Giovanni Pietro Russo: l'eroe pisticcese del XVI secolo
Una figura tanto straordinaria quanto dimenticata quella di Giovanni Pietro Russo, l'eroe pisticcese del XVI secolo riportato alla luce dai racconti del professor Dino D'Angella attraverso la sua ultima fatica editoriale.
Il libro, presentato il 16 ottobre scorso, presso la sala consiliare di Pisticci, è stato pubblicato con il patrocinio delle associazioni Enotria Felix e Slow Food, incontrando il favore della Provincia di Matera e del Comune di Pisticci. L'obbiettivo è quello di far conoscere le storie di quei personaggi che hanno influito sulla crescita della comunità pisticcese.
Se la prima impressione trasmessa da questa vicenda di fine 1500 è quella di un avvenimento tipicamente paesano, ci si rende pian piano conto di come la parabola di tale storia abbracci il percorso di riscatto di un intero popolo, contro i soprusi e le angherie operate dai potenti, diventando, in tal modo, universale. Da un lato un influente barone, tra le dieci famiglie nobili più potenti di Napoli, che acquista il feudo di Pisticci dal conte Spinelli per duecento ducati d'oro e che, man mano si appropria di beni che non fanno parte del feudo, commettendo numerose ingiustizie. Dall'altro, Giovanni Pietro Russo, dottore fisico, di famiglia agiata, che si mette a capo di un movimento facendosi delegare per rappresentare Pisticci nella causa contro il conte davanti al Regio Consiglio di Napoli al fine di salvaguardare i diritti di numerosi pisticcesi.
È il maggio del 1567, quando sulla strada tra Ferrandina e Salandra, durante il viaggio di ritorno da Napoli, in seguito alla discussione della causa, Giovanni Pietro Russo viene assassinato da due sicari inviati li dallo stesso conte, pagando, in tal modo, con la vita il proprio amore per la giustizia, come vuole sottolineare lo stesso autore.
Le fonti, il cosiddetto Libro negro delle terra di Pisticci, di cui lo stesso Giovanni Pietro Russo fu, tra gli altri, autore.
«Bisogna aspettare il 1700 per vedere il verificarsi di simili atti di ribellione contro il potere feudale» afferma il professor D'Angella. Questa la particolarità di questo martire di giustizia e libertà, essere anticipatore nella rivendicazione dei diritti contro la forza schiacciante dei potenti.
Da qui la proposta, avanzata dalla presidentessa di Enotria Felix, Brigida Quinto, di intitolare, a Giovanni Pietro Russo, una via o una piazza del territorio pisticcese, per non lasciar cadere nel dimenticatoio la storia di amore per la giustizia e la libertà di quest'eroe di un tempo ormai lontano.
Simona Pellegrini