"Se le api sparissero, gli umani avrebbero 4 anni da vivere". Albert Einsten

Foto colonia api Marconia 1
Marconia
. Martedì mattina, ore 11. Una nuvola di api si disperde davanti alle finestre delle case popolari di via Anzio. Fin qui niente di strano. Durante il mese di Maggio, infatti, questi imenotteri sciamano, abbandonano la propria arnia, o "prima casa" per capirci meglio, per cercarne un'altra dove vivere e moltiplicarsi. La colonia si divide in più famiglie per andare a riprodursi altrove.

   Vengono allertati i vigili del fuoco che si dirigono sul posto quasi immediatamente. Due camionette e cinque persone. Ci si prepara a chiudere l'alveare, sigillandolo con della schiuma, lasciando morire le api all'interno. Il nido è situato presso un appartamento attualmente disabitato.

   C'è da fare adesso una specifica, in Italia non c'è una legge per la protezione di questo insetto, si è legiferato invece sull'apicoltura, considerata come «attività di interesse nazionale utile alla conservazione dell'ambiente naturale». In ogni caso è facile trovare, navigando in rete, numerose pagine (tra queste un pdf diramato dallo stesso corpo dei vigili del fuoco) in cui si spiega che «ove sia possibile è opportuno far raccogliere gli sciami da apicoltori».
 

   Tutti siamo più o meno a conoscenza dell'importanza dell'impollinazione operata dalle api, se così non fosse basterebbe sapere che ben il «70% della agricoltura mondiale dipende esclusivamente dalle api e senza l’impollinazione le piante non sarebbero in grado di riprodursi e la fauna sparirebbe in brevissimo tempo». E se ciò non fosse abbastanza sarebbe il caso di dar credito almeno ad Albert Einsten, il quale fece il punto sulle conseguenze che l'estinzione delle api porterebbe con sé : «se le api sparissero, gli umani avrebbero 4 anni da vivere».

   A questo punto su suggerimento di alcuni condomini si procede ad avvertire l'ATER, al fine di recuperare le chiavi dell'appartamento e catturare le api senza apportare alcun danno. Il pericolo per i piccoli insetti sembra al momento essere scampato. Ma qui inizia il rimpallo di responsabilità a cui tutti noi almeno una volta nella vita ci siamo trovati ad assistere. Nessuno arriva a portare le chiavi, si preferisce tenere un'unità di pompieri inattiva per circa due ore. Fermi a non poter fare nulla. I vigili urbani risultano non essere disponibili, o quanto meno così è stato riferito dallo stesso vigile del fuoco che dice di averli contattati. Arrivano le 13, si ripongono le scale, si sale sul furgone e si va via, non potendo fare altro. Dicono che torneranno domani, scortati dalla polizia municipale, che se ciò fosse vero ci sarebbe da indignarsi se gli interventi di questi ultimi andrebbero "prenotati" con 24 ore di anticipo.

   Allora la vera notizia quale sarebbe? In realtà nessuna. Lo scarica barile lo si conosce bene da anni; il rispondere a "situazioni complesse" intraprendendo la strada più semplice e veloce (tappare il buco e chi si è visto si è visto) è un'altra pratica a noi abbastanza comune; così come è ben noto il disinteresse più totale per la salvaguardia ambientale. Questa vuole essere semplicemente una "metafora reale" del nostro modo di approcciarci a determinate situazioni. Quelle 50mila api non avrebbero di certo salvato il mondo, ma forse, qualcosina in più, l'essere umano può farla. Intanto domani è un altro giorno, si vedrà.

Simona Pellegrini

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