Marina di Pisticci. Chiazze oleose in un mare di polemiche
Non sono passate inosservate le tante immagini che i cittadini del Comune di Pisticci hanno pubblicato sui propri social network. Immagini che testimoniano come l'acqua del nostro mare, per alcuni giorni, sia stata tutt'altro che cristallina.
Prima di parlarne è importante precisare come fino ad oggi non vi sia alcuna certezza scientifica che comprovi la pericolosità del fenomeno, che alla luce delle informazioni attuali potrebbe essere anche del tutto naturale, volendo procedere, come nella dottrina giuridica italiana, secondo il principio della "presunzione di non colpevolezza". Ma andiamo avanti per gradi.
Le prime chiazze di schiuma vengono avvistate il 2 luglio scorso presso Lido la Spiaggetta. Nei giorni successivi il fenomeno si ripete. Il 3 e il 4 luglio una fascia scura dall'aspetto oleoso si allunga da San Basilio sino al Porto degli Argonauti, fino a quando il vento da sud-est non ne provoca la suddivisione in tante chiazze spumose che arrivano a lambire la costa.
«È successo per due giorni consecutivi, alla medesima ora, 10:30 circa» spiega il bagnino di Lido 48, il cui titolare avverte la Guardia Costiera che si reca sul posto assieme ad alcuni dipendenti dell'Arpab. Viene effettuato, dunque, il campionamento, prelevando oltre all'acqua, varie provette di sabbia dal fondale, in diversi punti. A prima vista, anche per gli stessi militari della Guardia Costiera, si tratterebbe di una fascia troppo estesa per provenire da un impianto di depurazione. Probabile imputato, almeno inizialmente, il Cavone, proprio a causa del vento di scirocco presente in quei giorni. Cavone che verrà poi risalito senza riscontare alcuna anomalia.
Le segnalazioni dei cittadini, intanto, non si fanno attendere. Sui social si moltiplicano le foto e le preoccupazioni. Preoccupazioni a cui prontamente risponde la sindaca Viviana Verri. «Scoprire cosa sta succedendo è una priorità di tutti». Il primo cittadino rassicura circa l'intervento della Capitaneria di Porto e dell'Arpab, specificando che l'amministrazione stessa ha disposto delle verifiche; invitando infine a consultare i risultati dei monitoraggi delle acque di balneazione. Risultati dai quali non si riscontrano criticità circa la balneabilità del nostro mare.
«La bandiera blu 2020 naturalmente si basa sui dati, tra cui quelli delle acque di balneazione, riferibili al 2019» spiega la sindaca tramite il proprio profilo Facebook, rispondendo alle tante segnalazioni. «Se quest'anno ci saranno problemi sulla qualità delle acque, probabilmente, l'anno prossimo potremmo non essere riconfermati bandiera blu, così finalmente potrete lamentarvi che l'abbiamo perduta e sarà un ottimo argomento di campagna elettorale». Verri invita, infine, ad evitare sterili polemiche prima di ottenere dei dati attendibili. Si aspetta, dunque, l'esito delle verifiche, ben consapevoli che le diatribe fini a sé stesse non sono mai state fonte di nessuna certezza. L'unica e sola certezza riscontrabile, sino ad oggi, è che la Bandiera Blu non dovrebbe essere di certo un feticcio da sventolare in campagna elettorale, ma il riconoscimento di quello che il pubblico e i privati riescono a fare assieme quando si lavora con criterio.
Nel corso degli anni la Basilicata tutta è stata oltraggiata e dileggiata. Sarà forse per questo che un mare un po' più scuro di come siamo abituati a vederlo spaventi così tanto. L'augurio è che le paure vengano smentite dai fatti. L'attenzione dei singoli cittadini al bene pubblico dovrebbe essere, dunque, motivo di orgoglio, anziché oggetto di polemiche. Certo, sarebbe il caso che tale vocazione civile si estendesse per tutto il resto dell'anno e non solo in tempo di bikini e bermuda. Ma questa è un'altra storia.
Simona Pellegrini