Medici in trincea, ma senza armi
«Siamo disarmati» denuncia per l'ennesima volta il consigliere comunale di minoranza Vito Di Trani, medico di famiglia operante nel territorio pisticcese. Mancano le mascherine, i guanti e i camici monouso.
Di presidi d'occorrenza e "fai da te" parla anche il dott. Domenico Albano, anch'egli consigliere del comune di Pisticci: «Tre mascherine ricevute dall'Asl in un mese e mezzo. Tuta della ferramenta e visiera per il tagliaerba, questa è la mia dotazione».
I dispositivi di sicurezza, in alcuni casi, non arrivano nemmeno agli operatori del 118. Il dottor Albano, nel corso del consiglio comunale del 2 aprile scorso, tenutosi in videoconferenza, accenna infatti a un «caso particolare»: un'operatrice del 118 che non ha avuto modo di sostituire la propria mascherina nel trasporto da un paziente covid a un altro. La donna non è stata sottoposta né al tampone né, tanto meno, alla quarantena.
Sorge, dunque, spontanea una certa confusione tra i lunghi processi di vestizione a cui "teoricamente" dovrebbero sottoporsi i sanitari e la misera realtà dei fatti.
Tommaso Gioia, indipendente eletto nel Pd, sempre nel corso dello stesso consiglio, parla di un «positivo preso in braccio di peso e messo in ambulanza da un suo familiare, perché il personale medico era sprovvisto delle dotazioni di sicurezza».
Eppure la Basilicata era pronta. «Le nostre strutture sono pronte» affermava l'assessore lucano alla sanità Rocco Leone durante il consiglio regionale del 27 febbraio scorso, quando il calo del turismo scolastico spaventava più dell'epidemia e il coronavirus era ancora «solo un'influenza ad andamento stagionale». Quando la crisi poteva servire, invece, per dire ai medici di medicina generale di «tornare a fare i medici».
Intanto la moglie di Antonio Nicastro, il 67enne potentino morto ieri dopo aver implorato per due settimane il tampone, ha dato mandato ai suoi legali di procedere contro l'ASP e il San Carlo di Potenza, in relazione al contenuto dei due comunicati stampa emanati dalle due aziende, in quanto non rispondenti al reale svolgimento dei fatti. Nei comunicati, si parlerebbe, infatti di «esito infausto nonostante la messa in atto di tutte le linee di approccio terapeutico». Il presidente di regione Bardi annuncia così «un'indagine immediata» sulla morte di Nicastro e, intanto, la salma dell'uomo viene posta sotto sequestro.
Sembrano, dunque, sempre più lontani i tempi non sospetti in cui si parlava di semplice influenza e a livello nazionale i ristoranti cinesi erano ancora posti frequentabili, seppur con le giuste precauzioni. Sempre più lontane nel tempo anche le immagini del giovane studente italiano riportato in Italia da Wuhan, dove era rimasto bloccato all'inizio dell'epidemia, con una barella ad alto contenimento biologico (seppur il 17enne fosse risultato negativo al tampone).
Simona Pellegrini