il progetto H2020 subCULTron, GA 640967FP7, che sta sviluppando il più grande sciame robotico subacqueo autonomo al mondo composto da 150 robot, per ispezionare e monitorare la laguna di Venezia.
Le sue ideazioni robotiche di elevatissimo spessore scientifico ricordano la favola del pifferaio magico che su richiesta del borgomastro della città tedesca di Hamein, la liberò dai ratti. Semplicemente perché, incantati dal suono melodioso del suo piffero, si lasciarono condurre fino al fiume Weser, dove annegarono tutti.
La tesi di Romano ha fornito anche un nuovo paradigma “per la neuro-robotica, introducendo artefatti biorobotici negli studi neuro-etologici, ed in particolare nelle indagini incentrate sulla lateralizzazione del cervello di diverse specie di artropodi (gli esseri con le zampe, ndr). L'organizzazione del cervello degli insetti, relativamente più semplice, li rende un modello ideale per la ricerca della lateralizzazione del cervello umano”.
“Queste nuove scoperte scientifiche – dice Romano - sono state condotte, utilizzando l'approccio biorobotico, come ad esempio affascinanti relazioni tra l'evoluzione del cervello nei vertebrati, come l’uomo, e negli invertebrati come gli insetti, che possono servire come modello per studiare i disturbi neuro-comportamentali umani, poiché il sistema nervoso negli artropodi fornisce una soluzione semplificata per svelare il meccanismo patologico di tali disturbi”.
Lo studioso bernaldese collabora con oltre 70 scienziati in tutto il mondo e lo scorso settembre si è aggiudicato il premio Gruppo Nazionale di Bioingegneria e Patron, a Bressanone, che è il più prestigioso premio per tesi di Dottorato in Bioingegneria in Italia.
Pino Gallo

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